Antiche procedure topografiche

Ciao, Ugo,
non sapevo che esistesse quello strumento, mi pare che sia congegnato in modo che il righello diametrale non ruota su un perno, ma scorre sul cerchio e che consentiva di tracciare angoli con una precisione molto spinta,

Grazie Nino

Sí é fatto cosí.

Purtroppo per la costruzione artigianale di allora in alluminio (mio padre si serviva di un artigiano tornitore) la sua precisione stimata era intorno ai 20 primi centesimali e quindi inferiore a quella del cartone a scala “ticonica” che era di 10 (non trovato per il momento) che in epoca recente avevo banalmente ri-costruito con il plotter.

D’altra parte con le regole di allora era sufficiente in quanto le battute consentite alla stadia erano al massimo di 130 metri la cui tangente di 20 primi é di 40 cm che al 1:2000 é il graficismo della mappa.

Allo scadere del brevetto la Nestler ne produsse e commercializzó uno con un nonio sia sugli angoli che sulle distanze (marcate con punzone appuntito) del tutto simile (ma con scalimetro fisso) a quello di mio padre dal quale, invece, si poteva toglierle lo scalimetro per completare il disegno con le squadrette.

Ciao, Ugo,
in effetti era cosi, io, in un mio caso, tra la mappa di impianto gli spigoli di due fabbricati rurali distanti 125 metri, ho trovato la differenza di circa un metro tra il disegno mappale e la realtà. Purtroppo il giudice quando incarica un CTU gli chiede di trovare l’ esatta linea di confine: campa cavallo!

Ciao Nino.

Spiacente ma, in tale caso, bisognerebbe sapere la scala della mappa !

Ciao, Ugo,
certo quello che dici, ma era sottinteso che la mappa originale è disegnata il 1/2000. Quello che volevo dire che non si può pretendere di far corrispondere il terreno al disegno della mappa.

“Il rilevamento (massime distanze 130 metri) veniva effettuato nella maggior parte dei casi con un tacheometro Troughton & Simms inglese dotato di 2 noni a microscopio in orizzontale e 2 in verticale con la precisione ai 2 primi centesimali, partendo con una poligonale dalla rete di trigonometrici rilevati dall’IGM (in o ex-centro). In particolare si usavano sia i fili distanziometrici a costante 100 che 50 e le angolari diametralmente opposte per ogni punto e rilevando i termini e gli spigoli con diritto e capovolto e con le due costanti da due stazioni diverse e gli spigoli (dei fabbricati) erano integrati da misure lineari prese con la cordella metrica o triplometro

Questo dicevo in un altro topic : Riconfinazioni, metodi manuali VS software

L’unica spiegazione possibile a ció che hai constatato é che non sia stata applicata la procedura sopradescritta che era assolutamente inderogabile (almeno qui in provincia di Belluno, ma ovvio la procedura era emanata dalla Direzione Generale del Regio Catasto con sede nella capitale).

Fatta salva anche l’ipotesi che i fabbricati siano stati nel tempo modificati per esempio con una demolizione parziale o aggiunta parziale.

Cio, Ugo, complimenti! prendo atto che hai un’ ottima conoscenza degli strumenti, dei rilevamenti catastali effettuati e delle tecniche usate un tempo per disegnare le mappe, quindi certamente vanno a beneficio di chi non li conosce. Dimmi, sei statu tu che mi hai detto in passato di essere radioamatore? io ho il nominativo ministeriale IT9 LOB. Cordialità.

Ciao Nino. Grazie

Sí é vero. Ho fatto l’esame all’isola di San Giorgio a Venezia, ma mi hanno bocciato in telegrafia (troppo lento :slight_smile: ) e quindi assegnato ai 144 MHz con il nominativo IW3 EFX :slight_smile:

Ciao, Ugo,
non so se sai che, in forza delle nuove norme sull’ attività radioamatoriale, entrate in vigore qualche decina di anni fa, gli IW possono trasmettere anche in decametriche. '73

… scusa (e scusate) siamo fuori argomento trasferiamoci qui : Dopolavoro

… eccoci

Sí : il Catasto degli anni 30 era molto rigoroso :

Tanto per andare sul personale mio padre mi raccontó la fine del suo periodo di 11 anni da dipendente con la scelta libero professionale :

Vigeva, allora, l’assoluto divieto di lasciare il posto di lavoro di notte (l’Amministrazione pensava ad affittare vecchie casere anche di montagna per alloggiare i dipendenti occupandosi anche dell’intera logistica connessa) per il semplice motivo che il lavoro stesso ti teneva occupato “dall’alba al tramonto”.
All’epoca (io non ero ancora nato) mio fratello piú vecchio era ricoverato in ospedale con una terribile meningite incurabile (non c’era nemmeno la pennicillina) e lui (mio padre) decise di andarlo a trovare utilizzando, per maggior celeritá una bicicletta (erano in montagna a diversi kilometri e a diversa quota) penso si possa capire con quale animo.
Al ritorno, prima dell’alba, era giá ritornato, ovviamente spingendo in salita la bicicletta : sorpresa : c’era il capo ufficio ad aspettarlo che (quasi piangendo) lo rimbrotó dicendo :
“Mi dispiace, Cappelletti, lei sa che devo punirla per quanto ha commesso e la punizione é il trasferimento al Comune di Rocca Sicura in Provincia di Isernia”
Dovette prendere il treno e quant’altro e partire per arrivare in questo Comune che alcuni di voi forse sanno dov’é lasciando il figlio in ospedale con la conseguente meningite che si trasformó in “cerebro spinale” lasciandolo poi sordomuto.

A Rocca Sicura fu accolto con i fiori e la banda cittadina perché “finalmente qualcuno era arrivato anche lí per l’effettuazione delle mappe catastali”
Per farla breve :slight_smile: Iniziarono le operazioni e cominciarono le pressioni del parroco e del sindaco per appoggiare questo o quel cittadino per l’apposizione dei termini e relativo rilevamento con i metodi che ho giá spiegato altrove ergo : appioppó un paio di sberle a l’uno o all’altro (non ricordo) e si dimise, suo malgrado.
Il seguito fu che al ritorno passó per Roma e, dopo un colloquio con il Direttore Generale (che voi sicuramente conoscete :slight_smile: ) Boaga si iscrisse come appaltatore alla redazione di fogli di mappa per la Provincia di Belluno.

Il seguito é un’altra storia. Grazie

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Bellissimo racconto, Ugo, grazie a te.
Credo che tutti noi dovremmo leggerne molte di queste storie per capire da dove arriviamo.

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… non ne so molto perché non ero nemmeno nato e anche perché le zone in cui furono effettuati i fogli di mappa in autonomia come libero professionista erano, come c’era da aspettarsi, le piú impervie della Provincia di Belluno che gli impiegati avevano pensato bene di non affrontare :slight_smile:

Posso solo dire che ho sentito parlare delle montagne prospicienti la Provincia di Trento quali il Piz de Sagron, la Valle del Mis, California, ecc…

Ho solo a disposizione alcune fotografie d’epoca che, da sole, forse daranno un’idea delle difficoltá incontrate :slight_smile:

Trasporti a cura di mulo someggiato

Pernottamenti in tenda militare di recupero

Aperture in centro su trigonometrici opportunamente segnalati

Vertici secondari su rocce dominanti (quasi tutti i termini, essendo molto lontani, venivano rilevati solo angolarmente con doppie intersezioni in avanti da stazioni diverse)

Grazie

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… vabbé non interessa a nessuno, pazienza !

Ciao, Ugo,
non è che non interessa nessuno, non per niente i tuoi posti sono stati visitati dal oltre 900 tecnici, ma è prezioso quello che hai scritto, è invece che dei tecnici che usano le nuove tecniche di rilevamento che non conoscono le vecchie, ritenendo valido, anche nel caso di regolamento di confine, quest’ ultimo criterio come se fosse sacro; io ne ho conosciuto molti specialmente uno che fece una CTP contro di me che faceva abbaiare i cani.

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Ciao Ugo,
non è che non interessa a nessuno, è il contrario.
I tanti appassionati, non possiamo che ammirare e rimanere a bocca aperta, pensando che oggi, con tutta la tecnologia e le comodità che abbiamo a disposizione, molti di noi non sarebbero in grado di ripetere quello fatto da quei tecnici.
Continua a riportare le tue testimonianze che a mio parere hanno un valore inestimabile.
Un grazie, un caro abbraccio ed un affettuoso saluto.

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Ciao Ugo, ma stai scherzando a dire che non interessa a nessuno?

Come ti ha detto Sergio, queste tue testimonianze (sia dirette che tramandate) hanno un valore inestimabile e noi appassionati di topografia le apprezziamo moltissimo. Se non rispondiamo ai tuoi post è solo perché dovremmo soltanto ripetere quanto ti siamo grati di condividerle, altro non potremmo aggiungere.

Quindi, per favore, non smettere di postare qui questi spaccati di topografia vissuta perché così, essendo in rete, li rendi rintracciabili e fruibili a tutti.

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… grazie a tutti per l’incoraggiamento :slight_smile:

C’é anche qualche aneddoto (accaduto realmente) :slight_smile:

Gli operatori catastali avevano (in epoca Mussoliniana), come giá visto, l’onere dei rilevamenti “dall’alba al tramonto” d’estate, mentre d’inverno lavoravano in ufficio ai calcoli e alle restituzioni con un ritmo che, giocoforza, era totalmente diverso tanto da creare un ambiente piú “rilassato” anche se, comunque, rigoroso.

A mio padre che all’epoca era caposquadra fu annunciato che una vecchina con uno zaino pesantissimo aveva chiesto udienza per spiegare una sua perplessitá
Fu fatta passare nell’ufficio della squadra che stava facendo i calcoli, le restituzioni e i disegni.
Stranamente si presentó con l’enorme carico in spalla e annunció:
“geometra lei si é dimenticato di “battere” (= rilevare) questo termine” estraendo dallo zaino una pesantissima pietra di forma ovoidale.
Ovviamente tutti avevano una gran voglia di deriderla ma, invece, fecero appoggiare a terra la pietra e, con la massima “nonscalance” la percuoterono con una riga centimetrata dicendo : “ecco, battuto”, puó tornare a casa.
Morale la vecchina tornó al suo paese con il suo pesante carico (sia pur con la corriera e a piedi) che, per maggior comprensione, si puó vedere nell’allegato :

Ciao, Ugo,
se ce l’ hai, pubblica la foto della riga a scala ticonica che faceva apprezzare il decimo di millimetro, e se ce l’ hai il planimetro con cui vennero determinate le aree delle particelle, oppure il reticolo millimetrato trasparente che si sovrapponeva al disegno della mappa e in base ai quadratini contenuti entro il perimetro della particella più quella dei quadratini tagliati dal perimetro della particella che si valutavano ad occhio che sommandoli si trovava l’ area della particella, io fra giorni riporterò le foto di alcuni strumenti antichi come il clisimetro della Salmoiraghi del 1901 che costava cento lire .

Ciao Nino.

Mi dispiace ma non ho nessuno degli strumenti da te citati perché, verosimilmente, mio padre usava quelli di proprietá del Catasto e quindi sono rimasti lá.

Buone feste. Ciao