Quando il vicino confinante non presenzia all'apposizione dei termini

Buonasera a tutti, dopo diversi anni è la prima volta che mi ritrovo in un caso del genere, vi spiego cosa è successo.
Sono stato incaricato dal mio cliente di riconfinare dei pezzi di terra che confinano con due sig.ri diversi, tra l’altro i due confinanti abitano anche in due comuni diversi, fatto stà che a seguito delle mie elaborazioni ho trovato alcune difformità rispetto all’effettivo coltivato, infatti entrambi i confinanti in alcuni punti coltivano sul terreno del mio cliente.
In prima battuta per cercare di trovare una soluzione bonaria ho contattato il geometra che segue solo uno dei due confinanti, il quale mi ha chiesto di mandargli la mappa con la sovrapposizione delle porzioni di terreno in cui secondo me ci sarebbero questi sconfinamenti, con la promessa che avrebbe controllato anche lui e ne avrebbe parlato anche con il suo cliente, da quel giorno non l’ho più sentito e considerate che sono passati quasi tre mesi.
Allora stufo ed irritato della loro indifferenza, decido di mandare delle raccomandate A/R con le quali li invitavo a presenziare lo scorso sabato per definire il posizionamento corretto dei termini di confine lasciandogli ben tre settimane di tempo per potersi mettere in contatto con me od incaricare un loro tecnico di fiducia, ma al giorno ed ora che avevo indicato sulla lettera non si è presentato nessuno dei due, e non ho avuto nè io nè tantomeno il mio cliente, una telefonata che non potevano presenziare.
Secondo voi come posso muovermi?
Cosa staranno organizzando i vicini?
Ringrazio anticipatamente chiunque voglia unirsi alla discussione.
Marco

Ciao, Marco,
se devi apporre i termini tra due terreni le mape catastali non sono probatorie, spetta solo al giudice decidere se usarle o meno, infatti il terzo capoverso dell’ art.950 c.c. precisa: In assenza di altri elementi il giudice si attiene al confine delineato nelle mappe catastali; ma dimmi vuoi recintare, e come? Cordialità

Le spese per l’apposizione dei termini sono a carico dei due confinati quando il confine è certo (art 950 C.C.)
Se invece stai facendo una riconfinazione (confine incerto) e vai ad apporre termini che discordano dalla dividente esistente, allora stai procedendo ad una azione di rivendicazione della proprietà o del possesso che è regolata dall’art. 948 C.C. e quindi le procedura è completamente diversa.

Ciao Marco,
come diceva Roberto qui sopra, se hai l’evidenza che i confinanti del tuo cliente stanno usurpando una porzione del suo terreno, non devi richiedere già l’apposizione dei termini. Quella va richiesta quando il confine è determinato e accettato dalle parti.
Tu invece devi richiedere la riconfinazione, cioè la rideterminazione del confine di diritto in quanto ritieni che non sia rispettato. La procedura è la stessa che hai adottato ma nella raccomandata A. R. di convocazione devi precisare che hai ricevuto l’incarico di verificare il confine, non di posizionare i termini. Quindi la convocazione è per le operazioni del rilievo volto a risolvere la riconfinazione (punti di inquadramento quali fabbricato di impianto, eventuali elementi in loco che possono dimostrare l’esistenza del confine, ecc.).
Se i confinanti non si presentano, tu procedi con le operazioni sia in campo che in studio fino a determinare il confine. Dopodiché, se vedi che effettivamente c’è lo sconfinamento, dovrai notificare ai confinanti (sempre a nome del tuo cliente) i risultati e chiedergli il ripristino del confine. Se loro si oppongono o rimangono silenti, non ti resta che dire al tuo committente di agire per vie legali ai sensi dell’art. 950 del codice civile.

Grazie mille a tutti, il mio cliente non ha alcuna intenzione di recintare, infatti in quei campi coltiva il grano.
Allora rimanderò un ennesima raccomandata.
Grazie ancora.

Vorrei chiedere un informazione attinente al titolo di questo post per cui continuo la discussione, correggetemi se è necessario fare un argomento nuovo

Relativamente ad un riconfinamento da me eseguito, il terreno in oggetto su un lato è delimitato da canale irriguo profondo 1 mt e largo quasi 1,5 mt, in seguito alle mie misurazioni eseguite in loco e rototraslate su mappe impianto opportunamente calibrate (foglio di gomma) l’asse del fosso risulta essere il confine, scopro durante i rilievi che i conduttori (e loro predecessori) dei fondi hanno da sempre considerato appunto l’asse del fosso il confine tra i due terreni.
Ora l’azienda per cui lavoro vuole che si verbalizzi lo stato di fatto anche con questa parte, tale confinante proprietario non si è presentato nonostante la mia pec spedita giorni prima preceduta da contatto telefonico, ha mandato a presenziare il conduttore del fondo.

A distanza di quattro mesi e numerosi solleciti questa persona non firma, dicendomi che non ha tempo, alla luce di tutto ciò pensavo di trasmettergli mail dove si richiede di ricevere il verbale firmato entro giorni 10 in alternativa si conferma lo stato di fatte da sempre considerato e confermato dalle misurazioni eseguite, citando in maniera puntuale le varie mail trasmesse precedentemente a questa

Potrebbe funzionare ? Esiste una forma specifica ?

Grazie

Ciao, Davide,
il caso di cui parli è disciplinato da una situazione tecnica legata alla funzione del fosso che non ha niente a che vedere con la mappa catastale essa è solo la rappresentazione grafica dell’ intero fosso, quindi il confine non è nell’ asse del fosso come dici, ma realmente ci sono due confini ai suoi lati, quindi si tratta di individuare a chi appartiene fosso immagino irriguo, per cui, se viene utilizzato da entrambi i proprietari dei terreni confinanti appartiene a tutti e due senza quote, se irriga diversi terreni è comune a tutti i proprietari confinanti, se irriga un solo confinante il fosso appartiene a quest’ ultimo.

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Ciao Davide,
innanzi tutto, come dice Nino, va stabilito chi è il proprietario del fosso, ma penso che tua abbia già svolto questa ricerca e che sia risultato di proprietà privata e non demaniale.
Detto ciò, se il confinante si rifiuta di firmare bonariamente il verbale che attesta il confine sull’asse fosso, a mio modo di vedere il tuo committente deve gicoforza agire per vie legali. In prima istanza, se il confinante concorda sulla posizione del confine, dovrai invocare l’art. 951 del codice civile che consente anche ad una sola delle parti di chiedere l’Apposizione di termini. A quel punto la controparte viene chiamata in causa dal Giudice e dovrà adempiere alla definizione e materializzazione del confine. Se invece dovesse contestare la posizione del confine, dovrai agire ai sensi dell’art. 950 per chiedere al giudice la rideterminazione del confine.
La soluzione che prospetti tu, di chiedergli la firma entro 10 giorni altrimenti “si conferma lo stato di fatto”, non ha alcun valore legale perché giuridicamente non vale il principio che “chi tace acconsente”.

Per tornare sul tecnico (che mi appassiona di più), riprendo questo tuo pasaggio:

e ti segnalo a questo proposito il mio ultimo articolo che ho pubblicato qui sul forum su questo topic:

Confini da mappa, la Trilaterale e le altre georeferenziazioni

Se leggi il paragrafo finale 6.7.2 Georeferenziazioni Omografica ed Elastica, mi auguro che tu possa valutare di togliere dalla tua frase l’avverbio “opportunamente” e lasciare solo: “mappe impianto calibrate (foglio di gomma)”.

A presto.

geom. Gianni Rossi
Responsabile corsi online del Collegio Geometri e G.L. di Padova
cell. 3202896417
Email: gianni.rossi@corsigeometri.it
www.corsigeometri.it
www.topgeometri.it

Ciao, Gianni,
permettimi di dire che il fosso irriguo, in forza della sua funzione, è simile a quella un muro confinario quindi esso stesso già prova di essere il confine certo tra i due fondi perchè è stato voluto da coloro che l’ hanno costruito, e, per natura, è fluttuante.

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Buongiorno a tutti
Direi che Nino ha perfettamente centrato la questione con l’ultimo commento, per di più la verifica del confine con mappa di impianto conferma l’oggettività della situazione, mi pare assurdo correre dietro a questa persona per farmi firmale il verbale di accettazione confini e ancor di più prendere la strada del legale, comunque vi ringrazio per le ottime risposte, valuterò con l’azienda il da farsi.
Per quanto riguarda la dicitura ‘‘opportunamente calibrate’’ è un termine semplice che scrivo sempre quando ho a che fare con privati o progettisti estranei alla nostra materia, quelli che progettano parchi commerciali su estratto di mappa wegis per intenderci :sweat_smile:

Ciao Davide,
concordo anch’io con quello dice Nino. Però scusami, mi sembravi proprio tu quello che voleva “correre dietro a quella persona per farti firmale il verbale”. Se invece non ti interessa più che te lo firmi, allora … contento tu e il tuo committente … contenti tutti.
È fuori discussione che se quel confinante volesse contestare il confine di fatto costutuito dal fosso … ce l’avrebbe molto, ma molto, dura. Me tu sei partito con l’idea che volevi una sua attestazione scritta. Se adesso ti va bene anche non averla, ok, ci mancherebbe, meglio per te e per tutti.

Quanto all’avverbio “opportunamente”, credo che tu non abbia colto il mio appunto. Riguardava il fatto che il foglio di gomma non è una tecnica valida per correggere la mappa d’impianto in funzione della genesi che questa ha avuto. Se di tuo interesse, ti riporto qui i due articoli che ho pubblicato in cui spiego i motivi:

Confini da mappa, il Metodo Tani e la georeferenziazione Parametrica

Confini da mappa, la Trilaterale e le altre georeferenziazioni

A presto.

geom. Gianni Rossi
Responsabile corsi online del Collegio Geometri e G.L. di Padova
cell. 3202896417
Email: gianni.rossi@corsigeometri.it
www.corsigeometri.it
www.topgeometri.it

Ciao, Gianni,
in effetti Davide aveva posto il quesito in maniera sbagliata-

Ciao Gianni
mi sono spiegato in maniera frettolosa, è l’azienda che mi richiede di verbalizzare lo stato dei luoghi (confine materializzato da fosso) siete stati comunque chiari

Grazie per i link !

Ciao, Davide,
se avrai ulteriore bisogno, sono a disposizione e penso pure Gianni.