Stato d'impianto situazione attuale

Buongiorno mi trovo a dover affrontare una riconfinazione, molto delicata, di un lotto che ricade su un’area completamente stravolta negli ultimi 40-50 anni. Gli unici elementi presenti nella mappa d’impianto, più o meno vicini all’area da riconfinare, sono stati tutti demoliti. La domanda che rivolgo ai colleghi che frequentano il forum è molto semplice: come fareste voi in queste situazioni, la cosa più semplice sarebbe rinunciare all’incarico ovvio, ma non sembra molto professionale. Sono molto combattuto e preoccupato su come affrontare questo problema. Qualcuno può suggerirmi una strategia operativa da seguire? Per chiarezza allego alcune immagini più esplicative delle parole.
Grazie per l’attenzione e ringrazio anticipatamente.
Mario
area_intervento

Ciao, Mario,
giuridicamente valgono confini attuali, anche se differiscono da quelli della mappa, perchè sono stati condivisi dai vari proprietari in modo tacito da diversi decenni. La mappa non è probatoria. Cordialità.

Ciao Mario,
premesso che vale quanto dice Nino, e cioè che, qualora la questione andasse per vie legali, la mappa è l’ultimo elemento che il giudice prende in esame, e lo fa solo “in mancanza di altri elementi”. Tuttavia sappiamo bene come questa evenienza si verifichi spesso proprio perché le parti non sono in grado di produrre altri elementi probatori.

Venendo al caso che hai postato, è evidente che, non disponendo di punti di inquadramento vicini al confine, devi giocoforza appoggiarti a punti più distanti. Questo ovviamente aumenta l’incertezza del risultato, ma non c’è altro da fare.
Guardando la mappa che hai postato (fuori scala), non sono in grado di stabilire a che distanza si trovano i tre fabbricati d’impianto che hai indicato in verde, ma a occhio non mi sembra nemmeno una distanza abissale. Quindi io procederei senz’altro con quelli. Naturalmente te ne servirebbe almeno un quarto a Sud del lotto da riconfinare per inglobare quest’ultimo all’interno del poligono di inquadramento. In mancanza di questa possibilità, dovrai individuare un trigonometrico (meglio se sempre a Sud), da osservare solo angolarmente, che ti permetta di correggere l’errore di rotazione della rototraslazione ai minimi quadrati sui tre punti che disponi. In questo caso dovrai applicare la variante “orientata” della rototraslazione o l’apertura a terra multipla. A questo proposito, ti tiporto qui sotto il link al brano del mio nuovo libro in cui descrivo sommariamente queste due tecniche. Se ti interessa la loro spiegazione dettagliata, la trovi sul libro Tecniche di riconfinazione ai capitoli ad esse dedicati.

Rototraslazione_orientata_Apertura_Terra_Multipla.pdf

geom. Gianni Rossi
Via B. Sacchi, 9
36061 - Bassano del Grappa (VI)
Responsabile corsi online del Collegio Geometri e G.L. di Padova
cell. 3202896417
Email: gianni.rossi@corsigeometri.it
www.corsigeometri.it
www.topgeometri.it

Ringrazio i colleghi Nino e Gianni, rileggendo quanto da me scritto mi sono reso conto di non aver specificato che gli elementi segnalati nella mappa d’impianto (nel riquadro verde), non sono più rintracciabili sul posto, il riquadro verde sulla mappa attuale individua la loro precedente posizione, materialmente non ci sono più. Erano gli unici punti di appoggio nel deserto della mappa di allora.
Grazie per il vostro aiuto.

Ciao Mario,
beh, allora la cosa si complica molto. Tuttavia una strada la devi trovare.
Ad esempio, hai indagato con scrupolosità sullo stato dei luoghi del lotto da riconfinare? Sei sicuro che non esistano elementi naturali (scarpate, fossette di scolo, ecc.) o manufatti (recinzioni anche posticce, ecc.) che indivuduano i confini?
Hai indagato sugli atti di trasferimento che riguardano le particelle oggetto della verifica?
Se hai svolto tutte queste ricerche con esito negativo, non ti resta che individuare comunque sul posto dei punti omologhi con la mappa. Possono essere fabbricati d’impianto più distanti, ma anche punti vicini pur se meno stabili nelle vicinanze, come strade o corsi d’acqua. Naturalmente in questo caso l’incertezza aumenta, ma faresti comunque la ricostruzione meno peggio. Tani diceva:

Solo una è la considerazione che deve guidare le scelte operative: la concreta possibilità che un eventuale tecnico antagonista possa, nella fattispecie, operare in modo migliore.