Mappe d'impianto. Considerazioni

Leggo saltuariamente quello che viene scritto qui e quindi mi scuso se, per caso, riporto quanto detto in precedenza.
Sono figlio di un catastale che ha partecipato al rilevamento ed alla costruzione delle mappe d’impianto e, giá quando ero ancora studente (50 anni fa n.d.r.), mio padre mi continuava a spiegare le procedure allora imposte che mi sono rimaste ben impresse nella mente.
Qui da noi (in montagna) i confini di proprietá sono sempre stati preceduti dalla “terminazione” cioé dal posizionamento dei termini (sassi appuntiti con a lato 2 “testimoni” costituiti da una stessa pietra spaccata in due) aneddoticamente si dava anche una sonora sberla in faccia ad un giovane intervenuto affinché si ricordasse nel tempo l’operazione :slight_smile:
Successivamente si procedeva al rilevamento dei termini di confine e linee di coltura (queste ultime affatto precise) con la nota procedura celerimetrica da poligonali precedentemente impostate in derivazione da trigonometrici sia per ex centro che in centro e non sto a tediarvi spiegando quanto faticoso fosse farlo con tacheometri che, nel migliore dei casi, erano (con letture ai due noni) dell’ordine dei 2 primi centesimali, con scritture multiple su stampati previa intingimento di una penna su calamaio che lo scrivano teneva appeso al collo, ecc…
E veniamo alla cosa piú interessante per questa categoria (confinazioni) che era la seguente:

  1. Tutti i termini venivano rilevati con cannocchiale diritto e rovescio (quindi con la nota regola) non solo da una stazione, ma da due stazioni differenti.
  2. Tutti i fabbricati subivano la regola 1 ed in piú venivano misurati (col triplometro o con la cordella) tutti i loro lati.
  3. Le linee di coltura venivano rilevate semplicemente con una lettura, a volte anche oltre la distanza consentita con la stadia che era di 130 metri.
    Se ne deduce che prima di affrontare una confinazione bisogna sapere (indagando) se le linee sono in origine state materializzate con termini di proprietá o o se invece sono delle semplici linee di coltura.
    Tutto questo discorso per ribadire quanto siano stati precisi (con gli ovvi limiti della strumentazione in dotazione) i rilevamenti e quanto sarebbe stato utile conservarli ed implementarli su un moderno programma di calcolo e disegno, tentativo peraltro perpetrato dall’estensore della circolare 88 che prevedeva le medesime procedure purtroppo completamente disattese dai piú a causa della possibilitá di limitare il tutto all’appoggio sul famoso “triangolo fiduciale”.
    Scusate la lungaggine (gli anziani vanno sopportati :-))
3 Mi Piace