Ciao Eddy,
interessante questo tuo caso … sarebbe da presentarlo ad un corso.
Naturalmente non è mai facile rispondere senza avere ben presenti tutti gli elementi in gioco, però ci provo sulla base della tua descrizione.
Naturalmente i fabbricati hanno una valenza maggiore dei cippi/termini perché è meno facile che si siano (o siano stati) spostati nel tempo. Tuttavia, come dico sempre, l’attendibilità di un punto di inquadramento, sia esso uno spigolo di fabbricato che un termine, te la dà soltanto lo scarto calcolato dalla rototraslazione ai minimi quadrati. Se lo scarto e buono, il punto è attendibile, se lo scarto è eccessivo, il punto è inattendibile.
Piuttosto, prima ancora di calcolare gli scarti vale un altro concetto, e cioè capire quali tra i punti di inquadramento rilevati hanno più “affinità con il confine”.
Cosa significa affinità con il confine?
Significa capire se il punto di inquadramento:
- è stato inserito in mappa contestualmente al confine (cosa quasi scontata per la mappa d’impianto);
- è vicino al confine, nel senso che verosimilmente durante il rilievo d’impianto è stato rilevato dalla stessa stazione o quanto meno dalla stessa poligonale;
- è sullo stesso foglio del confine o su un altro foglio.
Queste caratteristiche permettono di attribuire un peso diverso ai punti di inquadramento. Ti riporto qui sotto il brano del mio libro Topografia per Catasto e Riconfinazioni nel quale ne parlo, seguendo i principi coniati a suo tempo da Pier Domenico Tani, maestro di questa materia.
Pesi_punti_di_appoggio.pdf
Nel caso che hai descritto, ad esempio, il cippo che dici essere un vertice stesso del confine da ricostruire, ha un peso altissimo e, anzi, se le parti lo riconoscono quale punto effettivo del confine, non dovresti nemmeno considerarlo come un semplice punto di inquadramento ma come un vero e proprio “vincolo”, cioè un punto che non può essere mosso nemmeno di 1 mm. In tal caso, dovresti adottare la variante Vincolata della rototraslazione ai minimi quadrati, la trovi descritta in quest’altro brano del libro Tecniche di riconfinazione:
Rototraslazione_Vincolata.pdf
Se invece la parti non concordano sul fatto che tale termine costituisca il confine, allora la cosa si complica perché in tal caso devi tornare a valutarne l’attendibilità. Sempre sul libro Topografia per Catasto e Riconfinazioni (capitolo Il rispetto della congruità locale della mappa a pag. 876), ad esempio, abbiamo trattato un caso in cui un fabbricato d’impianto era molto vicino al confine, quindi con grande “affinità”, ma risultava avere uno scarto di ben 2 metri rispetto agli altri punti di inquadramento.
A questo punto tu mi dirai:
Ok, ma io adesso da che parte devo iniziare?
Fossi in te farei così:
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Sottoporrei a rototraslazione ai minimi quadrati tutti i punti di inquadramento, sia i fabbricati che i termini, in modo da escludere quelli palesemente inattendibili, esempio fabbricati modificati nel tempo, termini che in realtà non sono d’impianto ma posti in opera successivamente, termini che sono stati spostati nottetempo, ecc.
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Fatta questa prima disamina, se ti rimangono sufficienti fabbricati e termini, proverei a considerare separatamente gli uni e gli altri in modo da capire se hai risultati diversi sul confine e di quanto.
A valle di queste verifiche potrai fare le valutazione opportune. Se posterai qui le risultanze, mi farà piacere darti il mio parere, invito che estendo anche ai colleghi del forum esperti in materia.