Determinare la linea di confine senza effettuare la rototraslazione

Gianni buongiorno. Devo determinare un confine ed ho in mio possesso una mappa d’impianto georeferenziata ovvero con i parametri. Il problema è che non ci sono fabbricati sulla mappa d’impianto sufficienti per fare la rototraslazione. Sono stati ovviamente inseriti nel wegis. Inoltre, il mio confine non è stato generato da un frazionamento. Cosa potrei fare? Grazie e buona domenica

Ciao, Rosario,
se devi determinare la lenea di confine tra i due fondi in base a mappa catastale in forma amichevole tra i due proprietari, devi consultare gli atti di acquisto e le estensioni dei due terreni, perchè in essi sono descritte le volontà negoziali delle parti. Quindi controllare le date e i tipi di frazionamento dell’ epoca che si trovano nell’ archivio del catasto, quindi devi tracciare il confine con i metodi di allora. Nel nostro ordinamento giuridico vige l’ istituzione del tempus regit actum cioè utilizzare le stesse tecniche di allora e non la rototraslazione o punti fiduciali oppure mappe elettroniche che io, anziano geometra, dò valore zero. I punti fiduciali vennero istituiti, come certamente sai, con il decreto ministeriale del 2 gennaio 1998 n. 28 art. 24 e valgono da allora per l’ accatastamento elettronico. Se invece si tratta di riconfinazione giudiziaria le cose cambiano perchè entrambe le pari devono dimostrare la posizione del confine, quindi, in assenza assoluta di prove, il giudice si attiene al confine delineato nelle mappe catastali ( plurale) cioè si deve proporre al giudice quale mappa usare allo scopo ( art. 950 c.c. ). Tieni presente che la consulenza tecnica non è un mezzo probatorio, perchè a me è capitato di aver avuto a che fare con un consulente che non ci capiva nulla, e ho smontato la sua relazione con i metodi topografici ( tacheometro ottico e stadia) e mappa dell’ epoca. Al tuo posto proporrei alle parti di determinarlo in via amichevole. Capita che una delle parti chiede al giudice la consulenza trcnica, ma prima deve depositare nella cancelleria le prove in suo possesso e non rimettere al consulente l’ accertamento perchè non valgono.

Nino buonasera. Grazie per le tue delucidazioni in merito. Purtroppo è una riconfinazione giudiziaria e per questo avevo chiesto come dovevo organizzarmi, così come descritto sul mio post precedente.

Buin giorno Rosario,
sei tu il CTU o il consulente di parte?

Nino buongiorno. Si, sono io il CTU.

Ciao, Rosario,
ti prego di scusarmi se ti posso sembrare pedante mar tieni presente, prima di iniziare il tuo lavoro, che hai l’ obbligo di accertati se le parti in causa hanno depositato in cancelleria i propri atti di acquisto e gli allegati catastali e non dopo, essi hanno l’ onere di dimostrare prima che inizi la causa i loro assunti per iscritto; e tu devi essere imparziale, e oltre alla documentazione le parti devono dimostrarne il possesso dei due terreni risalendo all’ indietro nel tempo fino al ventesimo anno come disciplina l’art, 1158 c.c., che una testimonianza vale di più della tua relazione, perchè la consulenza tecnica non è un mezzo istruttorio in senso proprio ma di un elemento di poca importanza di cui il giudice si avvale per la sua decisione; devi rispondere alle domande del giudice allegando alla tua relazione lo stralcio della mappa e i calcoli trigonometrici dei tuoi rilevamenti, lascia fottere la rototraslazione, perchè i calcoli non possono essere contestati. La giurisprudenza ha insegnato che quando un confine tra due fondi è incerto, per risolverlo è necessario rilevare le aree dei due appezzamenti messi assieme, (e non quelle delle particelle catastali perchè non sono esatte ma solo nominali,) quindi proporre al giudice di permetterti di fare una dividente in modo tale che ciascuno dei due terreni corrisponda all’ area descritta nel rispettivo atto, nel caso in cui ci siano differenze le descrivi nella relazione, e proponi al giudice la compensazione poi deciderà come compensarle. Devi pure tenere presenti , senza valutarle, le note critiche dei due proprietari e scriverle sommariamente nella tua relazione, poi sarà il giudice a decidere. Non fare di testa tua per non rischiare di essere incriminato. Tieni pure presente che le parti esercitano i loro diritti reali sui terreni che possono essere pianeggianti o inclinate e non sulle carte catastali che servino da indirizzi territoriali aso in cui vorresti mantenere la tua privacy professionale me lo fai sapere.

Ciao Rosario,
per risponderti compiutamente bisognerebbe vedere il foglio di mappa del confine e anche quelli limitrofi. Ti dico questo perché, quando non hai sufficienti punti di inquadramento sul foglio del confine, puoi comunque appoggiarti anche a punti sui fogli limitrofi. Un’altra possibilità è che, se hai pochi punti di inquadramento sul foglio del confine, che quindi non includono il confine stesso, puoi adottare l’apertura a terra multipla o la rototraslazione orientata, rilevando l’angolo a uno o più trigonometrici distanti. Se hai il mio libro Tecniche di riconfinazione trovi la spiegazione di queste due tecniche.
Se posti qui i fogli di mappa, possiamo darti indicazioni più precise.

Nino buonasera. Grazie tante per le tue informazioni dettagliate su come interpetrare una consulenza tecnica d’ufficio del caso specifico. Buona serata.

Gianni buonasera. Grazie sempre per la tua disponibilità. Qui non riesco ad allegare i file. Te lo invierò sulla tua email. Buona serata

Ciao Rosario,
non riesco a scaricare i file dalla tua mail, probabilmente sono troppo pesanti, anche perché li vedo nel corpo stesso della mail e non come allegati. Riesci a mandarmeli usando uno dei servizi internet per lo scambio di file voluminosi, come ad esempio WeTransfer?

Ciao Rosario,
guardando la mappa d’impianto in sovrapposizione su Google Earth (vedi immagine che segue dove ho oscurato i nomi dei luoghi), vedo che di fabbricati ne hai … da vendere. Magari sono stati modificati rispetto all’impianto ma, se lo fossero, in genere qualche spigolo è rimasto quello originario, e comunque questo te lo assicura lo scarto che ti darà la rototraslazione ai minimi quadrati.

È pur vero che la linea che devi ricostruire è decentrata rispetto ai punti di inquadramento di cui sopra, ma lo è ampiamente entro i limiti dettati in letteratura tecnica (1/3 della diagonale massima del poligono di inquadramento).

Fossi in te, quindi, procederei senza alcuna esitazione al rilievo di quei fabbricati e alla ricostruzione della linea ricavata dalla mappa d’impianto.