Come risolvere una riconfinazione secondo il geom. Nino Lo Bello

Ciao Nino.

Credimi che non c’è nessun clima contro di te. Io cononosco personalmente tutti quelli che ti hanno risposto, sono tutti molto rispettosi delle opinioni altrui e ancor più quando si trovano a confrontarsi con colleghi anziani come te, consci come sono che ai tuoi tempi la cultura topografica di un geometra era molto, ma molto, maggiore di oggi proprio perché all’epoca non ci si poteva affidare ciecamente alle strumentazioni automatiche e ai software, ma si doveva conoscere effettivamente tutte le operazioni da compiere, da quelle sul campo a quelle di calcolo.

Quindi, non devi scambiare per astio contro di te quelle che sono semplicemente delle opinioni contrarie alle tue. Anch’io, come sai, come i colleghi sopra citati, sono totalmente contrario ad alcune tue “ricette” in tema di riconfinazioni, te ne cito solo un paio, ripetendo quanto già ho avuto modo di dirti:

  1. La tua tesi secondo cui un confine conteso va sancito in funzione delle superfici dei fondi non ha né alcun senso, né alcun riscontro in giurisprudenza. Non ha senso perché, come ti dicevo, se consideriamo le superfici dei due fondi in lite, queste andrebbero a loro volta verificate con gli altri fondi confinanti sugli altri lati, generando così una successione “a domino” che finirebbe per coinvolgere l’intero territorio nazionale, con la sola esclusione delle isole. Non ha alcun riscontro in giurisprudenza perché non esiste alcuna sentenza che abbia sancito un confine adottando questo criterio.

  2. Anche la tua tesi secondo cui per ricostruire un confine si devono riesumare gli strumenti utilizzati dai tecnici catastali all’epoca dell’impianto è priva di senso. È come dire che se volessimo oggi rifare la circumnavigazione della terra così come la fece Magellano 500 anni fa, dovremmo ricostruire navi a propulsione velica ed usare il sestante per orientarci mediante l’osservazione stellare. Perché mai?
    Noi disponiamo delle mappe realizzate all’epoca, ne conosciamo i difetti e le relative tolleranze che ne derivano. Ma per andare a rilevare i fabbricati d’impianto necessari alla ricostruzione del confine, perché mai dovremmo tornare al tacheometro e alla bussola per orientarci a Nord.

Ora, Nino, con tutto il rispetto e l’affetto che tutti ti tributiamo, capisci che, se da un lato, è giusto che tu possa esprimere queste tue teorie, dall’altro, non è corretto che tu le ripeta pedissequamente e chilometricamente ogni volta che un collega posta un quesito su un suo caso molto specifico di un confine da ricostruire. Così facendo, infatti, come ti dicevo, crei soltanto un’enorme confusione (specialmente per i colleghi meno esperti) che finisce solo per disincentivare altri dall’intervenire.

Ti ho dedicato ben due topic specifici in cui il tuo nome appare addirittura nel titolo, questo e l’altro Aspetti giuridici della riconfinazione (a cura di Nino Lo Bello)
nei quali tu puoi continuare a ribadire le tue tesi. Credo quindi di averti riservato un’attenzione del tutto rispettabile. Ti chiedo soltanto, quando vuoi intervenire nei messaggi di altri colleghi, di limitarti ad informarli di questi due topic per prendere visione delle tue opinioni, senza invece ripeterle direttamente sul topic del collega.