Riconfinazione per rototraslazione mappa-rilievo, un esempio completo

Penso di farvi cosa gradita nel riportarvi (link qui sotto) il brano del mio nuovo libro in cui sviluppo un esempio completo di riconfinazione da mappa risolta per rototraslazione ai minimi quadrati.

Riguardo la dibattuta questione della variazione di scala, è incluso anche il raffronto tra le tre soluzioni: 1) senza applicarla; 2) applicata sui singoli punti del confine; 3) applicata solo al baricentro del confine mantenendone rigida la geometria.

Riconfinazione_da_mappa_Esempio_completo.pdf

Naturalmente qualsiasi vostro commento sarà gradito.

geom. Gianni Rossi
Via B. Sacchi, 9
36061 - Bassano del Grappa (VI)
Responsabile corsi online del Collegio Geometri e G.L. di Padova
cell. 3202896417
Email: gianni.rossi@corsigeometri.it
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Ciao Gianni,

temo che con scarti così bassi l’effetto delle variazioni sia poco evidente. Giustamente poi il numero dei punti di appoggio diluisce ancora di più le differenze, rendendole minime (quasi ininfluenti).
Se per assurdo avessi scarti pari (o prossimi) allo zero, quasiasi calcolo sarebbe inutile …

Per lo scopo didattico dell’esempio mi permetto di consigliarti di ampliare la “tollerabilità” degli scarti, e lasciare nel calcolo punti con differenze più significative rispetto al graficismo della mappa. Poi vedere l’effetto delle varie opzioni.

Cordialmente
Roberto

Ciao Roberto,

hai ragione, per quanto riguarda il confronto con le tre varianti inerenti la variazione di scala, l’esempio che ho sviluppato è poco significativo. Avevo scelto questo lavoro perché includeva anche la questione dell’extrapolazione del confine che dovevo comunque spiegare.

Ma non va bene, vedrò sicuramente di cambiare l’intero capitolo usando un esempio in cui le condizioni (scarti, fattore di scala e confine lontano del baricentrico dei punti di inquadramento) siano tali da evidenziare differenze maggiori dell’errore di graficismo.

Magari quello che ho postato lo lascio solo per spiegare l’intera operatività (inclusa l’extrapolazione), rimuovendo la parte riguardante la variazione di scala che svilupperò invece nel nuovo esempio.

Ti ringrazio per il gradito consiglio.
A presto,
Gianni

Ciao Gianni

la questione della variazione di scala è sicuramente più evidente quanto più distante dal baricentro è il confine da tracciare (e nell’esempio riportato questa condizione è ben evidente) ma soprattutto dove gli scarti sono decisamente più elevati che nel caso riportato.

Purtroppo a priori non è possibile capire l’andamento degli scarti poiché nella stessa zona (sempre parlando di fabbricati sicuramente antichi e non rimaneggiati) vi sono spigoli più attendibili di altri magari perché i primi sono stati rilevati strumentalmente e i secondi ricavati con metodi meno precisi, o semplicemente perché affetti da altri errori (di rilievo, di restituzione, di grafica).

Da parte mia come ben sai tendo a rilevare un elevato numero di punti, sia per poter scartare quelli che per quanto detto sopra inevitabilmente hanno scarti eccessivi in senso assoluto, ma anche per quantificare uno scarto medio della zona. Se ho molti punti con scarto attorno ai 50cm posso tenerne anche alcuni con scarto 70-80cm, se invece ho molti punti con scarto maggiore ovviamente la mia soglia di tollerabilità si alza, viceversa si abbassa.

Comunque indipendentemente dai valori in gioco, ritengo che concettualmente la variazione di scala sia da applicare sempre, se gli scarti sono bassi come nel caso da te riportato, vorrà dire che le differenze saranno molto contenute, ma non ne rilevo in ciò un problema. Meglio applicarla anche in questi casi che non applicarla nei casi con scarti magari di 1m dove la differenza si sente eccome.

Ciao Roberto (R.),

condivido tutto quello che hai scritto, d’altra parte so bene quanta cura ci metti nei tuoi lavori nel reperire il maggior numero possibile di punti di inquadramento, che è in effetti l’unica condizione di partenza che può garantire la soluzione più ottimale nelle successive elaborazioni.

Tornando all’esempio del libro, come dicevo a Roberto B., sto cercando tra i tanti lavori che mi ritrovo, uno che abbia le condizioni tali da mettere in maggior evidenza gli effetti dell’applicazione (o mancata applicazione) della variazione si scala. Come dicevo, tali condizioni sono: scarti non buonissimi, fattore di scala altrettanto non buonissimo e confine lontano del baricentrico dei punti di inquadramento. Se per caso trovi facilmente tra i tuoi lavori uno che sia in queste condizioni, ti sarò molto grato se me lo invii.

Grazie e a presto.

Ciao Gianni
verifico ma così a memoria non mi viene in mente alcun caso che ti possa essere di aiuto e questo perchè rilevando molti punti riesco più o meno bene a far rientrare i lavori entro valori buoni sia per scarti che per estrapolazione, che tendo sempre ad evitare.
Spesso impego diverso tempo a studiare il caso prima a tavolino con mappe e Google Earthe per poi passare al rilievo dove spesso con poco sforzo in più rilievo punti in abbondanza. Passo poi all’elaborazione dove grazie al calcolo combinatorio riesco a trovare la configurazione di punti ottimale per il caso.

Forse non serve cambiarlo, si può solo adattare e canmbiare l’ordine.
Vedo che i punti 1032-1031 sono stati da subito eliminati dal calcolo.
Forse reintrodurli all’inizio del paragrafo potrebbe alzare gli scarti in modo utile al tema, per poi sviupparlo come vuoi tu eliminandoli.

Una domanda, con quale metodo è stata rilievata la mappa d’impianto dell’esempio?
Considerando i punti a coppie, lo scarto medio è bassissimo, e il confronto con le tolleranze lineari è mediamente solo del 20%.
Per la maggior parte delle coppie la differenza è inferiore o prossima al graficismo, anche per distanze lunghe. Ad esempio lo scarto più alto è sulla coppia 704-1 ed è di 90 centimetri su una distanza di 426 circa, comunque pari al 21% della tolleranza. Sulla coppia 1029-109 che è l’allineamento più lungo, ci sono solo pochi millimetri su una distanza di 647 metri circa.
Mediamente una ottima mappa.

Cordialità

Ciao Roberto.

Ci provo, ma lasciare questo esempio per il raffronto sulla variazione di scala non mi convince, anche per quanto ti dirò qui sotto. Sono più dell’idea di lasciare questo esempio come spiegazione dell’intero procedimento (che include anche l’extrapolazione del confine) e utilizzarne un altro per la parte della variazione di scala.

In effetti, nel frattempo me n’ero dimenticato, ma la mappa di questo lavoro (di Sergio Ivaldi) era del Catasto Rabbini del Piemonte e come tale riportava le misure analitiche degli allineamenti. Per questo trovi le risultanze che hai descritto e che danno luogo a scarti e variazione di scala molto contenuti. Se vuoi vedere l’intero sviluppo di quel lavoro, lo trovi su questo corso (mono-sessione) di www.corsigeometri.it.

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A presto.

Ciao Roberto e tutti,
come dicevo nei post precedenti, ho rivisto il capitolo dell’esempio di riconfinazione per rototraslazione mappa-rilievo che avevo pubblicato nel mio post inziale. Ho estrapolato la parte riguardante la variazione di scala in un paragrafo finale a parte (dal titolo Gli effetti della variazione di scala) nel quale ho sviluppato un lavoro (realmente eseguito) che presenta caratteristiche per le quali la variazione di scala risulta di maggior impatto. Questo il link al capitolo aggiornato (chi lo aveva già letto potrà limitarsi a visionare solo il paragrafo suddetto):

Riconfinazione_da_mappa_Esempio_completo_rev_2.pdf

Qualsiasi commento è gradito come sempre.

geom. Gianni Rossi
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Metti tutto in scala 1/1 comprese immagini e ovviamente fai il raffronto sul cad. Per battere punti rilevanti in fase di rilievo con stazione totale applica la regola di bessel.