GNSS E WGS84 ripichettamento di un rilievo (WGS84) eseguito decenni prima

Mi servirebbe un chiarimento da voi esperti,
Che differenza c’è nel identifcare un punto con sistema WGS84 e ETRF89 (o ETRF2000)?
Mi sembra di capire che le coordinate siano diverse pur avendo lo stesso “DATUM”.
Mi pongo il problema di aver eseguito il rilievo di una serie di pichetti in una certa data con GNSS e di aver salvato le relative coordinate WGS84. Trascorsi 20 anni mi chiedono di riposizionare i medesimi picchetti, posso utilizzare le coordinate WGS84 salvate per tracciare i picchetti?
Mi sembra di capire che non è possibile perchè in 20 anni la placca euroasiatica si è spostata di 50cm. e le WGS84 sono “fisse” sull’elissoide.
Cosa faccio “converto” alla data del rilievo le coordinate nel sistema ETRF89 e poi alla data del picchettamento le riconverto in WGS84 ed esco a pichettare con e coordinate ricalcolate?
Ma sopratutto come faccio questa conversione “legata” al tempo ?
Se mi danno un rilievo di un collega eseguito in WGS84 nel 2005, e oggi devo picchettare il suo lavoro come procedo?
Spesso trovo scritto che WGS84 e ETRF89 sono la stessa cosa, che senso ha se le prime sono fisse e le seconde vagabonde con la placca?

Penso che tu debba individuare punti del rilievo di 20 anni orsono a cui imporre le coordinate WGS84 che conosci. A questo punto dovresti poter stabilire un nuovo sistema locale del tuo picchettamento che sarà basato sulle coordinate di 20 anni fa. Lo stesso metodo che adotteresti se dovessi picchettare in Gauss-Boaga o Cassini Soldner dalla mappa catastale

Si certo, avendo dei riferimenti certi adotterei sicurament questo metodo. In realtà cercavo di capire come convertire le coordina WGS84 di 20 anni fa in WGS84 di oggi con le placche spostate. Un metodo matematico. Peraltro da stare attenti al tipo di WGS84 che ti restituisce il GPS, se di da da le WGS84-ETRF89 o 2000 (RTK con correzione RTCM3) non serve conversione temporale, in quanto le coordinate sono espresse nel sitema ETRS ossia ETRF e sono agganciate alla placca euroasiatica.

Ciao Severino,
naturalmente il suggerimento di Luigi è il migliore in assoluto, ma se dici che non hai la possibilità di georeferenziarti in locale, quella strada si chiude.

Nel 2019 abbiamo tenuto un bellissimo corso dal titolo Geodesia e Cartografia per Geometri tenuto da due luminari della topografia in Italia, i prof. Renzo Maseroli e Luciano Surace, lo trovi tuttora (registrato) nel sito www.corsigeometri.it (sono i tre moduli 295, 296, 297). Io l’ho seguito con passione e, anche sulla base delle mie conoscenze pregresse, oggi posso dire che qualcosa ne mastico. Tuttavia non mi sentirei mai di darti consigli su come elaborare la conversione che ipotizzi. Si tratta di un calcolo estremamente complesso nel quale basta non considerare una virgola per andare completamente fuori strada.
L’unica cosa che mi viene in mente di suggerirti, quindi, sarebbe proprio quella di affidarti ad uno dei due suddetti prof. Renzo Maseroli e Luciano Surace. Se la cosa è di tuo interesse, dimmelo che ti metto in contatto.

Gianni sei stato gentilissimo a rispondere. Quale recente possessore di GNSS mi sto ponendoi delle domande che magari non avranno un riscontro diretto nella realtà. Non è un caso reale quello che proponevo, ma un ragionamento per capire come potrei operare, anche per il furturo. Immagino la redazione di una transazione per identificazione dei confini tracciati citando le coordinate GNSS, e ritengo sia corretto citare le coordinate ETRF89 in quanto agganciate alla placca euroasiatica. Inoltre con le correzioni RTK fornite dalla rete gps del veneto ottengo coordinate ETRS89(WGS84) e non nel sistema ITRS (WGS84), quidi tutto gira più diretto. Ti ringrazio per la disponibilità e sicuramente mi iscrivo ai corsi citati.

Ciao Severino,
fai bene a documentarti e a studiare i sistemi di riferimento e le ripercussioni che possono avere nei lavori topografici. Ti dico questo perché se ti occupi di topgrafia nel terzo millennio non è più pensabile di non avere quelle conoscenze.
Tuttavia, andando nel pratico, io personalmente non ho ancora mai riscontrato l’esigenza di dover compiere le conversioni da un datum all’altro, almeno per lavori di modesta estensione come può essere la determinazione di un confine. In questi casi, infatti, è sufficiente appoggiarsi a punti di inquadramento che possono garantire la loro presenza nel tempo in modo che, chi dovesse ricostruire il confine in futuro, possa georeferenziarsi su tali punti.
Io penso sempre che per lavori molto localizzati non sia mai il caso di scomodare sistemi di riferiemento planetari, ma convenga sempre lavorare con coordinate locali purché agganciate a capisaldi rintracciabili.
Diverso è il discorso di grandi opere dove a volte le coordinate nei vari sistemi di riferimento globali sono richieste dal capitolato.