Corso 319 - Riconfinazioni da mappe risolte con calcolo combinatorio

Mi riferisco al punto a 01:01:11 della registrazione del seminario in oggetto. Perchè il tecnico ha utilizzato cosi’ tanti punti verso la zona sud che hanno inevitabilemente “spostato” il baricentro dei puntii di inquadramento verso sud. Sarebbe stato più corretto utilizzarne meno per cercare ridurre il fattore di scala mappa-rilievo ed “avvicinare” la zona da riconfinare al baricentro.

Ciao Luigi,
a prima vista hai ragione, ma quel lavoro, come tutte le riconfinazioni, ha le sue condizioni particolari ed è ovvio che non le puoi desumere dalla semplice animazione che ho utilizzato durante il corso al solo scopo di illustrare l’effetto della variazione di scala.
In quel lavoro (eseguito da un mio collega qui in zona con cui collaboro) i punti a Sud erano indispensabili per racchiudere il confine entro il poligono di inquadramento. È vero quello che dici e cioè che tra quei punti a Sud se ne potevano tenere meno, e infatti dal calcolo della rototraslazione qualcuno di quei punti è stato eliminato perché dava uno scarto eccessivo.
È solo che nell’animazione li ho lasciati tutti per far capire meglio il concetto di avere il confine il più baricentrico possibile.

Mi riferisco alla indicazione che i vertici della particella sarebbero stati introdotti, nelle mappe di impianto, graficamente partendo dal centro del foglio con coordinate polari. La questione potrebbe essere verificata attraverso la consultazione delle norme. Penso in primis “Aggiornamento delle mappe catastali. - 15/04/1889 - Istruzione V” che non possiedo, Ho la “nuova istruzione di servizio ROMA 1970” che al paragrafo 21 recita: “§ 21
I punti di dettaglio del rilievo celerimetrico, si riportano in mappa
per mezzo delle loro coordinate polari (distanza e angolo di direzione)
dai vertici dai quali vennero battuti. Essi si segnano a matita
aggiungendovi accanto il numero d’ordine col quale ciascuno è
contraddistinto nel registro e nell’abbozzo di rilievo. Con la scorta di tale
abbozzo e seguendo le indicazioni da esso fornite si uniscono quindi a
matita i punti appartenenti ad una medeima linea del terreno badando di
lasciare scoperti i singoli punti congiunti.
Ultimato il disegno del foglio, se ne effettua il controllo desumendo
graficamente da esso le coordinate polari per circa il 10 % dei punti
riportati e confrontandole con quelle risultanti dai regitri. Gli scarti
devono essere contenuti nei limiti ammessi per l’errore di graficismo.
Alla verifica deve provvedere una persona diversa da quella che ha
provveduto alla formazione della mappa. I risultati devono essere
annotati nel “Registro delle verifiche”, di cui al paragrafo precedente e
firmati dal verificatore.”
Mi sovviene spontanea una domanda, considerato che il tacheometro utilizzato doveva avere orientamento 0.00 ad un vertice trigonometrico, immagino che l’apertura a terra fosse da farsi su tre capisaldi vicini di coordnate note (per poter eseguire la compensazione delle coordinate di stazione). A questo punto calcolate le coordinate assolute della stazione celerimetrica sarebbe stato più comodo per il disegnatore ridurre a coordunante cartesiane le misurazioni locali ed introdurle in mappa con l’ausilio del reticolo anzichè procedere per coordinate polari, dovendo ogni volte determinare l’angolo di disorientamento?
La traformazione in coordinate cartesiane locali dalla stazione e l’inserimento dei punti rilevati per coordinate lo sempre trovato molto più rapido e preciso che per coordinate polari. Io, quando disegnavo al tecnigrafo, mi comportavo sempre così

Ciao Luigi,

No, hai capito male, né io né nessun’altro ha mai detto questo. Al corso abbiamo detto che:

  • le stazioni delle poligonali sono state inserite per coordinate cartesiane (a valle del calcolo delle poligonali) sulla base del reticolo parametrico di cui i fogli erano provvisti.

  • i punti di dettaglio sono stati inseriti per coordinate polari a partire dalla rispettiva stazione.

Dal link che segue potrai scaricarti il PDF del paragrafo del mio libro Tecniche di riconfinazione dedicato alla genesi della mappa d’impianto nel quale spiego anche le motivazioni di natura economica che hanno imposto di operare per coordinate polari per quanto riguarda i punti di dettaglio (e che ti ho già accennato al telefono). Vedrai anche, a pag. 122, che il rapportatore goniometrico utilizzato per questa operazione garantiva comunque di restare al di sotto dell’errore di graficismo (0.25 mm = 50 cm per scala 1 : 2000).

La genesi della mappa d’impianto.pdf