Riconfinamento: assenza di termini, assenza di PF

Buongiorno a tutti.
Grazie per avermi accettato nel vostro forum. Sono Andrea Di Martino e sono un giovane geometra che ha molto da imparare. Purtroppo non sono molto pratico di forum quindi spero di esporre il mio quesito nel posto giusto.
Mi trovo davanti a una situazione particolare per un riconfinamento.
Sì tratta di dover riconfinare un terreno agricolo nel quale non è presente nessun termine di quelli segnati in mappa. I punti fiduciali sono deteriorati e non tutti sono vicini. In catasto non hanno nessun libretto derivante da frazionamenti nemmeno di terreni vicini. Io volevo procedere inizialmente con un rilievo per battere più punti possibili ma come già detto non avrei modo di battere nessun punto significativo in quanto non ci sono ne muretti o cose simili che mi potrebbero indicare quali potrebbero essere i vertici del mappale.
in allegato carico una mappa i riconfinamenti riguardano la particella1 e 8.
Spero che mi potete essere d’aiuto e ringrazio in anticipo

10 messaggi sono stati uniti ad un Argomento esistente: Come risolvere una riconfinazione secondo il geom. Nino Lo Bello

Ciao Andrea,
non ascoltare quello che dice Nino sulla risoluzione di un confine sulla base delle superfici, è una sua convinzione personale che non trova alcun riscontro nella realtà giuridica. Prova a chiedere a Nino di citarti sentenze che abbiano sancito il confine basandosi sull’estensione dei fondi interessati. Non te ne citerà nemmeno una, semplicemente perché non ce ne sono.
È vero che l’art. 950, l’unico che regola le dispute tra confinanti, pone la mappa quale elemento sussidiario cui ricorrere soltanto in mancanza di altri mezzi di prova. Ma l’esperienza di noi tutti ci insegna che 8 volte su 10 tale “mancanza di altri mezzi di prova” si verifica, e quindi il giudice ricorre alla ricostruzione del confine catastale affidandola ad un CTU.
Ma visto che nel tuo caso non sussiste la disputa, il problema non si pone.
Se vuoi verificare i confini del tuo committente, visto che non esistono termini o altri elementi che sanciscano il confine di fatto, io ti consiglio proprio di ricostruire le linee dalla mappa catastale per verificare se corrispondono tuttora allo stato dei luoghi. Dopodiché, sulla base di questa verifica, il tuo committente avrà modo di decidere se coinvolgere o meno i confinanti, nel caso in cui rilevasse una qualche invasione della sua proprietà.

Quale mappa devi usare?
Quella che ha sancito il confine.
Quindi, quella d’impianto se il confine è tuttora quello definito all’impianto. Altrimenti devi reperire gli atti catastali di aggiornamento (TF e/o TM) che hanno creato le linee di confine. Quest’ultimo caso si suddivide in due categorie a seconda che l’atto catastale sia “autonomamente ricostruibile” oppure “non autonomamente ricostruibile”. Nel PDF che trovi nel link qui sotto, tratto dal mio libro Tecniche di riconfinazione, puoi vedere come comportarti nelle tre situazioni dette.

Casistiche_riconfinazioni.pdf

Un altro consiglio che ti do, visto che sei alle prime armi, è quello di seguire uno dei corsi di base sulle riconfinazioni che puoi trovare sul sito www.corsigeometri.it.

Spero che quanto sopra ti sia utile.

geom. Gianni Rossi
Responsabile corsi online del Collegio Geometri e G.L. di Padova
cell. 3202896417
Email: gianni.rossi@corsigeometri.it
www.corsigeometri.it
www.topgeometri.it

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14 messaggi sono stati uniti ad un Argomento esistente: Come risolvere una riconfinazione secondo il geom. Nino Lo Bello

Ciao a tutti, grazie per le risposte, Gianni seguirò il consiglio dei corsi. In qualunque caso, forse dovuto anche alla mia poca esperienza, chiedo a Nino se è così gentile a spiegarmi come fare per per procedere con l’operazione inversa servendomi della mappa catastale.
Quanto meno a titolo informativo sia a me che magari ad altri utenti che leggono il forum.

Buongiorno a tutti,
premetto che sono anch’io un geometra giovane e quindi non mi permetto di insegnare niente a nessuno.
Il mio intervento, non vuole essere una critica, ma vuole solo esprimere il mio punto di vista, in quanto mi trovo in disaccordo su alcuni aspetti illustrati nei post precedenti.

Nota dell’amministratore del forum:

da questo messaggio è stata rimossa la parte di testo che rispondeva a Nino Lo Bello, l’intero messaggio integrale è stato spostato nel topic:
Come risolvere una riconfinazione secondo il geom. Nino Lo Bello

Il consiglio che posso dare ad Andrea, è innanzitutto quello di reperire la mappa di impianto (quella postata, non è di impianto), in seguito di ricercare e rilevare quanti più punti possibile nelle vicinanze del confine da ricostruire (ovviamente detti punti devono essere presenti anche sulla mappa di impianto. Rileva ad esempio spigoli fabbricati, vecchi cippi, ecc.).
Per verifica, rileva anche gli assi dei fossi ed i cigli stradali (tenendo conto che nel corso di circa 100 anni la loro posizione può essere mutata, quindi non considerarli nel calcolo della rototraslazione).
In seguito, una volta applicata la georeferenziazione parametrica alla mappa di impianto, bisogna effettuare la rototraslazione mappa-rilievo (con questo passaggio riesci ad escludere i punti omologhi mappa-rilievo che presentano scarti elevati e che quindi non sono attendibili) e riesci ad ottenere le coordinate per il tracciamento. Verifica anche se ci sono state modifiche delle dividenti nel corso degli anni (frazionamenti ante/post circolare 2/88, ecc.).

Buona giornata a tutti.
Andrea

Nota dell’amministratore del forum

Come vedete dal post qui sopra di Andrea Cordella, ho rimosso da questo topic tutti i messaggi di Nino Lo Bello e di quelli che gli hanno risposto, spostandoli nel nuovo topic:

Come risolvere una riconfinazione secondo il geom. Nino Lo Bello

Tali messaggi, infatti, non hanno niente a che vedere con il caso concreto posto da Andrea Di Martino in quanto riguardano personalissime convinzioni del geom Nino Lo Bello. Come ho premesso nel nuovo topic di cui sopra, non ho nulla in contrario a che Nino esprima tali sue convinzioni, né tanto meno che altri utenti gli rispondano. Ma non posso ammettere che ogni nuovo caso di riconfinazione postato da un forumista venga inquinato da tutte le solite trattazioni di Nino perché ciò crea solo un’enorme confusione con conseguente perdita dell’oggetto stesso postato dal forumista che ha posto il suo caso.

Spero che sia Nino che chi gli ha risposto condivida questa mia impostazione.

geom. Gianni Rossi
Responsabile corsi online del Collegio Geometri e G.L. di Padova
cell. 3202896417
Email: gianni.rossi@corsigeometri.it
www.corsigeometri.it
www.topgeometri.it

Un messaggio è stato unito a un argomento esistente: Come risolvere una riconfinazione secondo il geom. Nino Lo Bello

Ciao Nino,
come vedi ho spostato il tuo ultimo messaggio nell’altro topic (clicca sul link qui sotto) dove ti ho risposto:
Come risolvere una riconfinazione secondo il geom. Nino Lo Bello

Potresti vedere in qualche società aerofotogrammetrica per delle ortofoto al 2000 a distanza di qualche anno o eventualmente degli estratti di mappa sempre al 2000 e studiare la problematica. La strada giusta comunque è quella di appropriarti del titolo di proprietà e, insieme a un geometra, mappare il territorio circostante in maniera proporzionale. Ovviamente non tutte le porzioni di terreno hanno lo stesso valore, dipende dal PRG e dall’eventuale esistenza di vincoli. Il compito del tecnico, in questo frangente, è quello di effettuare una rilottizzazione ove lo ritenga equo.