Salve sono nuovo del forum e sto leggendo con molto interesse il libro il libro di Gianni “Tecniche di Riconfinazioni”. L’argomento in questione è la rototraslazione ai minimi quadrati.
Chiedevo se a qualcuno è capitato di esaminare il perché della disuniformità nel calcolo degli scarti tra l’esempio di pag. 482, con annessa dimostrazione grafica di pag. 484 e seguenti, ove gli scarti vengono calcolati con( A * X- Tnoti), considerando il rilievo scalato e poggiato sulla mappa, con l’esempio del video del 21/03/2020 “Come risolvere le riconfinazioni con Excel - 1a Edizione - Lezione 2”, ove al contrario (e giustamente come spiegato : è sempre la mappa che va adattata alla realta!!!) viene considerata la mappa scalata ed il rilievo rototraslato rigidamente sulla mappa scalata, ove si ottengono scarti diversi da ( A * X- Tnoti), che differiscono da questi ultimi ovviamente per l’inverso del fattore di scala.
Mi chiedo c’è un motivo perché venga considerata questa doppia modalità di definizione degli scarti, che a me sfugge?
Ed in ultimo, gli scarti non dovrebbero essere definiti in modo univoco?
In altre parole, fermo restando che ai fini della riconfinazione debbo sempre scalare la mappa e mai il rilievo, chiamo scarti quelli ottenuti dal calcolo ( A*X- Tnoti), derivanti dal rilievo scalato poggiato sulla mappa, o quelli derivanti dalla mappa scalata e dal rilievo rototraslato? O indifferentemente gli uni e gli altri, come fatto nei due esempi sopra descritti, basta intenderci?
Grazie