Congruenza fogli di mappa - Principi e concetti di base

Prima di rispondere a Roberto Bertozzi vorrei riportare un mio passaggio precedente riguardo al foglio-centrico:

Mi sembra abbastanza chiaro.
Se non lo si capisce non è colpa mia.

Vengo alle risposte all’intervento di Bertozzi in risposta alle mia. Purtroppo con spelling. Perdonatemi.

Si vede, da queste tue, Roberto che non mi conosci bene.
E sinceramente me ne dispiace perché esprimi sempre concetti interessanti e mai banali.
Se tu mi conoscessi sapresti che sono stato negli anni difensore strenuo della Topografia Catastale, in tutti i consessi dove spesso veniva denigrata come una Topografia di Serie B.
E delle mie posizioni ho sempre pagato personalmente.
Quindi non ho mai detto che non esiste la Topografia Catastale.
Dico solo, perché ho fatto il Topografo a 360° (o 400), che la Topografia Catastale mette in relazione un rilievo attuale fatto attraverso strumentazioni moderne aventi certe precisioni con una mappa di cui non si conoscono bene le precisioni in quanto molto eterogenee.
Mi sono molto piaciute alcune tue descrizioni in risposta ad altro post dove chiaramente riporti i limiti della mappa.
Avendo però fatto altra Topografia come la costruzioni di reti di Inquadramento, monitoraggi vari e tracciamento di opere in cui devi combattere con il mm. mi sembra opportuno che certe leggi della teoria degli errori trovino li il terreno giusto dove essere applicate, altrimenti si rischia di andare contro quel principio che il buon Pericoli ci ha lasciato riguardo al SENSO DELLA MISURA:

“È una frase che ricorre spesso nella vita quotidiana: non ha «il senso della misura» chi beve troppo, chi interviene con troppe parole, chi spende oltre le sue possibilità, ecc…
Per noi che «misuriamo», questo senso dovrebbe essere vangelo.
Si opera male se si impiegano strumenti e metodi esuberanti rispetto allo scopo; in questo secondo caso si gettano al vento tempo e denaro; e non è una scusante la disponibilità dell’uno e dell’altro.
Molte volte ci si imbatte in queste, che, benevolmente si definiscono improprietà, ma che in realtà rivelano l’ignoranza del mestiere, ovvero, per ritornare sull’argomento, l’assoluta mancanza del senso della misura. Angelo Pericoli”

Se però pensi che sia giusto applicarle anche alle ricostruzioni di linee catastali non credo sia un errore.
Non ho mai detto che sbagli, Roberto, perché i tuoi concetti sono giusti.
Quindi sono in linea con le tue al 99%.

Anche qui dici delle cose sacrosante.
E non capisco perché le riversi contro di me che anche in altri post le ho sostenute, quasi da solo mi verrebbe da dire (o con un tuo blando sostegno).
Forse perché nel passato mi sono sempre dichiarato contrario all’uso dei pesi?
Ma io applico delle mie personalissime teorie riguardo all’uso dei punti di appoggio che possono essere condivise o meno e che sono frutto della mia esperienza personale.
Legate ovviamente anche alla costruzione della mappa e alla sua bontà locale.
Da qui il concetto di Stazione Centrico.
Non ho l’esigenza che qualcuno le approvi e/o faccia sue.
Io, da un bel po’ di anni a questa parte, rilevo un buon numero di punti di appoggio che mi danno l’opportunità a priori di verificare la bontà degli stessi.
Dopo faccio varie simulazioni ma in fondo ne uso pochissimi (a volte dipendentemente dalla ricostruzione anche solo 2 - 1 di origine e 1 di orientamento) e sicuramente quelli che ritengo più coerenti con la linea da ricostruire.
Tu dicevi in un passaggio sempre su altra risposta che è terreno scivoloso uscire dalla ridondanza.
Ma questo che è un concetto topograficamente corretto, secondo me, non vale per la Topografia Catastale che vede invece il suo apogeo nella massima coerenza tra il punto di appoggio e la linea da ricostruire.
Se tu lasci tutti i punti anche se li pesi diversamente la rototraslazione ai minimi quadrati non darà mai l’effetto sperato. Almeno il mio.

Costa nell’intervento che riporti mi sembra, soprattutto nel secondo capoverso, sia in linea con molte delle mie considerazioni sulla bontà delle mappe.

Qui non mi trovi per niente d’accordo.
Non so quale esperienza tu abbia di Tribunali ma non mi è mai capitato che un Giudice convochi il CTU chiedendogli di ricorrere al terzo comma dell’ART. 950 del CC.
Il Giudice, quasi sempre, chiede al CTU qual’è l’esatta linea di confine tra il fondo A e il fondo B.
Non entra mai nel merito di 1o, 2o o 3o comma.
E il Geometra (meglio se Topografo ovviamente) deve fare una indagine a largo giro per rispondere correttamente: sullo stato dei luoghi, sulla ricostruzione topografica della linea di mappa (che è una fotografia alla data della sua costruzione), su tutto quanto riportato negli atti di compravendita, su eventuali permessi edilizi, anche su eventuali prove testimoniali che il CTU ritiene opportune.

Come non sono d’accordo nemmeno con un tuo passaggio nel quale rispondevi a Nino che le cause di cui all’Art. 950 si concludono in larga parte con il ricorso al terzo comma.
Non è così assolutamente.
Ecco perché avrei sperato di approfondire questi aspetti determinanti per le riconfinazioni facendo una lettura critica delle varie sentenze.
Proprio perché a volte sono le sfumature a fare le differenze.
Ma lo so, sono più accattivanti gli aspetti Topografici, gli sqm, i pesi, che non queste pallose dissertazioni.

Chiudo con un esempio di tanti anni fa:
Dovevamo verificare nella causa (io l’avevo già fatto) se un muro di confine era stato costruito o meno sul terreno del mio committente.
Il CTU esegue tutte le operazioni peritali compresa la misurazione topografica che da risultanze leggermente diverse dalle mie per circa 15 cm. mediamente dipendenti dai diversi punti di appoggio utilizzati e dai pesi attribuiti.
Pesi che possono essere attribuiti in vari modi anche eliminando punti.
Pur sempre le risultanze erano 1,50 metri di sconfinamento nel mio caso e 1,35 nel caso del CTU.
Il CTP di controparte non ha fatto alcun rilievo.
In sede di testimonianze si presenta un Tecnico che dice come al tempo della costruzione del muro (circa 5 anni prima), di cui lui era progettista e direttore dei lavori per conto di controparte, chiese ai vicini (miei committenti) se erano o meno d’accordo sulla posizione da lui individuata.
Nessuna risposta accondiscendente da parte loro ma nemmeno opposizione.
Sapete com’è finita la causa? Il Giudice se ne è strafottuto delle risultanze topografiche del CTU e delle mie dando ragione a controparte con la motivazione che l’eventuale opposizione poteva e doveva essere manifestata subito.
Cosa voglio dire con questo? Potevo fare qualcosa di diverso io?
Risposta: Si. Probabilmente con un po’ più di prudenza e meno attenzione ai soli aspetti Topografici avrei valutato tutto. Anche ciò che in quel momento non conoscevo.
Magari indagando anche su chi aveva realizzato quel muro e perché; magari parlando con quel Tecnico per sentire se era a conoscenza di nulla evitando così ai miei committenti una causa che dopo è diventata dolorosa per tutti.
Perché bisogna pesare, oltre ai punti di appoggio, anche gli imprevisti.
Ed è per questo che dico: Attenzione, Prudenza, Valutiamo TUTTO.
Dev’essere questo il messaggio del futuro.

Chiudo dicendo che molte mie espressioni a volte sono volutamente mediatiche affinché passino certi messaggi o quanto meno perché questi creino dubbi e spunti di riflessione.

Spero di aver espresso chiaramente il mio punto di vista perché vorrei togliere le tende.

Cordialmente
Carlo Cinelli