Prelievo Coordinate da Mappa Originale

Buongiorno a Tutti
Nel prelievo delle coordinate dalla mappa originale (con il programma apposito in questo caso CorrMap) quando si tratta i fabbricati di appoggio dove inserire il punto, cosa si considera? L’asse della linea di grafico o l’estradosso della stessa?
Grazie a Tutti

massimo marini

Ciao Massimo,
devi considerare l’asse della linea, ma soprattutto devi fare una stima sull’intersezione tra le linee dei due lati che formano il vertice. Per fare questo puoi anche aiutarti tracciando delle linee di costruzione con il comando Linea della scheda Home:

Ciao Gianni
Grazie per la tua celere risposta, ma la mia domanda era diversa non era riferita all’utilizzo di CorrMap, forse non sono stato chiaro scusami. La mia è una richiesta di pareri su come interpretare la mappa originale per prelevare le coordinate, nel senso se considerare l’esterno della linea come ingombro massimo della costruzione o sull’asse, come si fa per le dividenti.
Scusami ancora Gianni.

massimo marini

Mi pare che Gianni ti abbia già risposto con l’immagine, a prescindere dal programma. :thinking:

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No, ma possiamo chiudere grazie

Ciao Massimo,
sinceramente non capisco neanch’io perché dici a Gionata che non ti ho risposto.
Io ti ho messo un’immagine di CorrMap solo perché tu hai scritto che usi questo software, ma la mia considerazione era indipendente dal software usato.
Secondo me è corretto rilevare l’asse della linea anche per i fabbricati. Ti dico questo perché le linee disegnate dai tecnici catastali dell’impianto venivano tracciate per congiungere i punti che avevano inserito precedentemente in mappa. Nel disegnare queste linee, quindi, raggiungevano il punto con l’asse della linea stessa (così come facevano per le dividenti) e non certo con il bordo esterno. Non hanno usato una modalità per le dividenti (asse linea) e un’altra modalità per i fabbricati (esterno linea).

Buonasera a tutti,
Penso che la domanda di massimo sia del tutto fondata anche se appare per molti una cosa scontata dell’asse…in quanto su alcune mappe di impianto alcuni fabbricati potevano avere spessori di linee maggiori. E proprio su questi fabbricati che lo spessore puo cominciare a fare differenza…lui di sicuro ricorda che in questi casi di maggiore spessore evidente fu consigliato a suo tempo “remoto” di prendere l’esterno della linea…
Quindi ritengo la sua considerazione in merito a questi particolari piu che fondata.

Ciao Corrado,
capisco le tue considerazioni e non metto in dubbio che la domanda di Massimo fosse fuori luogo. Solo che non capisco perché lui sembri voler troncare qui il dibattito. I forum tecnici come questo servono proprio per confrontarci, che problema c’è?
Tornando sul punto, tuttavia, non mi è mai capitato di vedere le linee dei fabbricati più spesse di quelle delle dividenti. Ma se tu dici che ci sono questi casi, allora è lecito porsi il quesito. Se tu o Massimo o altri colleghi avete di questi esempi, postateli qui così possiamo approfondire.
Dire che possiamo chiudere la discussione solo perché ti sembra di non aver ricevuto la risposta che ti aspettavi, non mi sembra un bel modo di porsi.

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Buongiorno.

Forse non tutti sanno che i tecnici che “restituivano” con il goniometro di cartone a “scala ti-conica” e lo scalimetro (a “profilo tagliente” Martini) i punti del rilievo (con una matita durissima 5H) per mezzo dei numeri scritti sul libretto delle misure, non univano interamente la linea congiungente, ma si fermavano nei pressi dei punti in modo tale che potessero essere sempre visti.

Il disegno della mappa d’impianto veniva, invece (sulla stessa carta di canapa “canapina”), completato da un disegnatore che, con un “tiralinee” a becchi regolabili le tracciava interamente con uno spessore rigorosamente stabilito (mi sembra 0,20 mm) indipendentemente dal segno a matita che veniva poi cancellato.

Spiegazione : . ________ . ________ .

Ergo quella era la massima precisione che si poteva raggiungere (0,40 m alla scala 1:2000)

Grazie

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Scusatemi ho interrotto perché non volevo si creasse confusione di post, ma purtroppo ha avuto l’effetto contrario. Grazie Gianni per la risposta.
In alcune situazioni ho ritrovato tratti a china più pronunciati e ricordo una conversazione in sala mappe (fine anni 80) a cui ero presente, dove veniva analizzato questo particolare. Pertanto ogni volta che mi si presentano queste situazioni mi metto degli interrogativi, vero che gli errori più importanti sono di altra provenienza, ma resta sempre un particolare che mi mette in dubbio. Un dubbio che ho discusso con i miei colleghi di zona a cui anch’essi ha destato perplessità, per questo ho girato il quesito a livello nazionale.
In conclusione continuerò a prendere l’asse. Grazie.
Grazie ad Ugo per l’analisi storica sulla genesi tecnica della formazione. PS. fortuna che alcune parti in lapis sono rimaste intatte salvandomi da situazioni incerte.
Grazie ancora dell’aiuto.

Ciao Massimo,
nessun problema per l’equivoco, nel linguaggio scritto purtroppo a volte chi legge non interpreta correttamente le intenzioni di chi scrive, ti ringrazio per il chiarimento.
Tornando al punto, come dicevo nel mio post precedente, sarebbe interessante vedere degli esemplari di mappe in cui le linee dei fabbricati sono più spesse di quelle delle dividenti. Ti dico questo perché magari riusciremmo a farci un’idea (specialmente Ugo) sia della motivazione alla base dello spessore più grosso, sia sulla posizione più corretta in cui definire il vertice. Penso ad esempio a fabbricati i cui lati proseguono quali dividenti di particelle, in un caso del genere si potrebbe verificare se la linea più sottile della dividente è allineata sul filo esterno di quella del fabbricato e trarre le opportune considerazioni.
Proverò anch’io a vedere se nelle tante mappe d’impianto che ho riesco a individuare questa situazione.

Ciao a Massimo e Gianni

Purtroppo non sono stato capito : infatti le liee congiungenti a matita che si fermavano in prossimitá dei punti tracciati erano da considerarsi indicative di quelle derivanti dall’abbozzo di campagna del caposquadra : potevano, obbiettivamente, non essere del tutto precise. Quello che contava, invece, era la linea d’inchiostro che congiungeva “rigorosamente” i punti che, invece, oggi devono risultare coperti dall’inchiostro (a volte rimane il “buchetto” tracciato dalla matita 5H)

Per quanto detto da Gianni riguardo ai fabbricati voglio cortesemente ricordargli che, come ho giá detto in precedenti interventi, gli spigoli dei fabbricati, oltre ad essere battuti da due stazioni diverse con le procedure consone al tipo di strumento usato, venivano misurati con l’uso dei triplometri o della cordella metrica, ammesso sempre che i muri della eventuale dividente che li interseca fossero distinguibili sulla facciata.

Non mi risulta inoltre che le linee dei fabbricati fossero piú spesse ma che i fabbricati stessi venissero evidenziati colorandoli con l’apposita china di colore rosso ciclamino in dotazione degli uffici.

“En passant” un aneddoto : le boccette di china rosso ciclamino di una nota marca tedesca che raffigura un pellicano :slight_smile: essendo un grande dotazione degli uffici, venivano usate anche in campagna per tracciare sulle rocce con l’ausilio di una fionda in punto da collimare per (forse doppia) intersezione in avanti dove, essendo inacessibili, non si poteva arrivare con le stadie ! :slight_smile:

“En ri-passant” altro aneddoto : il metodo delle boccette di china non si poteva usare per la notevole distanza da rilevare (a meno che non si sparassero con una balestra :slight_smile: ) : all’epoca una nota marca di strumenti vendeva un pesante laser (non distanziametro che serviva solo per indicare il punto da rilevare da applicare sul cannocchiale dello strumento (tra l’altro con un notevole contrappeso sull’obiettivo affinché non andasse a distruggere l’alida) : costo d’epoca 8.000.000 di Lire (diconsi-otto-milioni-di-lire).

Quella cifra non era alla mia portata : chiedo al mio vecchio padre ex geometra catastale : un prestito : la risposta :

Niente laser ergo : intersezione diretta su riflesso solare da specchio concavo (speceto de la barba) costo 5.000 Lire ! :slight_smile:

1981 - rilevamenti in roccia per la costruzione della diga di Ravedis (PN)

Grazie per la pazienza

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Ciao Ugo,
sono sempre interessantissime le tue testimonianze, con l’aggiunta pregevole di dipinti come quest’ultimo che hai postato (hai mai pensato ad una mostra?).

Tornando sui punti:

Sì, sapevo della doppia battuta agli spigoli dei fabbricati e dell’uso di triplometro o cordella per gli spigoli posteriori rispetto a quelli battuti strumentalmente, cioè quasi sempre quelli fornte strada.

Mentre, per la parte che ho messo in grassetto, probabilmente nel mio post sopra non mi sono spiegato bene. Quello che intendevo dire io con questa frase:

era riferito alla situazione che raffiguro qui:

Vale a dire, la linea del lato del fabbricato prosegue quale linea dividente della particella. In questa circostanza, qualora la linea del fabbricato fosse più spessa di quella della dividente (ma, come vedi nell’esempio qui sopra non è così), si potrebbe desumere quale filo (interno, esterno o di mezzeria) vien condiviso dalle due linee. Per questo dicevo ai colleghi sopra di postare qui eventuali casi come questo.