Non gioco più, me ne vado - lettera aperta a Carlo Cinelli

Carlo,
faccio riferimento a questo tuo passaggio sul topic Congruenza fogli di mappa per scriverti questa lettera aperta a tutti gli iscritti alla sezione Riconfinazioni del forum.

Ovviamente rispetto questa tua decisione di abbandonare il forum, ma poiché l’avevi già attuata in passato, e più volte, sia su questo forum (ex www.riconfinazioni.it) che su Geolive (non so se anche su altri siti), per poi tornare ogni volta a distanza di tempo, mi piacerebbe che tu spiegassi i motivi di questi tuoi “non gioco più, me ne vado” (Mina). E siccome, considerato il tuo orgoglio, non sono certo che risponderai, provo a farne io un’analisi a beneficio di chi ci legge.

Per quanto riguarda questo sito, se il problema sono io, cioè le nostre proverbiali risse, credo che non dovrebbe ormai essere più motivo di “non giocare più”. Noi due abbiamo visioni molto diverse, sia tecniche che umane, che ci portano facilmente allo scontro (senza star qui a dire chi “comincia per primo”), in ciò agevolati anche dal fatto che né io né te ce le mandiamo a dire, ma quello che dobbiamo dirci ce lo diciamo in faccia schiettamente. Tuttavia, avendone appunto passate tante di risse ed essendo poi comunque tornati a confrontarci sui temi tecnici, non vedo il motivo di questo tuo nuovo “andare in letargo”. Anche perché, come hai visto, a differenza di Geolive, quando accade un episodio come quello di ieri, tu mi dici quello che vuoi dirmi, io ti rispondo con quello che devo dirti, ma poi, appena abbiamo terminato di sbraitare, cancello tutto e lascio solo i temi tecnici.

Se invece il motivo del tuo “non gioco più, me ne vado”, è la scarsa partecipazione ai temi che tu hai maggiormente a cuore, riconfinazioni in primis, ti capisco e su questo la penso abbastanza come te. Anche a me dispiace vedere che su questi temi siamo sempre gli stessi ad intervenire e per contarci bastano a volte le dita di una sola mano. Ma ho scritto “abbastanza” perché, a differenza di te, io penso che la tendenza a questo degrado culturale possa essere invertita proprio tenendo acceso il fuoco del confronto e dell’approfondimento, convinto come sono che a gioco lungo è sempre chi è ad un livello culturale più basso ad essere costretto, presto o tardi, ad adeguarsi a chi è ad un livello culturale più elevato, mai il contrario. Se invece il fuoco si spegne … allora si rischia quello che è successo in antichità quando Eratostene, nel 3° secolo a. c., aveva già scoperto che la terra era sferica, misurandone addirittura il raggio, mentre poi per molti secoli successivi si tornò a considerarla piatta.
Io quindi cerco nel mio piccolo di continuare a mantenere vivo il confronto e il dibattito e sono sicuro che, nel lungo termine, anche la moltitudine di quelli che se ne fregano dovranno adeguarsi al livello di conoscenza che ne scaturisce.

Termino tornando sul tema delle riconfinazioni nel caso sia questo il motivo del tuo “non gioco più, me ne vado”. E lo faccio cercando di dirti, ma questa volta con grande serenità, quello che ieri ti ho sbraitato maleducatamente. Vorrei veramente che tu capissi che, almeno su questo forum, siamo tutti d’accordo con le tue istanze sulla necessità di approfondire le tante e fondamentali attività di ricerca, di studio e di indagine, sia sul posto che di documenti, che stanno alla base del ripristino di un confine incerto o contestato. Nessuno di noi sottostima o, peggio, esclude l’importanza di queste attività. E nessuno di noi vuole escluderle dal dibattito né quindi tanto meno dal “messaggio” che si vuole far passare all’esterno. Certo, a me personalmente appassionano di più gli aspetti di calcolo, ma non ho mai detto (né scritto) che questi siano sufficienti a risolvere una riconfinazione, e nei corsi che teniamo con Sergio e Corrado diamo molto più spazio alle attività che tu sostieni, proprio perché sono attività in cui non ci sono algoritmi da applicare come nei calcoli, dove basta avere il software che li applichi correttamente, ma sono attività in cui conta solo l’esperienza e la competenza del tecnico. Capisco che ti deluda il fatto che su questi temi siano in pochi a seguirti, qui come in altri siti. Ma su questo vale quanto detto sopra. Ne abbiamo discusso ampiamente sul topic Riconfinazioni, perché se ne parla (troppo) poco? e lì io ti ho dato la mia interpretazione di questa grande apatia sulla materia. Quello che ti rimprovero è di voler sostenere che tale apatia sia causata da chi, come me, è più portato a studiare invece la parte di calcolo. Non è così e se vai a vederti i nostri corsi online sulle riconfinazioni te ne rendi conto.
Prendi il caso esposto da Roberto Rena nell’altro topic, lui ha esposto una situazione di calcolo del tutto inusuale che gli ha fatto sorgere degli interrogativi su una eventuale possibilità di miglioramento dei calcoli (cosa che, come ho scritto, è tutta da verificare). Ma stai certo che lui ha intrapreso tutte le azioni che tu giustamente indichi come attività che stanno a monte della parte elaborativa. E stai certo che quando lui si trova a confrontarsi con altri tecnici espone con competenza tutte quelle attività prima di arrivare alla parte elaborativa. E questo vale anche per tanti altri che, pur non partecipando attivamente al forum, hanno acquisito quei concetti.
Se tu ritieni che gli aspetti più “giuridici” di una riconfinazione siano ancora poco conosciuti e vadano quindi dibattuti maggiormente, qui trovi le porte spalancate e non devi assolutamente pensare che né io né nessun altro vogliano metterli in secondo piano.

Buon Natale.

Gianni, buona sera, ho seguito la divergenza di vedute tra te e Carlo sulle operazioni topografiche da adottare in caso di riconfinazione. Non la commento perchè non conosco le nuove procedure catastali però non si possono sottovalutare le vaste conoscenze di Carlo. Dal punto di vista tecnico potranno essere validissime, ma costato che si dimenticano le tre norme dell’ art. 950 c.c. che vengono completate da quelle dell’ art. 951 e che si dibatte sempre sulle mappe e su metodologie di rilievo moderne. In giudizio valgono perfino le posizioni delle virgole di quello che si afferma e bisogna capire gli imbrogli della controparte se ci sono. Mi è capitato di fare una relazione su una via sterrata nel mio comune passata al pubblico utilizzo da oltre 50 anni, però in catasto risultava ancora particella rustica con tanto di intestatario, e dissi che di fatto costituiva servitù pubblica alias dicatio ad patriam, l’ avvocata della controparte invertì le parole “di fatto”* e “servitù” dicendo che non si costuiscono servitù di fatto, chiaramente si arrampicava sugli specchi per nascondere che aveva torto. Ritornando ai commi degli articoli 950 e 951 trovo che sono lapidari, e non impongono l’ uso di particolari strumenti o di riferimenti come i punti saldi sul terreno. Dico che vicino casa mia ci sono due case di campagna che risultano sulla mappa di impianto, però non corrispondono alle omologhe della mappa: differiscono di 60 cm, orbene, se si fa un rilevamento e si inquadrano catastalmente, a distanza di cento metri portano errori grossi. Quindi ci si deve attenere scrupolosamente a quanto dispongono i due articoli: … in mancanza di altri elementi il giudice si attiene ai confini delineati dalle mappe… ma in tal caso non si traccia sul terreno un confine in modo certo fino a quando non vengono apposti i termini e verbalizzati dall’ esecutore firmato dalle parti. Per esempio, la relazione che ha fatto un architetto nel mio caso era composta da un disegno a zampa di gallina con il centro nel punto di stazione, dove i riferimenti erano i due fabbricati rurali, e allegato un foglio in cui era stato scritto che il tecnico aveva inserito nel computer i dati di rilievo e con un procedimento CAD digitalizzato, voilà è uscito il risultato come il coniglio dal cappello del prestigiatore. In primo grado il giudice ci ha creduto con grande soddisfazione del tecnico di controparte, però in appello ha fatto una figura da cane! sono errori come questi che si devono tenere presenti e soprattutto non fidarsi mai dell’ avvocato di controparte che attira l’ avversario nella sua metà campo per poi agire di contropiede e dire che le mappe non sono probatorie gli viene facile. Vediamo assieme di fare delle ricerche sui testi antichi a beneficio di coloro che si tuffano a capofitto sulle tecniche catastali.