Quando l'usucapione diventa un esproprio privato

In uno degli articoli del sito (con lo stesso titolo di questo topic) ho descritto un caso di controversia tra confinanti nel quale, alla contestata invasione di una porzione di terreno a danno di uno dei due proprietari, il confinante risponde avanzando istanza di usucapione. Dall’esame svolto dall’avvocato è emersa una situazione giuridica completamente sbilanciata a favore di chi si arroga, a ragione ma anche a torto, il diritto di usucapire un’area altrui.
Se leggete l’articolo mi farà molto piacere leggere qui le vostre opinioni in merito.

Caro Gianni,
rabbrividisco anch’io nel leggere queste risultanze… alcune contraddizioni tra il penale e il civile sono inevitabili ma davvero beneficiare di un furto in maniera indisturbata sembra fuori dalla realtà.
Più che al legislatore però mi sento di addossare una qualche responsabilità all’avvocato di B che accetta di patrocinarlo in una lite temeraria ed evidentemente strumentale.
A lume di buon senso credo che l’istituto dell’usucapione nasca per salvaguardare lo stato dei beni immobili, i quali hanno sempre una qualche rilevanza per la comunità (visto che il territorio è una risorsa finita) ad esempio togliendo un bosco a chi l’ha abbandonato per affidarlo a chi ha dimostrato di sapersene prendere cura.
Come accade per gli espropri disposti dal pubblico spererei che i nostri giudici individuino una qualche “pubblica utilità” nell’assegnare il bene all’usucapiente (ovvero evitarne l’abbandono) prima di sentenziare l’avvenuta usucapione.

Ad ogni buon conto visto che l’immobile mi sembra recente e non rispetta la distanza minima dai confini ci aggiungerei anche un illecito edilizio…

Ciao Amedeo,
mi fa piacere sentirti sensibile anche a questi temi, ma conoscendoti non mi stupisco.

Per prima cosa mi viene da dire che, tra i Paesi più avanzati, l’usucapione esiste solo in Italia. Con questo non voglio dire che, siccome in altre parti non c’è, allora deve essere per forza sbagliato. Certo è che, quando vedi che tanti altri, del tuo stesso livello, vanno in un’altra direzione, una qualche domanda dovremmo farcela.

alcune contraddizioni tra il penale e il civile sono inevitabili ma davvero beneficiare di un furto in maniera indisturbata sembra fuori dalla realtà.

La cosa allucinante è che non solo il furto non è stato perseguito, ma addirittura diventa un elemento a favore dell’usucapente, nel senso che costui, avendo commesso un reato (ed è quindi un criminale), trae vantaggio da questo reato perché dimostra di aver esercitato il possesso del bene.

Ma come? Io, proprietario del terreno, mi accorco che mi hai tagliato gli alberi e rubato il legname, ti denuncio ai Carabinieri, quindi dimostro di difendere la mia proprietà (e non di disinteressarmene), e cosa mi succede? Che il furto passa del tutto impunito e tu puoi portare la mia denuncia a riprova del tuo diritto all’usucapione?

Ma non ti sembra folle?

Più che al legislatore però mi sento di addossare una qualche responsabilità all’avvocato di B che accetta di patrocinarlo in una lite temeraria ed evidentemente strumentale.

Hai ragione, ma non so se conosci gli avvocati, per loro è “lavoro”, se possono ricavarci reddito …

A lume di buon senso credo che l’istituto dell’usucapione nasca per salvaguardare lo stato dei beni immobili, i quali hanno sempre una qualche rilevanza per la comunità (visto che il territorio è una risorsa finita) ad esempio togliendo un bosco a chi l’ha abbandonato per affidarlo a chi ha dimostrato di sapersene prendere cura.

Sì, il principio istitutivo dell’usucapione era proprio quello, ma valeva in epoca “agreste”, quando il terreno era l’unica fonte di sostentamento, per cui se uno lo lasciava incolto era un “peccato mortale” perché voleva dire non sfruttare quell’appezzamento per i fabbisogni vitali della comunità.

Ma è ancora così?

Prendi il caso che ho descritto, è un terreno in forte pendenza (a parte la zona dove parcheggiano le auto, infatti a loro interessa quella), impossibile da coltivare se non a mano perché se ci vai col trattore ti si ribalta addosso e ci rimani schiacciato sotto.

Quindi non lo coltivo io e non lo coltivi neanche tu. Cosa vuoi usucapire?

Ma poi c’è il problema del presunto disinteresse del proprietario, in forza del principio:

Vigilantibus non dormientibus iura succurrunt

Ma anche qui siamo alla follia allo stato puro.

  1. Ti dico con le buone che stai invadendo la mia proprietà.
  2. Ti mando 3 raccomanate e tu addirittura mi rispondi per raccomandata, con ciò dimostrando che hai preso atto della mia contestazione.
  3. Ti denuncio perché mi hai tagliato alberi del diametro di 1 metro e mi hai rubato il legname.

E questo sarebbe “aver dormito” sul mio diritto di proprietà?

Termino con una frase del noto comico Veneto, Natalino Balasso:

Solo in Italia succede 'ste robe qua !!!

Ciao Gianni,
mi sembra di rivivere gli incubi che ho subito qui dove vivo da qualche anno.
Non ti sto a spiegare quali sono i motivi del contendere però, pur sicuro di avere ragione, non sono ancora riuscito ad ottenere la dovuta ragione e, dopo tutte le spese sostenute in parcelle di Avvocati, ho deciso di rinunciare.
Solo una domanda multipla:

  1. di quante anime è composto il Comune?
  2. Sei sicuro che non ci possa essere connivenza tra il Giudice e il proprietario di B?
    Qui dove vivo io alla fine ho capito che una certa connivenza tra i funzionari del Comune e il mio confinante esiste e per questo motivo ho deciso di rinunciare a una battaglia persa in partenza.
    W l’Itaglia!!!
    Gabriele

Ciao Gabriele e benvenuto in questo nuovo forum.

Il Comune è abbastanza grande 15.000 abitanti, ma il posto è su una frazione.
Naturalmente, essendo in Italia, il pericolo che ci sia connivenza tra il giudice e il proprietario di controparte esiste sempre.
Ma sia io che il mio committente siamo determinati ad andare fino in fondo. Fortunatamente il mio committente è un imprenditore che ha grandi disponibilità economiche (tranne che per pagare il sottoscritto, ovviamente) e questa penosa vicenda l’ha presa come una questione di principio. Pensa che all’udienza per il tentativo di conciliazione, il confinante gli ha proposto una soluzione bonaria offrendosi di pagargli (a prezzo agricolo) lo spiazzo occupato per parcheggiare le auto. Lui gli ha risposto:

Non ti vendo quel terreno neanche se me lo paghi un milione al metro quadrato !!!

Dovessero darci torto in primo grado, la mia e la sua intenzione è quindi quella di andare fino in Cassazione e, se ancora ci danno torto, di adire alla Corte Europea, dando grandissima pubblicità alla cosa, della serie che tiriamo su un casino mediatico stratosferico.

Per noi è una questione di giustizia sociale:

La legge non può essere dalla parte di chi vuole impossessarsi dei beni altrui agendo in malafede e commettendo reati.

Ripeto la frase di Natalino Balasso:

Solo in Italia succede 'ste robe qua !!!

Ciao Gianni, fattelo dire ma non condivido la frase ironica che hai scritto “solo in Italia succede ste robe qua” , forse é un modo di dire, non bisogna fare, come si dice dalle mie parti " tutt erba un fascio" , secondo me possiamo dire solo una cosa: in Italia purtroppo comandano i magistrati, poi queste persone ce ne sono in tutti i paesi, non buttiamo sempre a terra la nostra bella ITALIA.

Ciao Francesco,
quella frase non è mia ma, come dicevo, del noto comico televisivo Natalino Balasso (trovi un sacco di suoi filmati su YouTube). Io ritengo che l’Italia sia un grande Paese, se consideriamo i singoli cittadini. Abbiamo esempi eccellenti in ogni campo e, contrariamente a quanto si pensa, all’estero siamo apprezzatissimi per le nostre capacità e la nostra inventiva.
Ma attenzione, ho scritto “se consideriamo i singoli cittadini”, perché se invece consideriamo l’organizzazione statale, burocratica e farragginosa, facciamo acqua da tutte le parti. E uno dei punti di cui non possiamo certo vantarci è questa assurda normativa che trasforma l’usucapione da leggittimo strumento di contrasto all’abbandono dei terreni in un’arma micidiale per espropriare il proprio confinante.
Per questo ho preso a prestito quella frase di Balasso, perché negli altri Paesi avanzati questo non succede.

Buonasera a tutti
Mi scrive un caro amico che ha letto questo topic e che non può intervenire.
Riporto io il contenuto del suo messaggio:

Egregio geometra Rossi, ho letto quanto si è scritto nel forum Topgeometri sull’usucapione secondo cui sarebbe un immorale esproprio privato, mi permetta di dire che non è così per le ragioni seguenti che ritengo possano interessare i frequentatori del forum:
Bisogna risalire alla Costituzione.
L’ art. 42 testualmente recita: I beni economici appartengono allo Stato ad enti e ai privati. La proprietà privata è riconosciuta dalla legge che ne determina i modi di acquisto di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.
L’ art. 832 del codice civile definisce la proprietà come diritto di godimento dei beni.
Tenuto conto che la sovranità territoriale spetta allo Stato, si deduce che non si trasferisce materialmente il bene, ma il godimento in funzione solidaristica nel senso che se il proprietario si disinteressa di trarre godimento del suo immobile non è conveniente lasciarlo rovinare e quindi può essere utilizzato da chi ne ha bisogno e non ha i soldi per comprarselo.
L’ usucapione è un modo di acquisto a titolo originario di un bene ed occupa il primo posto nella gerarchia degli acquisti della proprietà, perchè non presuppone un possessore precedente; è la migliore garanzia dell’acquisto perchè non ammette diritti di terzi.
Essa si può paragonare all’ adozione di un orfano, e cioè quando l’ uso di un terreno o altro bene diventa orfano del proprietario che può avvenire per disinteresse, per mancata convenienza etc, al proprietario la legge riconosce 20 anni per ripigliarsi il bene, quindi, se non lo fa costituisce un rifiuto tacito del diritto di rivendicazione, ci sono altre forme di usucapione oltre all’ordinaria.
Per esempio nelle zone montane è ridotta a 15 anni sempre mirata allo sfruttamento che produce benessere sociale.
L’ usucapione presuppone l’ assenza dell’uso da parte di una persona e lo jus possidendi dell’altra, che consiste nel mantenimento del diritto di possesso.
L’usucapione è previsto anche per i beni appartenenti ad enti pubblici sdemanializzati formalmente o informalmente: un caso tipico deriva della “sdemanializzazione tacita” che si concretizza con atti e fatti di univoca direzione per cui non è conveniente continuare l’uso pubblico e spendere soldi per la manutenzione di un terreno che non gli serve, in tal caso il bene è regolato dl codice civile, per cui, chi lo possiede può chiedere in giudizio l’ acquisto della proprietà per usucapione dimostrando la sdemanializzazione tacita.
Allo steso modo si creano le servitù pubbliche di transito, nel senso che il proprietario di un terreno ne consente il passaggio continuato nel tempo ad una collettività indeterminata.
Il possesso non si interrompe con un invito alla restituzione per lettera raccomandata ma con la dimostrazione che il bene sia stato usurpato al proprietario che può avvenire sia in forma amichevole e sia in giudizio.
Distinti saluti
Nino Lo Bello

Perché non può intervenire?
Chi gli ha impedito di registrarsi al sito e di scrivere direttamente lui qui sul forum?

PER NINO LO BELLO

Caro Nino Lo Bello,
avevo ricevuto questa tua lettera ma, fosse stato per me, non l’avrei pubblicata. Per farlo mi sarei infatti aspettato, già fin dalla prima riga, le scuse per quella telefonata in cui mi hai minacciato di azioni verso il mio Collegio di Padova; peraltro riattaccando immediatamente il telefono in segno di netta chiusura a qualsiasi chiarimento. Non che la tua minaccia mi preoccupasse, sia chiaro. Il mio Presidente si sarebbe messo a ridere sentendo le tue “accuse” nei miei confronti circa fatti che niente hanno a che fare con la professione. Tuttavia, anche se non hai dato seguito a quella minaccia, ho trovato ignobile quel tuo comportamento.
Nonostante ciò, non avrei fatto una piega se tu ti fossi registrato autonomamente a questo sito e avessi scritto direttamente quella lettera. Questo perché è mia espressa volontà che il forum sia fruibile a chiunque indipendentemente da eventuali questioni personali con il sottoscritto. Prendi Carlo Cinelli per esempio, con lui abbiamo avuto contrasti di un’asprezza inaudita, con offese ed epiteti pesantissimi. Ma né io né lui abbiamo mai nemmeno pensato di risolvere le nostre questioni personali rivolgendoci a terzi, men che meno ad Enti istituzionali come i Collegi di appartenenza. Quindi Carlo si è tranquillamente registrato al sito e ha iniziato a scrivere le sue opinioni tecniche senza problemi. E a me ha fatto solo che piacere, così come mi farà piacere se lo farai anche tu. Ma non puoi pretendere che sia io stesso a pubblicare una tua lettera, dopo quell’odiosa telefonata rimasta tuttora senza scuse.
Pertanto, se vuoi continuare a scrivere su questo forum, puoi farlo liberamente, ti basta registrarti al sito e rispettare le regole che ti avevo già chiarito su www.riconfinazioni.it e che, a scanso di equivoci, ti ribadisco anche qui si seguito.
Se vuoi portare avanti la tesi che le controversie sui confini vanno risolte in funzione della superficie in capo ai contentendenti, lo puoi fare tranquillamente, ma devi farlo seguendo questi passaggi:

  1. Apri tu stesso un nuovo argomento nella sezione Riconfinazioni dandogli per titolo, ad esempio: La superficie quale elemento dirimente nelle controversie sui confini.
  2. Su questo topic scrivi tutto quello che vuoi accettando ovviamente anche le repliche di chi non condivide la tua opinione.
  3. Quello che non devi fare è ripetere pari-pari tutta la tua tesi negli altri topic della sezione Riconfinazioni, così come facevi su www.riconfinazioni.it, motivo per il quale, dopo diversi avvertimenti, sono stato costretto ad estrometterti dal forum. Sugli altri topic della sezione Riconfinazioni, se proprio vuoi far presente la tua tesi, potrai semplicemente intervenire facendo un richiamo al tuo topic di cui al punto 1 qui sopra.

Se ti comporterai così, qui sei il benvenuto. Se poi ti scuserai per quella telefonata, meglio ancora, altrimenti non importa.

SUL TEMA DELL’USUCAPIONE

Caro Nino Lo Bello,
vedo che tu non hai colto il senso del mio articolo della pagina principale.
Io non metto in discussione la legislazione vigente che ammette l’usucapione, anche se ho qualcosa da dire anche su quella, ma lo farò alla fine.
Ci sono gli articoli della Costituzione e del Codice Civile che prevodono tale modalità di acquisire la proprietà di un immobile? Bene, dobbiamo rispettarli, che ci piacciano o no.
Quello che io trovo avvilente e indegno di un Stato civile è la totale mancanza di riconoscimento delle azioni che pone in essere il legittimo proprietario per difendere la sua proprietà dalla malafede del presunto avente diritto all’usucapione.
Considera il caso del mio committente:

  • non appena si è reso conto dell’invasione del vicino, lo ha ammonito verbalmente a non proseguire tale invasione;
  • risultato vano l’ammonimento verbale, gli ha scritto 3 raccomandate A.R., ricevendone addirittura risposta scritta, prova inequivocabile di ricezione della diffida a proseguire l’invasione;
  • accortosi del taglio degli alberi ad alto fusto e relativo furto del legname, ha sporto denuncia ai Carabinieri, denuncia che, pur se contro ignoti, presupponeva forti indizi a carico del confinante.

Pertanto, caro Nino Lo Bello, chiedo a te e a tutti:

  • Come possono le azioni di cui sopra non essere considerate una valida difesa della proprietà?
  • Perché, se io voglio far cessare la decorrenza dell’usucapione, esperite le azioni bonarie di cui sopra, devo per forza agire con violenza nei confronti del vicino per fargli sospendere di fatto l’invasione?
  • Perché, se io voglio far cessare la decorrenza dell’usucapione, devo per forza spendere soldi con un Avvocaro e avviare un’azione legale.
  • Perché, se io querelo l’invasore per il reato di cui all’art. 633 del codice penale (Invasione di terreni o edifici) e costui viene condannato, nemmeno in tal caso si interrompe l’usucapione?
  • Come può un comportamento in malafede (o addirittura criminale) dare a chi lo compie un vantaggio reale in termini civili?

Questo è il senso del mio articolo, caro Nino Lo Bello.
Quanto alla legislazione vigente che ammette l’usucapione, pongo altri interrogativi:

  • Nell’era attuale ci sono ancora i presupposti socio-economici alla base dell’acquisizione di proprietà per usucapione?
  • I terreni agrari o boschivi sono ancora oggi il mezzo di sostentamento principale della popolazione, tale da giustificare l’usucapione?
  • Perché mai io non posso acquistare un terreno senza alcun pregio di natura economica per lasciarlo in eredità ai miei figli, senza dover preoccuparmi che il vicino, in malafede e pretestusamente, ne rivendichi l’usucapione.

Dire che è giusto così perché lo dice la Legge significa negare la possibilità di evoluzione di una Nazione.

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NINO LO BELLO.A proposito dell’ usucapione, premetto che qui in Sicilia usiamo un lessico diverso da quello che si usa a nord d’ Italia, Il siciliano è una lingua più antica dell’ Italiano, essa deriva dal latino, dal greco, dall’ arabo,dai fenici insomma da quelle dei popoli che si affacciano nel Mediterraneo; tanti vocaboli sono rimasti tali e quali:; per esempio nelle frasi il verbo si mette all’ ultimo come nel latino; “frattanto” si dice “derimu”, che deriva dal latino “interim”, " “midemma” vuol dire medesimo, da " idem"; tannu" vuol dire “allora”, proviene da greco antico " otan"; “tannura” viene dall’ arabo e vuol dire fornello, Sono tutte parole che qui si usano ogni giorno, quindi si possono verificare incomprensioni; detto ciò Il mio scritto in tema di usucapione non era quello di offendere Gianni o altri, ma per dare la giusta spiegazione del termine “’ usucapione” , e trova la sua sostanza nella continuazione della "produttività o utilizzo in funzione sociale"come impone la Costituzione.La “sdemanializzazione tacita” serve appunto per non fare deperire un bene che non serve alla collettività e che un ente pubblico ha trascurato da tempo alla manutenzione. . La certezza dell’ appartenenza al demanio pubblico, cioè all’ utilizzo pubblico di una una strada dalla collettività generale, non si può desumere necessariamente dalle iscrizioni catastali o dalla toponomastica, che, come tutti sappiamo non sono probatorie, ma della continuità di possessi da un soggetto a cui è successo un altro , e questo vale anche per le strade in disuso, quindi quando si trovano relitti non più utilizzabili dalla collettività non è conveniente abbandonarli per sempre. Uno dei casi di incertezza della proprietà di una strada in capo allo Stato è quello delle “comunali” . esistenti prima dell’ impianto delle mappe catastali. La denominazione è tecnica ma non vuol dire che appartengono ai comuni necessariamente, perchè prima dell’ unità di’ Italia, quasi sempre erano state costruite per collazione dei proprietari dei terreni latistanti, Quindi sono diventate “comunali” per denominazioni ma non per proprietà, però esse dovevano servire da collegamento dai centri abitati alle stazioni ferroviarie o ad un’ altra località di interesse pubblico. Quindi quando tale funzione cessa e ne cessa la manutenzione nel tempo, il suo tracciato va a scomparire nel tempo, per cui se qualche relitto serve a un proprietario latistante è legale acquistarlo per usucapione derivante da sdemanializzazione tacita. Geometra Nino Lo Bello

Ciao, Gianni, non mi voglio occupare di riconfinazioni dal punto di vista catastale moderno perchè ti dò atto che tu ne sai molto più di me, ma delle molte sfaccettature che si presentano caso per caso dal punto di vista legale, giuridico, giudiziale etc. Per quanto riguarda l’ usucapione di cui mi parli c’ è da stare attenti perchè si basa su un bene che, in funzione sociale, possa dare una rendita a chi lo possiede e non solo per il possesso temporale di 20 anni o di meno se si tratta di usucapione abbreviata. L’ usucapione matura per il possesso nel termine di scadenza di cui il proprietario se ne è privato , e, principalmente, perchè non l’ ha fatto fruttare, quindi se un soggetto l’ ha posseduto per un anno e poi il possesso è passato ad un terzo, si somma con quello precedente, Tieni presente che se il possessore, lo trascura per un anno, cioè si spossessa per un anno, perde il diritto di usucapione. Essa non si interrompe durante l’ azione giudiziaria e nemmeno con una lettera di diffida. A quanto ho capito uno degli avvocati vuole fare il furbo. Comunque tieni presente che la parte che rivendica il bene deve dimostrare di avere avuto il possesso pubblicamente e in buona fede e di essere proprietario ai sensi dell’ art. 2697 del c.c.

Ciao Nino,
concordo con quello che hai scritto sull’usucapione. Tuttavia io sostengo che questo istituto va assolutamente rivisto dal legislatore alla luce della diversissima realtà socio-economica attuale rispetto a quella nella quale è stato istituito, quando la sussistenza della popolazione dipendeva quasi esclusivamente dallo sfruttamento agricolo dei terreni.
Riprendo quindi questo tuo passaggio:

Ti porto l’esempio del caso che sto seguendo e che trovi nell’articolo nella pagina principale del sito. Si tratta di un terreno in collina in forte pendenza, un tempo adibito in parte a bosco e in parte a pascolo. Ora, il pascolo è sparito ormai da decenni in tutta l’intera area geografica (Pedemontana Veneta) non essendo più un’attività economicamente conveniente. Di conseguenza il mio committente ha tranquillamente lasciato che le aree originariamente adibite al pascolo fossero invase anch’esse dal bosco, dato che questa destinazione gli garantisce un maggior sfruttamento (taglio sporadico di legname) non fosse altro per i minori costi rispetto a qualsiasi altro utilizzo agrario.
Ebbene, il confinante (in totale malafede) vuole far credere che questo rimboscamento dell’area originariamente a pascolo dimostri il disinteresse del mio committente a favore invece di un suo presunto possesso del terreno (in realtà tutto da dimostrare).
Ti sembra che, nel 2020, possa ancora configurarsi il “mancato sfruttamento” di un’area adibita a pascolo in una zona geografica in cui il pascolo non è più praticato da decenni?

Poi riprendo anche questo punto:

No, qui in parte sbagli. Sono andato a fondo della questione con l’avvocato:

l’unica possibilità di interrompere l’usucapione e proprio (e soltanto) l’azione giudiziaria

intendendosi anche il solo avvio dell’azione stessa (non serve cioè essere arrivati a sentenza).

È vero invece che le lettera di diffida (raccomandate) non interrompono l’usucapione e nemmeno la querela per il reato di cui all’art. 633 del codice penale. Cioè, tu invadi la mia proprietà, io ti querelo ai sensi dell’art. 633 del codice penale. Tu vieni condannato, ma mantieni la continuazione del periodo idoneo all’usucapione.

Incredibile, ma vero !!!

Guarda qua:

Ciao Gianni, l’ usucapione del diritto di godimento della proprietà è un esproprio legale, ma non legalizzato, e si interrompe dopo la sentenza del giudice alla data dell’ inizio dell’ azione legale, ma in tale arco di tempo la controparte ha continuato a usare il bene e di averlo fatto fruttare in funzione sociale come impone l’ art. 42 della Costituzione, quindi se la sentenza è negativa l’ usucapione diventa titolo di proprietà e va trascritta la sentenza e volturato il bene. Per quanto riguarda il filmetto non sono d’ accordo perchè è uno spot di quel personaggio che vuole ottenere iscrizioni nel suo forum: parla pure lui di esproprio “legalizzato” mentre è giusto che dice che l’ appropriazione del bene deve avvenire " nec vi, nec clam, nec precario" . Per quel che attiene al bosco penso che il tuo cliente abbia ragione però non ho capito chi era il proprietario ai tempi in cui era pascolo-

Ciao, Gianni, riprendo sull’ argomento sull’ usucapione contro l’ opinione che sia un " esproprio legalizzato" a guisa da assimilarla a un furto. Non è così. L’ art. 1 della Costituzione dispone che l’ Italia è fondata sul lavoro, mentre l’ art. 4 dispone che garantisce il diritto al lavoro e promuove le condizioni per concretizzare tale diritto. Ai tempi dei Romani il diritto di proprietà era considerato come lo " jus utendi et abitendi re sua" e cioè il diritto di usare e di abusare della sua cosa, sostanzialmente non si riferiva all’ immobile in quanto tale, esso sta fermo , inerte, ma vive coltivandolo o usandolo i qualche modo: e un esempio famoso si trova nell’ libro terzo del’ Eneide, quando Enea, esule, lacrimans, da Troia distrutta dai Greci, arriva nella Tracia e narra “Traces arants” cioè era coltivata da loro. Il secondo capoverso dell’ art. 4 dice che tutti devono lavorare per il progresso della Nazione. L’ usucapione è il più nobile modo di acquisto della proprietà nel senso che tiene in vita la capacità produttiva del bene. La parola usucapione è composta; e proviene dal latino usus et capio che vuol dire “prendo l’ uso” perchè l’ altro lo ha abbandonato oppure ha perso il diritto dell’ uso, d’ altra parte le imposte sugli immobili non si pagano sull’ uso che se ne fa?

Caro Nino,
mi complimento ancora una volta con te per la tua grandissima competenza in materia di diritto e sono molto contento di poter aumentare le mie conoscenze sul tema leggendo i tuoi post.
Quello che dici è sacrosanto, ma io pongo un altro problema, mi domando cioè se, nell’epoca in cui viviamo, il terreno, in alcune situazioni, abbia ancora la valenza che tu citi, cioè quella di costituire la fonte di sostentamento primario della popolazione.
Secondo me, in molti casi tale valenza non esiste più.
Prendi questo mio incarico, ad esempio. È un terreno in forte pendenza, impossibile da lavorare con mezzi meccanici, infatti un tempo era adibito a bosco e a pascolo, le uniche due attività che puoi svolgere senza l’ausilio di tali mezzi. Ora il pascolo non fa più parte dell’economia della zona, pertanto il mio committente ha ritenuto conveniente lasciare che il terreno ad esso adibito andasse anch’esso soggetto al rimboschimento.
Come puoi pensare che questo comportamento possa essere qualificato come “abbandono” del bene e che, come tale, vada a nuocere al “sostentamento sociale”, al punto da consentirne l’esprorio da parte di chi vuole appropriarsene con la malafede.
In questi casi, sempre a mio avviso, si tratta di un esproprio legalizzato.

Ciao, Gianni, mi pare che il tuo assistito abbia tenuto in efficienza il bosco traendone la legna da ardere, mentre l’ altro non ne aveva interesse, ma l’ aveva sul pascolo trascurando l’ efficienza del bosco, se è così non c’ è dubbio che il tuo committente sia diventato il proprietario esclusivo del bosco perchè l’ altro se ne è spossessato non alimentando il pascolo e non facendolo pascolare, mentre il tuo committente ha continuato a rendere efficiente il bosco e trarne ricchezza. Se uno non si cura di mantenere il possesso, gli scade in un anno, mentre l’ usucapione di fronte a chiunque, in zona montana matura in quindici anni, perchè potrebbero esserci altrì soggetti a vantare diritti di godimento sul bosco. Comunque se risulta registrato nei PP. RR.II. a suo nome non c’ è bisogno dell’ usucapione perchè il terreno boscheto è suo in forma esclusiva garantita dall’ art. 42 della Costituzione. Nel caso in cui sia trascritto a nome di tutti e due si fa l’ usucapione che per il tuo cliente costituisce una formalità. Tieni comunque presente che gli avvocati fanno solitamente i furbi, attirano l’ avversario nel loro campo per fotterlo magari con una falsa testimonianza. Comunque sarebbe bene che io leggessi l’ atto di citazione dell’ avversario per vederne i trucchi, perchè basta una virgola, o una parola per un’ altra, per cambiare il significato delle ragioni vantate.

Caro,Gianni, tieni presente che la funzione sociale della proprieta non sta nel senso che direttamente tutti ne traggano beneficio perchè è assurdo, ma è indiretto, nel senso se io faccio fruttare il bosco e trarne legna da vendere o per autoconsumo concorro al’ aumento del Prodotto Interno Lordo e quindi minore importazione di combustibili dall’ estero. Non merito complimenti per la conoscenza di queste cose perchè è merito mio, ma perchè in talune circostanze sono ne stato costretto, e una per mantenere il mio onore.

Ciao Gianni mi unisco solo per dire questo: dalle mie parti ci sono boschi che vengono tagliati meriamente una volta ogni 20 ma anche 30 anni… ora io proprietario che nel periodo tra un taglio e l’altro raramente effettuerò interventi nel bosco, dovendo aspettare il periodo di taglio successivo, non dovrei essere accusato di abbandono del bene e quindi un terzo può vantare usucapione sullo stesso… ci sono fattispeci tipo questa in cui la mancanza di interventi sul bene non è per inerzia dovuta all’abandono ma per mancanza di presupposti chiamiamioli manutentivi, non essendo necessario alcun mio intervento.

E’ vero quello che dice Roberto, il mantenimento in vita di un bene produttivo è variabile di caso in caso: per esempio se un terreno è seminativo la manutenzione è annuale, per l’ uliveto varia, prima decorre il tempo dell’ impianto, variabile poi la potatura e il raccolto annuale . Il presupposto dell’ usucapione è il possesso di un bene allo scopo del mantenimento produttivo in qualsiasi modo per ridurre la povertà della nazione e deve avvenire pubblicamente, ininterrottamente, senza violenza e clandestinità.