Quali effetti giuridici (Conservatoria) produce un tipo mappale con cui si sono fusi mappali di ditte diverse?

Esiste un tipo mappale approvato circa venticinque anni fa con il quale sono stati fusi mappali appartenenti a ditte diverse per cui, nella particella 100 (un condominio) sono state inserite particelle di altre ditte; l’ Ente Urbano attuale della particella 100 riporta, nella annotazione di immobile, che comprende i suoli delle particelle 101,102,103,104 che nelle relative visure risultano soppresse informando che i rispettivi e legittimi proprietari (come da atti trascritti in Conservatoria) lo sono stati sino alla data in cui il tipo mappale in questione è stato messo agli atti (2003).

In C.t. oggi trovo solo il perimetro della particella 100 che ‘ comprende’ le suddette (101-102-103-104);

ai fabbricati trovo un solo elenco subalterni, un unico E.p.;

trovo anche uno strano subalterno, relativo al suolo della particella 104, che riporta la seguente ditta: Tizio + Caio proprietari superficiari 1S e Sempronio proprietario dell’ area 1T;

nelle planimetrie non esiste traccia di graffature e/o menzione delle particelle ‘comprese’ né dei loro legittimi confini.

Oggi dobbiamo calcolare i millesimi del condominio 100 posto l’ art 1117 del c.c.

Quali effetti giuridici di norma avrebbe prodotto quel tipo mappale in riferimento al calcolo dei millesimi (suolo su cui sorge l’ edificio)?

Come se ne esce da una situazione del genere visto anche che il proprietario della particella 103, ad esempio, non è mai stato riportato all’ urbano e risulta sempre proprietario di quel suolo da lui acquistato con regolare atto nel 1967 sempre presente in Conservatoria in quanto a cui non e’ seguito alcun atto di vendita trascritto relativo alla particella 103 che adesso risulta intestata alla ditta n. 100, quindi ai condomini del condominio che non l’ hanno mai acquistata

Ringrazio in anticipo della collaborazione.

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Bisognerebbe chiederlo a quei pochi funzionari catastali che accettano la fusione di particelle con diversa intestazione (vedi Bologna). Il problema non è solo relativo al calcolo dei millesimi (tramite la storia si possono individuare le superfici di ogni intestato), ma si rappresenta in sede di compravendita; sarà il notaio che chiederà l’annullamento del TM ed il ripristino della situazione originaria (almeno con la corrispondenza precisa di nuovi subalterni del mappale 100 con i vecchi mappali….)

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Il notaio non controlla, a lui basta mettere tre confini (me lo hanno confermato) Infatti sono stati stipulati ben sei atti notarli negli ultimi 5 anni, con notai diversi e tecnici diversi che non hanno battuto ciglio. Il notaio dice che è compito del tecnico (conformità catastale), il tecnico dice che deve essere il notaio a cui però basta indicare tre confini, l’ ufficio dice che deve essere il notaio a controllare che l’ ente urbano e la particella edilizia ai terreni comprende fabbricati di altre ditte pur sapendo bene che tutte le particelle edilizie devono essere omogenee.

Quindi? Come se ne esce da questo ginepraio rispettando la legge e utilizzando le regole di prassi attuali previste in questi casi?