Posizione ceppaia su mappa impianto

Buonasera,
espongo il mio problema nella speranza di ricevere qualche consiglio …

Mi hanno chiesto di verificare la posizione di una ceppaia all’interno della mappa catastale.
Ho recuperato quindi la mappa di impianto e vedo innanzi tutto che mi trovo a cavallo del foglio (scala 1:2000) e del suo allegato (scala 1:1000).
Procedo a georeferenziare tramite la parametratura entrambi i fogli e mi accorgo che il foglio intero e l’allegato vanno posizionarsi su due posizioni diverse, ossia non si incastrano come dovrebbero.
NB. Il report della georeferenziazione mi riporta dei buoni risultati per entrambi i fogli.
Ricontrollando la parametratura mi accorgo che l’allegato ha delle coordinate locali che hanno origine 0,0 in basso a sinistra, cioè non seguono quelle del suo foglio intero.
Avendo il foglio intero un secondo allegato noto che anch’esso riporta la parametratura locale con l’origine 0,0 in basso a sinistra.
Praticamente i due allegati non si incastreranno mai all’interno del foglio Intero.

Ho provato quindi a fregarmene della parametratura e a traslare l’allegato sul foglio intero riconoscendo dei punti in comune.
La cosa però non funziona in quando se faccio coincidere una parte vicina al mio oggetto di rilievo, poco distante non trovo la coincidenza. Allego screenshot delle differenze evidenziate con il cerchio ed il punto di domanda rosso.

La georeferenziazione della mappa attuale invece coincide abbastanza bene con la georeferenziazione del foglio intero.

Ora mi trovo in seria difficoltà: mi viene da prendere in considerazione solo l’allegato in quanto eseguito in scala 1:1000 anzichè al 2000 del foglio intero ma facendo così considero solo gli elementi a Nord del mio oggetto di rilievo.

Se invece considerassi il foglio intero, mi focalizzerei solo a Sud.

In pratica non ho punti di aggancio ben ditribuiti attorno al mio oggetto di rilievo.

Consigli?
Grazie



Ciao, Filippo,
sono un geometra della vecchia guardia, ti dico che non è possibile che la ceppaia ti corrisponda perfettamente on il disegno mappale, perchè ai tempi dell’ impianto, la Giunta superiore del Catasto diede delle disposizioni a quelli che fecero i rilevamenti ai disegnatori di attenersi a valori di tolleranza tra il reale e il mappale molto ampie, pr esempio in termini di distanze fissò il valore secondo la seguente formula: tolleranza in metri = 0,00025 diviso il fattore di scala + 0,1 x radice quadrata della distanza tra due punti ( non superiore a 130 m) + 0,1 x la distanza in pianura, in collina e in motagna con tolleranza, per quanto riguarda i punti fiduciali, che sono definiti ballerini, puoi trovare lumi nel DM 2 gennaio 1998 n. 28 art. 24 scaricabile da internet. Cordialità.

Ciao Filippo,
per poter risponderti bisognerebbe che ci dicessi quale georeferenziazione hai applicato. Ti dico questo perché in tutti i casi che ho trattato io, applicando la Parametrica di CorrMap, ho sempre trovato un’ottima corrispondenza tra la georeferenziazione del foglio al 2000 e quella dell’allegato al 1000.

In ogni caso, devi tenere presente che in genere (ma non sempre, vedi sotto) i parametri che trovi sull’allegato al 1000 corrispondono a quelli del foglio al 2000, sono solo in numero doppio proprio perché hanno passo 100 m anziché 200 m. Quindi credo che tu sbagli a partire con 0.00 sui parametri dell’allegato, dovresti partire con le coordinate del parametro del foglio al 2000 più esterno all’allegato. Nel PDF di cui al link che segue, tratto dal mio libro Tecniche di riconfinazione trovi un esempio di questa casistica.

A volte però i parametri dell’allegato non corrispondono a quelli del foglio al 2000. In questo caso le operazioni da svolgere sono più laboriose, ma si riesce comunque a inglobare l’allegato sul foglio con una corrispondenza precisa. Nel brano del mio libro trovi un esempio anche di questo caso (paragrafo Quando i parametri di foglio e sviluppo non corrispondono).

Come_georeferenziare_gli_sviluppi_di_mappa.pdf

Spero che quanto sopra possa esserti utile.

geom. Gianni Rossi
cell. 3202896417
Email: gianni.rossi@topgeometri.it
www.topgeometri.it

Grazie Nino per la tua risposta. Forse mi sono spiegato male. Non intendevo chiedere come mai la ceppaia non corisponde a qualche punto del mappale. Devo capire dove ricade la stessa partendo dalla georeferenziazione dei fogli : l’intero ed il suo allegato. La mia difficoltà è proprio incastrare l’allegato al foglio intero in quanto i parametri del primo non corrispondono ai parametri del secondo e tra di loro non c’è una correlazione. In soldoni, il foglio ha i parametri al 2000 con un sistema di riferimento suo, il suo allegato ha i parametri al 1000 ma con un altro sistema di riferimento. Nell’allegato non c’è alcun punto che mi riporta al foglio interno…

Grazie Gianni per la tua risposta e per i riferimenti al tuo testo.
Le tue considerazioni sono giuste e rispondo alle tue domande:
La georeferenziazione da me eseguita è l’affine sia per il foglio intero che per il suo allegato. I crocicchi utilizzati sono stati 12 per il foglio intero (parametri ogni 200m) e 40 per l’allegato (parametri ogni 100m). Gli scarti medi sono rispettivamente di 0.07 e 0.09. Ma non è questo il problema. Al di là del tipo di georeferenziazione, la parametratura del foglio intero ha una sua origine, mentre quella dell’allegato ne ha un’altra che non centra nulla con la prima. Chi ha disegnato l’allegato non si è interessato di riportare i riferimento del foglio originale. Lo puoi vedere anche tu in quanto si tratta del foglio 17 di Camposampiero. Vedrai che i suoi 2 allegati : A e B, hanno la parametratura locale senza riferimento al loro foglio “madre”.
Di fatto i due fogli non sono sovrapponibili con la parametratura al 200 o al 100 che sia!
Quindi, come faccio ad incastrare due fogli georeferenziati ma che hanno due origini diverse?
Mi viene da pensare invece, riconoscendo dei punti estremi in comune… Anche questo è un problema in quanto alcuni corrispondono, altri no (v. cerchi e punti di domanda rossi nell’immagine da me allegata) e qui nasce la considerazione…: Beh, considero i punti in comune + vicini al mio oggetto di rilievo, ma facendo ciò le coordinate dei punti distanti da me rilevati, quali i fabbricati di impianto sono sicuramente sbagliate. Spero di essere stato chiaro nell’esposizione. Grazie per i consigli!

Ciao Filippo, rispondo alle tue considerazioni.

La georeferenziazione Affine non è quella corretta da applicare alle mappe d’impianto parametrate perché compensa (cioè spalma) la deformazione tra tutti i quadranti, mentre invece la deformazione va calcolata (e corretta) per quella che è effettivamente su ogni singolo quadrante. Questo è il motivo per il quale gli scarti che ottieni sono irrilevanti. Nella georeferenziazione Affine i quadranti, anziché essere considerati singolarmente, vengono considerati come una “griglia” unita e questo è sbagliato nelle mappe d’impianto (vedi il famoso Metodo Tani coniato da Pier Domenico Tani).

Beh, se parti con una georeferenziazione non corretta, non puoi pretendere risultati corretti …

Sì, questo è successo in molti fogli, ma si può risolvere (vedi sotto).

Nel paragrafo Quando i parametri di foglio e sviluppo non corrispondono del brano PDF del mio libro trovi un esempio concreto di come risolvere questo caso.

Trovo sicuramente valida la georef parametrica ma i mezzi a disposizione non mi permettono di eseguirla. Sarebbe interessante (almeno per me) confrontare i due tipi di georeferenziazione (affine e parametrica ) per quantificare le differenze. Forse tu hai già provato a fare questo confronto in altri casi naturalmente?

Ciao Filippo,
sì ho già provato a confrontare diversi algoritmi di georeferenziazione, trovando differenze siginificative. Nel mio libro Tecniche di riconfinazione ho scritto un intero capitolo sull’argomento, si intitola Quale georeferenziazione usare? e affronta i singoli aspetti ai paragrafi:

  1. Perché alcune georeferenziazioni non vanno bene?: spiego perché alcuni algoritmi (come l’Affine) non vanno bene proprio perché non sono nati per georeferenziare per le mappe d’impianto del Catasto Italiano, ma per altri scopi e, come tali, non rispettano la genesi delle mappe stesse.

  2. Georeferenziazioni a confronto: qui ho georeferenziato la stessa mappa con i vari algoritmi mettendo in evidenza le differenze.

  3. La soluzione ottimale: spiego perché la Parametrica, di diretta derivazione del Metodo Tani (quello manuale con lo scalimetro che lui usava sulle mappe cartacee) è di fatto l’unica soluzione applicabile proprio perché rispetta la genesi delle mappe stesse.

Naturalmente non voglio convincerti di cambiare metodo, capisco che se tu hai un software che applica l’Affine, ti conviene usare quello. Tuttavia la Parametrica la puoi applicare anche dal CAD facendo i calcolo con Excel. In uno dei nostri corsi sulle riconfinazioni avevo anche spiegato come fare. Se riesco a trovarlo, ti posto qui il link al video.

Si grazie, lo guardo volentieri.