Riconfinazione da mappa di impianto con pochi elementi. Quali attendibilità dare?

Ciao Davide,
premetto che concordo con Sergio sulla necessità di svolgere un’accurata indagine in Catasto alla ricerca del documento che ha prodotto quegli inserimenti a matita sulla mappa d’impianto. Solo tale documento può infatti fornire gli elementi per verificare le linee in questione.
Tuttavia, in attesa di questa tua eventuale ricerca, provo comunque a rispondere alle tue domande.

Naturalmente laddove possibile è sempre preferibile utilizzare punti di appoggio appartenenti allo stesso foglio del confine. Ma, come dimostra questo tuo caso, succede molto spesso che questa possibilità non ci sia. A quel punto non hai alternative nel ricorrere a punti sui fogli limitrofi. Ma questo non è affatto controindicato purché ne sussistano le condizioni, vale a dire:

  • stessa origine dei fogli (volendo si può ovviare anche se l’origine è diversa, ma allora la cosa si complica notevolmente);
  • parametratura della mappa che ti permetta di operare la georeferenziazione e rettifica della deformazione in modo da eseguire il corretto prelievo delle coordinate.

Il fatto che due fogli limitrofi non combacino bene sul loro confine non significa che altri punti più interni non abbiamo invece una buona attendibilità. Nei corsi online io e Sergio abbiamo avuto modo di esaminare molti casi in cui i punti di inquadramento erano ubicati su più fogli, trovandone sempre un buon numero con la stessa attendibilità dei punti sul foglio del confine.
In passato il ricorso a punti di inquadramento su altri fogli era caldamente sconsigliato (anche dallo stesso P. D. Tani che infatti suggeriva di dargli un peso dimezzato) proprio perché non esistevano gli strumenti di oggi che possono garantirti un prelievo delle coordinate molto preciso (mappe su file raster, tecniche di georeferenziazione applicabili informaticamente).
Tieni anche presente che l’attendibilità di un punto di inquadramento non la devi stimare tu “a tua sensazione”, l’attendibilità di un punto te la dà matematicamente la rototraslazione ai minimi quadrati che mette in relazione i punti di mappa con i rispettivi punti rilevati. Si tratta quindi di un dato numerico calcolabile con precisione, non di una stima del tecnico.
La stima del tecnico va invece applicata nel cercare di capire quali, tra i punti di inquadramento disponibili, hanno una maggior affinità con il confine (stessa stazione o stessa poligonale d’impianto) in modo da prediligere questi punti al posto di altri, oppure di dargli un peso maggiore.

Sì, ti sei spiegato. Ma qui torniamo al punto di partenza, bisognerebbe reperire il documento che contiene le misure analitiche che hanno poi prodotto le linee a matita sulla mappa d’impianto, e ricostruire il confine sulla base di tali misure analitiche.
Se non lo trovi, ritengo che non sia per niente vietato fare riferimento alle linee a matita sulla mappa d’impianto, naturalmente contrapponendogli per verifica anche la ricostruzione sulla base di punti di inquadramento esterni. Se le due risultanze fossero convergenti, allora il problema è risolto. Viceversa occorrerà fare una serie di ulteriori e approfondite valutazioni per capire a quale delle due ricostruzioni dare maggior valore. Ma questa è un’analisi che si potrà fare solo con le effettive risultanze sotto mano.

Giusto.

In questi giorni abbiamo discusso animatamente qui sul forum su un caso di confine in cui, come in questo tuo, i punti di inquadramento attendibili erano su altri fogli, mentre nel foglio del confine, e vicino al confine stesso, sono presenti diversi corsi d’acqua (un canale consortile, un fosso e diverse fossette di scolo). Se vuoi leggerlo, l’argomento (lunghissimo) è questo Fuori centro contro rototraslazione - n°101 da Carlo_Cinelli.
In ogni caso, per tornare alla tua domanda, la mia opinione è che i corsi d’acqua “liberi”, cioè non imbrigliati da opere murarie stabili presenti già all’impianto, vanno considerati solo a titolo di ulteriore verifica. Significa che li devi rilevare per verifcare se la ricostruzione operata ti dà il conforto che la posizione di questi fossi, cioè il loro percorso, sia rimasto sostanzialmente quello dell’impianto, dove per “sostanzialmente” intendo che pur essendo fluttuante ora da un lato e ora dall’altro (rispetto all’impianto) la direzione sulla distanza sia rimasta la stessa.
Ma questa, ripeto, è una mia opinione. Sull’altro topic vedrai infatti che c’è anche chi considera un solo singolo punto del fosso (e non l’andamento) per dimostrare la sua tesi (una follia per quanto mi riguarda).