Contribuzione neo geometra

Buongiorno a tutti, ho scoperto questo forum da ieri e sono felice di averlo trovato! Ho un dubbio a cui i commercialisti a cui ho chiesto non mi hanno saputo rispondere a dovere, creandomi solo più confusione, quindi ho pensato di chiedere ad altri colleghi.
Vi spiego in breve. Ho iniziato a collaborare con uno studio di ingegneria che mi ha chiesto di aprire partita iva con relativa iscrizione al collegio.
A questo punto, vorrei capire i costi a cui vado incontro. Tra contributi, cassa, ecc ecc.
Uno dei commercialisti mi parlava del 18% del 75% del fatturato annuo… e chiacchiere varie. L’altro mi dice che in realtà il geometra neo iscritto non ha agevolazioni (ho 35 anni) ed il regime forfettario non esiste in realtà…
Riuscireste a darmi una spiegazione per farmi capire in modo chiaro i costi a cui andrò incontro? Almeno riesco a fare la fattura in modo più chiaro chiedendo un prezzo congruo per non rimanere affossato dalle spese.
Spero di essere stato chiaro. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento!
PS: Chiedo scusa se questo argomento non rientra all’interno del forum…

Ciao, Roberto, il tutto dipende dagli accordi stipulati con l’ ingegnere per il rapporto di collaborazione che non hai riportato, quindi dare una risposta è impossibile. Cordialità

Buongiorno Roberto
la tua domanda è legittima in quanto in questo momento molti studi cercano altri professionisti soprattutto geometri per instaurare rapporti di collaborazione.

Ma se non si fanno bene i conti si rischia di fare un enorme buco nell’acqua.

A titolo puramente esemplificativo e non esaustivo di dico questo sulla base della mia esperienza quasi trentennale da libero professionista:

-Contributi CIPAG per i primi 3 anni: circa 3’000 annuo (da verificare il requisito dell’età) poi circa 5’000.00 euro (ad oggi, ma considera che aumenteranno sempre) ed il calcolo è fino a 35’000 di reddito si paga il 18% con il minimo di euro 5’100.00 circa;

-IRPEF sulla base del regime fiscale che hai. Se vai nel forfettario (senza IVA) paghi allo stato una “cedolare secca” del 15% sul 78% del tuo fatturato:
esempio: fatturato €. 40’000
Importo su cui paghi l’irpef: 40’000 * 78% = €. 31’200 (il restante 22% ti viene escluso per compensare forfettariamente le spese);
Irpef dovuta: €. 31’200 * 15% = €. 4’680.00

Ti consiglio di valutare attentamente il regime fiscale in quanto con il forfettario paghi la cedolare del 15% secca e non pui scaricare nulla. Con il regime semplificato/ordinario paghi per scaglioni di reddito (mediamente il 23%) ma puoi portare in detrazione tutte le spese attinenti la professione, interessi passivi sui muti, quote sui beni ammortizzabili, figli a carico, etc, etc), PERO’ con il semplificato/ordinario sei un soggetto IVA, per cui ti devi ricordare che ogni trimestre devi versare l’IVA che altro non è che una partita di giro, ma il problema è mettere da parte l’importo dell’iva per il pagamento trimestrale.

Io feci, qualche anno fa, la scelta di restare nel regime semplificato, e non ne sono pentito, ma ogni situazione è diversa dalle altre.

Aggiungo: oltre a quanto sopra, dovrai pagare l’addizionale comunale (di solito tra l’1 e il 2%) dipende dal comune, e, l’addizione regione (di solito intorno al 2%) dipende anche in questo caso dalla regione di appartenenza.

Rimane la quota di iscrizione al collegio provinciale, mediamente tra i 200 e i 400 euro dipende dal collegio di appartenza.

Etc, etc, etc, (affitto, software, bollette).

Concludo dicendoti di valutare le spese in un 70÷80% del fatturato e devi essere bravo nel saperle contenere.

Buona giornata