Riconfinazioni, perché se ne parla (troppo) poco?

Ciao Carlo e Roberto,
ho letto con grande interesse questo vostro scambio di idee che apprezzo molto, indipendentemente da come la pensate sia voi che il sottoscritto.

Per restare all’oggetto del topic, il motivo per cui al giorno d’oggi si parla poco di riconfinazioni è dovuto proprio al trascorrere del tempo; una direzione che tu, Carlo, auspichi (comprensibilmente) nel senso di un ritorno alle vecchie e sane abitudini come i convegni e seminari in aula, la formazione in presenza, ecc., ma su questo ci torno più avanti.

Il tempo, dicevo, è trascorso anche per quanto riguarda le riconfinazioni. I tanti anni di convegni e seminari in aula, seguiti da altrettanti anni di corsi online, non sono passati invano. Questa lunghissima maratona ha prodotto due categorie di geometri:

  1. quelli che si sono appassionati alla materia, l’hanno studiata, l’hanno coltivata e si sono specializzati;

  2. quelli che hanno capito, volenti o nolenti, che non è roba alla loro portata.

È del tutto evidente che numericamente la prima cerchia è costituita da un numero molto, ma molto, ridotto rispetto alla massa di colleghi che frequentavano gli eventi. E sono proprio questi pochi che oggi continuano a dibattere di riconfinazioni, avendone fatto una loro attività professionale remunerativa alla quale si sono appassionati. La seconda schiera di colleghi invece ha “mollato”, quindi non partecipa più ai dibattiti sulla materia.

Mi sembra tutto molto chiaro e nella normale evoluzione delle cose.

Tornando poi sul “trascorrere del tempo”, Carlo, ti confesso che anch’io rimpiango molto i bei tempi in cui io, te e Leonardo salivamo sul mio Opel Vivaro e ce andavamo in giro per l’Italia incontrando di persona migliaia di colleghi. Ma stai pur certo che esperienze come quella non si ripeteranno più. Non ci sarà più nessuno che salirà su un furgone, con tanto di proiettore professionale, dispense ecc., per andare a tenere convegni e seminari in aula sulle riconfinazioni.

Perché sono così sicuro di questo? Proprio perché il tempo cambia sempre e irreversibilmente lo stato delle cose. La formazione online ha dei vantaggi e degli svantaggi. Uno li mette sui piatti della bilancia e guarda da che parte si abbassa. Si abbassa il piatto della formazione online, non quello della formazione in presenza. Questo può piacere o non piacere, ma è così e indietro non si torna più.

Noto invece che tu, Carlo, sei rimasto dell’idea che le buone abitudini del passato possano ritornare perché ci si accorge che quelle nuove sono peggiori. Ma ti sbagli. Le nuove abitudini prendono piede proprio perché danno dei vantaggi rispetto a quelle precedenti, altrimenti non nascerebbero nemmeno.

Dopodiché, concordo con Roberto nella sua approfondita analisi quando dice che la bontà di qualsiasi attività, sia umana che professionale, non dipende mai dallo strumento utilizzato ma dalla persona. Se un geometra vuole acquisire un’adeguata preparazione in materia di riconfinazioni, lo fa sia frequentando corsi in aula che online, oppure leggendo i libri diponibili o interpellando colleghi esperti che possano dargli supporto. Se invece uno ha la pretesa di imparare una materia senza fare fatica, allora non c’è nessun mezzo formativo che gli permetta di raggiungere questo obiettivo velleitario.

Noi qui in Veneto abbiamo un bellissimo detto in proposito:

Xe question de soramanego !!

Tradotto: è una questione di “sopra-manico”, dove per “sopra-manico” si intende la persona che usa un determinato strumento. La morale è quella che dicevo sopra: quando non si riesce in una qualsiasi attività lavorativa, non è mai colpa dello strumento, ma di chi tiene in mano il manico dello stesso.