Annullamento dopo l’approvazione automatica di un atto di aggiornamento

Relativamente alla discussione apertasi durante il corso “Pregeo base e avanzato” di questi giorni, e relativa alla comunicazione postuma di annullamento di un atto di aggiornamento da parte dell’AdE la quale cita la Circ. 3 del 16.10.2009, ho approfondito il tema con la lettura della circolare 3/2009 e della 30 del 29.12.2014 che pareva essere più esplicita, al punto “4.4 Riposizionamento del fabbricato” in ordine alle motivazioni della sospensione.

Ebbene, la Circolare 3/2009, nell’Art. 8 “Controlli effettuati dall’Ufficio dopo la registrazione negli archivi del catasto e riconsegna degli atti di aggiornamento approvati”, dispone le modalità di intervento dell’Agenzia quando “l’atto di aggiornamento risulta incompleto o non correttamente redatto, ma ha superato i controlli automatici implementati ed è stato comunque approvato e registrato.” Dispone quindi che l’Ufficio debba provvedere “ 1) al ripristino, negli atti catastali cartografici e censuari, della situazione precedente all’aggiornamento ed all’apposizione, alle particelle interessate, della seguente annotazione di stadio: “Atto di aggiornamento prot… presentato in data…, non registrato in quanto non conforme alle disposizioni vigenti”; 2) alla notifica, al tecnico redattore ed alle parti interessate, del ripristino della situazione precedente l’approvazione, evidenziandone le cause.

E’ evidente quindi che la Circolare 3/2009 non entra in questioni di merito che restano in capo al tecnico, ma ne definisce esclusivamente le modalità operative in caso di un atto non correttamente redatto. Per tale motivo l’Agenzia notifica ai sensi della Circ. 3/2009 anziché la 30/2014 che genericamente parla di riposizionamento del fabbricato assimilandola, esclusivamente dal punto di vista cartografico e non dal punto di vista civilistico o edilizio-urbanistico, alla demolizione e riposizionamento dello stesso.

Per il resto, con relazione al merito dell’annullamento, ovviamente ci sarebbe da discuterne, ma anche qui appare evidente che si tratta di un atteggiamento dettato dalla cautela e dalla nota rigidità normativa che gli uffici utilizzano a sostegno del proprio operato.

Non capisco infatti, riferendomi proprio al caso del riposizionamento di un fabbricato senza una reale demolizione, quando vengono condotte misure strumentali che si appoggiano ai confini del reali del lotto per quale motivo le stesse debbano essere considerate ausiliarie a quelle effettuate con appoggio ai PF quando, senza tema di mentita, ogni tecnico di buonsenso attribuisce un peso preponderante agli elementi di prossimità all’oggetto del rilievo che spesso esprimono anche una condizione di esercizio del diritto reale sulla proprietà.

Buon lavoro a tutti.

Non sono d’accordo. Perchè il lotto rilevato è di parte e non concordato con i confinanti. Se si rileva una condizione diversa del lotto, si dovrebbe procedere per usucapione salvo buon fine di causa.

Perdonami Gionata, ma per inserire un fabbricato in mappa, quando i confini della particella corrispondono alla cartografia catastale, per quale motivo dovrei confrontarmi con i confinanti quando non vi è nulla da mettere in discussione?

Bisogna partire da un assunto. La mappa wegis non è una certezza per utilizzarla a scopo civilistico.
Lo scopo del wegis (vettorizzato) è come quello di una ragnatela dove l’insetto si posa e lì rimane.
L’importante è dare le misure corrette (il libretto). Infatti, quando si fa un frazionamento, la dividente rilevata non chiude mai sul wegis. Pertanto graficamente (nella Proposta di Aggiornamento) devi “accompagnare” il vertice della nuova dividente sul supporto wegis (vettorizzato) nel miglior modo possibile. E per questo è importante non acquisire mai dati numerici dal wegis, perchè è un pò come una maglia elastica. Vale solo il libretto delle misure e al più la mappa d’impianto quando la linea provenga da essa. Per ciò, nel caso che avevi esposto in altro post, bisognava “accompagnare” i vertici del manufatto su la linea “nera” del wegis, ponendo attenzione che il lato del manufatto in aderenza al “confine”, deve essere vettorizzato in colore NC (Nero Continuo). Per ciò, la linea NC, puoi di per sè interpretarla come linea di confine, ma non che possa essere il “confine vero”.