Topografia pratica 5
Precauzioni ed accorgimenti (da prendere durante i rilievi)
Una cosa fondamentale da tener presente, da parte di ogni componente della squadra, è il saper dare il giusto peso e la proporzionata attenzione e precisione per ogni fase delle operazioni.
Ad esempio tutte le operazioni concernenti la poligonazione (posizione dei picchetti con chiodo, loro misurazione con mire, riflettori e paline) devono essere fatte con somma cura, in quanto ogni errore commesso, in queste operazioni, si ripercuote su tutto il rimanente rilievo ad esso collegato.
I punti isolati invece possono tollerare precisioni assai inferiori in quanto l‘eventuale errore dovuto a operazione eseguita con una certa celerità non ha altre ripercussioni. Si deve però ricordare che alcuni punti, anche se isolati, richiedono una cura particolare nei rilevamento; questi punti sono, ad esempio spigoli di fabbricati o comunque stabili e bene individuabili perchè questi in caso di asportazione dei riferimenti di poliqonale possono essere molto utili per l’orientamento nell’utilizzo del rilievo.
Ad ogni posizione dello strumento è necessario dare un nome che deve essere scritto in qualche modo sul terreno o stampigliato sul picchetto, non rimandare mai (si usava dire : "mai rimandare ! piuttosto vomita n.d.r. ) di fare questa operazione perchè spostando lo strumento non sempre si riesce a ricordare quel nome ed è facile che ai riflettori o alla palina che stazioni in quel posto osservandola da un’ altra stazione si attribuisca un nome sbagliato. Per evitare questo, prima di scrivere sul libretto il caposaldo osservato, chiedere sempre il nome (scritto per terra vicino) al portatore del segnale.
(Per la restituzione automatica il nome deve sempre essere un numero)
Non è consentito, in ogni caso, cancellare o modificare le scritture di campagna ad operazione compiuta. Se si deve correggere qualcosa si deve fare con una penna del colore differente da quello di campagna (preferibilmente rosso) annullando con un segno trasversale il numero originario, che comunque deve sempre essere leggibile.
Durante l’ esecuzione di rilievi in zone piuttosto vergini si devono sempre rilevare tutti i particolari caratteristici che possono servire di orientamento nell’utilizzo del rilievo (sentieri, grossi trovanti, tralicci elettrici, caverne, ecc…).
Quando è possibile, nei tempi morti dello strumento, quando cioè i canneggiatori sono in movimento, l’operatore deve eseguire sui libretti i controlli possibili quali corrispondenza distanze tra andata e ritorno delle poligonali, tra angoli contrangoli. Questi controlli verranno poi eseguiti anche nel programma di calcolo, ma se fatti in campagna, riscontrato l’ errore si può rimediare subito, se denunziati dal calcolatore bisogna ritornare in campagna, onere più gravoso quanto più lontano dalla sede si trovi il rilievo.
E’ consigliabile, salvo casi eccezionali, durante rilievi celerimetrici eseguire prima dell’ inizio la battitura dei punti di poligonazione. Questo perchè eseguite a breve distanza di tempo trovano lo strumento pressochè nelle nelle stesse condizioni. Se invece si fa la lettura indietro poi si battono i punti ed in ultimo di lancia la stazione in avanti, lo strumento durante il rilevamento dei punti può subire degli spostamenti dovuti alla pressione manuale esercitata dall’operatore, alla dilatazione termica dovuta al riscaldamento soltanto su una parte, a cedimento del treppiede specie su terreni gelati ed altro, e trovarsi quindi spostato durante il lancio della stazione in avanti.
Prima di eseguire una serie di operazioni con uno strumento è opportuno osservare un punto fisso stabile sufficientemente distante ma non tale da costituire difficoltà di puntamento e scrivere sul libretto i dati relativi a tale punto fisso. Eseguite le operazioni di rilevamento si dove ricollimare il punto fisso.
Se i dati relativi al punto fisso corrispondono alla lettura iniziale vuol dire che tutte le operazioni eseguite da quella stazione sono state eseguite con lo strumento fermo, se i dati del punto fisso si discostano dai primi punti vuol dire che lo strumento ha subito degli spostamenti durante le operazioni di rilevamento. Essendo impossibile individuare il momento in cui è avvenuto lo spostamento, bisogna ripetere le operazioni eseguite in quella stazione . Perciò se lo stazionamento è lungo è opportuno controllare periodicamente il punto fisso scrivendo sempre sul libretto i dati relativi al punto fisso, in modo da suddividere i dati in gruppi e in caso di riscontro di errore ripetere le operazioni relative al gruppo entro il quale si è riscontrato l’errore.
Per la partenza di una poligonale sia semplice che di precisione o di una livellazione semplice o di precisione non ci si deve mai fidare di un solo riferimento, questo potrebbe essere errato e pregiudicherebbe il controllo di chiusura. Avendo almeno due punti di riferimento si può tentare la chiusura con partenze diverse. Lo stesso discorso vale logicamente anche per i riferimenti di chiusura.
Nelle operazioni di campagna dove i dati rilevati vengono annotati da più persone come batimetrie (due teodoliti ed ecoscandaglio), celerimensura con abbozzo (teodolite distanziometro e abbozzo), ed altri casi che possono capitare, bisogna fare attenzione che su tutti i libretti il punto rilevato sia chiamato con il medesimo numero. Perciò gli addetti a notare devono, a seconda dell’ importanza del punto accertare tra di loro la situazione di ogni punto o di ogni serie di 5 punti come nel caso della celerimensura.
Le annotazioni che si trovano nel libretto di campagna non sono mai troppe per chi restituisce, perciò se c’è tempo non temere mai di scrivere troppo nello spazio dei libretti dedicato alle note (possono essere utili anche indicazioni relative alle condizioni atmosferiche (vento, foschia, temperatura).
Quando si eseguono sezioni con cordino metrico e livello è fondamentale indicare nelle note oltre naturalmente al numero della sezione il punto origine delle progressive e il verso della sezione (viste da valle o da monte se è attraverso un corso d’acqua).
Durante i rilievi celerimetrici aver cura di misurare direttamene con la cordella metrica i lati delle opere murarie rilevate per punti, questo per avere un controllo dell’ esatto rilevamento e perchè questi punti servono come riferimenti per l’utilizzo del rilievo o perchè in sede di eventuale collaudo questi punti sono i primi che saltano all’occhio.
Per la partenza di una poligonale secondaria da un punto è sempre opportuno orientarsi sulla stazione da cui è stato lanciato per avere una maggiore precisione angolare.
L’ angolo di orientamento di partenza di una poligonale deve essere preso da una distanza tale che l’errore di puntamento non influisca sensibilmente sul buon risultato del lavoro. Perciò è sempre necessario orientarsi su un punto sufficientemente distante; se ciò non è assolutamente possibile e il riferimento è molto vicino (meno di 40 m) non adoperare mai una palina ma in mancanza di meglio usare un filo a piombo.
Una cosa da tener presente è che tutti i dati essenziali di un rilievo topografico devono essere notati almeno due volte per avere un controllo di un eventuale errore. La ripetizione spinta a quattro notazioni dà la possibilità di individuare l’errore e correggerlo stando a tavolino senza dover ripetere le operazioni di campagna. In base all’importanza del dato si stabilisce di spingere o meno la ripetizione a 4 letture.
Le condizioni verranno stabilite a seguito nelle disposizioni particolari.
Nella celerimensura ad ogni cambio di stazione è opportuno ribattere un punto caratteristico battuto dalla stazione precedente; ciò costituisce un ottimo sistema per individuare un eventuale errore.
Di tutti i vertici di una poligonale sarebbe opportuno redigere una monografia con misure riferite a punti stabili; se questo non è sempre possibile per ragioni di tempo o per mancanza di riferimenti, diventa indispensabile quando si deve interrompere anche momentaneamente una poligonale ed il vertice risulta in posizione tale da poter essere facilmente asportato (si precisa che tutti i picchetti in legno sono da considerarsi instabili).
In questa soluzione è naturalmente necessario fissarsi un punto di riferimento anche angolare, infatti se si riesce a ricostruire il vertice attraverso le monografie ma risulta asportato anche il vertice precedente di cui non si sia redatta monografia, l’ operazione precedente risulterebbe vana.
“PRONTUARIO TOPOGRAFICO” edito da Zollet Ingegneria maggio 1977
(Sempre applicato tutto alla lettera. Infatti nel 1977 per la prima volta ho usato la “restituzione meccanografica” che altro non era che l’attuale “informatica” solamente che il calcolatore era un IBM di cui non ricordo il nome che occupava quasi tutta una stanza 3x3. La compilazione dei libretti si faceva in una scheda denominata “tracciato record” che veniva introdotta da due diverse segretarie in una macchina perforatrice di schedine di cartone. Il caricamento in un lettore di queste schedine rivelava se i dati di battitura erano uguali altrimenti veniva rivelato l’errore di battitura e corretto. Il tutto passava per il programma di calcolo e disegno che presentava solo in stampante i risultati, ma su un plotter i soli punti senza le linee. Il caposquadra con l’abbozzo univa i punti con le linee che aveva abbozzato in campagna. Purtroppo all’epoca si fotografavano solo i caposaldi perché le foto costavano assai, ergo non ho alcuna foto di nulla ! )