Requisiti di ruralità per categoria D/7

Buongiorno,
mi trovo in questa particolare situazione:
un tecnico catastale mi contesta un mod. 26 per il cambio di qualità da “relitto di EU” a “incolto produttivo”.
Il mio terreno non è effettivamente più coltivabile in quando al suolo sono stati stesi circa 30 cm si macinato. Probabilmente verrà utilizzato come deposito a cielo aperto.
Il tecnico mi dice che devo passarlo di nuovo a EU e accatastare come D/7 in quanto area scoperta di stoccaggio (per me inconcepibile ma ne prendo atto).
Il problema è: come dichiaro i requisiti di ruralità? Dichiaro D/10 come se fosse un fabbricato rurale? oppure lascio D/7 e allego la Dichiarazione per i fabbricati strumentali (allegato C)? Ma in quale casistica?
La proprietà è ovviamente un’azienda agricola
Grazie a chi risponderà

Ciao, Federico,
il terreno è inventariato nel catasto terreni o in quello edilizio urbano ?

attualmente è al catasto terreni come “relitto di Ente ubano”. La coltura è stata attribuita dal catasto, come da circolare 11e del 2023, a seguito di un mio tipo frazionamento + mappale per demolizione totale di fabbricato.

Ciao, Federico,
se non ho capito male si tratta di un terreno dove c’ era un fabbricato inventariato nel catasto edilizio urbano. Dimmi, il fabbricato è scompaso e ingoiato dal terreno in unica coltura?

Il fabbricato è stato demolito, il mappale sul quale insisteva è stato frazionato, una porzione è passata a seminativo, perché effettivamente coltivata, l’altra parte avrei voluto metterla come improduttivo o incolto produttivo (insomma per dargli un reddito minore possibile) in quanto le macerie sono state stese e macinate a formare un piazzale

Ciao, Federico,
l’ area del il piazzale su cui sono state frantumate le macerie si può utilizzare come pertinenza del terreno e accatastarla come tale . L’ incolto produttivo è una contraddizione. Come sai il catasto non è probatorio è solo un archivio.

So perfettamente che incolto produttivo non è la categoria corretta, ma non ne conosco altre che possano definirne il reale stato di utilizzo. L`unica era la categoria “improduttivo” presente nel Docte. Ma mi è stato risposto che, oltre al fatto che non posso utilizzare improduttivo perchè a reddito zero, il docte è un programma troppo vecchio per gestire la categoria “relitto di Ente urbano”, quindi non gira nel sistema. non capisco però cosa intendi per pertinenza del terreno…

Se, come scrivi, hai fatto un TM per demolizione totale di un fabbricato con frazionamento dell’ente urbano, ma generando due particelle delle quali solo una destinata al C.T., è evidente che l’altra deve ritornare al C.F. L’Ufficio parte dal presupposto che l’area, non coltivabile, non può che essere utilizzata come piazzale di pertinenza all’immobile strumentale all’attività agricola, si suppone già censito in categoria D/10.
Se non ritieni vi siano i presupposti di rifare l’accatastamento dell’intera azienda, per ampliamento, ti suggerisco di limitarti all’accatastamento dell’area, ma direttamente in categoria D/10 con la prevista autocertificazione (come fra l’altro indicato dal catasto, ma in D/7) adeguando la modulistica al tuo caso. Purtroppo devi comunque fare un T.M. (motivazione per cui mi trovo in netto contrasto con quanto stabilisce la circolare 11/E) per riportare il bene in qualità E.U.
Lasciando tutto così, fino al momento in cui non vi sia la necessità di un ulteriore intervento di carattere tecnico o giuridico, ci si espone al rischio di interventi e/o sanzioni da parte dell’Ufficio.
Buon lavoro.

Ciao, Federico.
sono un geometra anziano e non conosco le moderne procedure di accatastamento perchè ai tempi miei non esistevano, ma ciò non significa che non puoi accatastarlo come pertinenza al terreno circostante, quindi chiedi a Gianni Rossi come fare perchè lui conosce queste tematiche meglio di me. Cordialità

Il problema è che siamo in aperta campagna non c’è più nessun fabbricato nell’arco di km, quindi definire il piazzale pertinenza di un’immobile mi sembra inappropriato. Comunque si, a scanso di equivoci penso che accatasterò il piazzale come D/10 adeguando l’autocertificazione.

Non conosco questa possibilità di accatastare come pertinenza di un terreno. Mi informo…grazie comunque!

Approfitto di questo quesito e dello sviluppo della particolare situazione creatasi, per ribadire, come ho più volte sostenuto nel corso Docfa, che con l’avvento della circolare 11/E è opportuno predisporre la pratica all’urbano contestualmente a quella dei Terreni. Infatti nella relazione del libretto Pregeo si è costretti a dichiarare una volontà di intenti che poi va confermata con la denuncia all’urbano.
Nel tuo caso, mi confermerai che hai generato due particelle nel lotto E.U. trattato. Pertanto avevi previsto che almeno una delle due fosse destinata a tornare all’urbano dopo l’intervento dell’Ufficio.
Altrimenti avresti fatto un semplice TM per dem. tot.
Concordo con te che la posizione dell’area che diventerà D/10 non può considerarsi pertinenza dell’azienda data la distanza notevole da altri fabbricati, ma questo elemento non l’avevi mai evidenziato, scrivendo solo il possibile utilizzo come deposito a cielo aperto.
Purtroppo, ormai, non ti resta che fare la pratica all’urbano; se il comune di concede di realizzarvi un deposito, la potresti accatastare come area urbana in F/1…

Per la complessità della situazione ho probabilmente omesso alcuni dettagli, chiedo scusa… Comunque no, con il mio atto, oltre alla demolizione del fabbricato ho generato due particelle e per entrambe ho chiesto il passaggio al catasto terreni, nella speranza di poter poi definire una a seminativo e l’altra ad improduttivo.
Quella a seminativo è già a gli atti (con mod. 26 cartaceo. Putroppo il docte non funziona con "relitto di EU), mentre l’improduttivo non mi è stato accettato in quanto a reddito zero. Ho ipotizzato quindi un incolto produttivo, ma la risposta dell’AdE è il passaggio a EU in cat. D/7

Bene. Non concordo con l’AdE e se fossi in te riproverei con il mod. 26 ribadendo che l’area è priva di redditività e non ha la potenzialità per parcheggio mezzi agricoli data la posizione (se esiste la qualità “incolto sterile” quando andrebbe applicata?).
Altrimenti dichiara un D/10 con valore 5 €/mq.

Infatti, avere una coltura e non poterla utilizzare la trovo una contraddizione. Ho provato stupidamente ad avvalorare la mia tesi allegando al mod. 26 una brevissima relazione con foto del sito. Risultato: mi sono tirato la zappa sui piedi e mi confermano assolutamente la cat. D/7 in quanto area scoperta ad uso deposito.
Penso quindi che procederò con un D/10 con allegati adattati al caso…anche se mi stuzzica l’idea di fare una F/1 e lasciarla così fino al prossimo cambio Direttore!