Buongiorno, cerco di spiegare in parole semplici il mio problema.
Ho un vecchio immobile probabilmente ante 67, per il quale quindi non sono stati reperiti titoli abilitativi. E’ però presente una planimetria catastale degli anni 70.
Questo immobile presenta alcune aperture che sulla planimetria catastale non sono presenti.
Queste aperture ad oggi non si potrebbero nemmeno realizzare in quanto non rispettano la distanza dal fabbricato adiacente.
Posso presentare un progetto al Comune dichiarando che il fabbricato è ante 67 e che quindi posso lasciare le finestre come sono? Oppure potrebbero risalire alla planimetria catastale che dimostrerebbe il contrario?
Buon giorno, Signora Tatiana,
se non ho capito male Lei vuole presentare al comune un progetto di manutenzione straordinaria del fabbricato, ma il rispetto delle distanze legali è imposto dall’ art. 873 del c.c. e seguenti, distanze maggiori possono essere imposte dal regolamento comunale. Per le aperture non presenti nella cartografia catastale, può presentare all’ Agenzia delle entrate una richiesta di variante redatta da un tecnico abilitato, come un geometra, un ingegnere, un architetto, Sotto l’ aspetto fiscale non cambia nulla.
Ciao, la questione secondo me merita di essere approfondita consultando un legale, da quanto leggo mi sembra che si discuta più che altro uno stato legittimo o una conformità urbanistica piuttosto che un aggiornamento della cartografica catastale, senza nulla togliere alle indicazioni date da nino-lo-bello…consiglio un consulto con un legale che ne sappia di urbanistica. Saluti
Concordo con Raoul, si deve partire dallo stato legittimo dell’ immobile, ovvero ai sensi art. 9bis DPR 380/01 modificato dal decreto salvacasa “Per gli immobili realizzati in un’epoca nella quale non era obbligatorio acquisire il titolo abilitativo edilizio, lo stato legittimo è quello desumibile dalle informazioni catastali di primo impianto …omiss”.
Se si presenta un progetto omettendo di menzionare lo stato legittimo ma assumendo solo che l’ immobile sia ante 1967, si va a dichiarare il falso, con ovvie conseguenze in caso di verifiche successive. Il diritto di veduta dovrebbe essere acquisito per usucapione. Sicuramente consigliato un consulto con un legale. Buona giornata.
Mi pare che si stia complicando una cosa semplice scordandosi che il tempus regit actum
Vero si deve anche secondo me sistemare la situazione urbanistica, il fatto ante 67 per alcuni comune è valido, si intende paesini…se è una città si regolano in base alle prime aerofotogrammetrie, da noi partono dal 1948 quindi se ci sono difformità non dimostrabili si dichiara ante 48…concordo di parlare con un avvocato.
Ho pensato ad una possibile strada da seguire, ma vorrei un consiglio da voi più esperti per evitare di fare errori. Vorrei presentare il progetto riportando lo stato di fatto com’è realmente, quindi con tutte le aperture presenti, mentre nello stato di progetto vorrei eliminare le aperture che sul catastale non esistono e che non potrebbero nemmeno essere presenti per via delle distanze. In questo caso è come se con i lavori andassi ad eliminare le difformità presenti (ossia le finestre potenzialmente abusive). Il mio ragionamento quadra oppure no?
Buona sera, signora Tatiana,
se non ho capito male, penso che sia bene chiedere alla Agenzia delle entrate una rettifica del disegno catastale tramite un geometra; sotto l’ aspetto fiscale non cambia nulla. Non ho capito se vuole ristrutturare il fabbricato.