Congruenza fogli di mappa - Un caso concreto (di Roberto Rena)

Ciao Roberto (R.),
nella discussione avuta con Carlo Cinelli in questo topic spero di aver sufficientemente chiarito il mio pensiero circa gli aspetti operativi e quelli di calcolo in una riconfinazione, dove:

  1. per “aspetti operativi” intendo tutte le operazioni volte a individuare quello che Tani definiva il “confine vero”, cioè la ricerca di elementi materializzati sul posto (quand’anche nascosti ad una prima ricognizione visiva) e/o di documenti di qualsiasi natura (anche testimoniale) che possano valere quale manifestazione della volontà delle parti sulla posizione del confine e …

  2. per “aspetti di calcolo” intendo quelli matematici ai quali occorre giocoforza ricorrere laddove manchino o siano insufficienti gli elementi probanti di cui sopra e si debba quindi ricorrere alla ricostruzione del confine cartografico ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 950 del codice civile.

Come avrai notato, Carlo Cinelli tende a mettere in antitesi i due aspetti affermando che i primi siano talmente prevalenti sui secondi al punto che non valga nemmeno la pena di approfondire questi ultimi, come ci hai invece sollecitato a fare tu per il caso che hai descritto in questo topic.

Io invece penso che le due discipline siano complementari e non antitetiche. La parte operativa, così come sopra descritta, ha sicuramente la precedenza sulla ricostruzione cartografica, ma non perché lo dica io, tu o Carlo Cinelli, ma perché lo dice l’art. 950. Dopodiché, siccome lo stesso art. 950 recita che “In mancanza di altri elementi, il giudice si attiene al confine delineato dalle mappe catastali” ritengo che, quando questa eventualità si rende indispensabile (e sappiamo tutti che ciò accade nella maggioranza dei casi) sia doveroso applicare le procedure risolutive il più rigorose e precise possibili.

Per questo motivo ritengo che dire, come fa Carlo Cinelli, che lo spessore stesso dei picchetti (8 cm) posti a tracciamento del confine renda inutili gli affinamenti delle procedure di calcolo sia una affermazione non degna di uno della sua esperienza e competenza. Credo che chiunque abbia a cuore questa materia (e non abbia per contro altre motivazioni di carattere personale) non possa che ritenere utile e auspicabile qualsiasi miglioramento delle tecniche risolutive, indipendentemente da quanti cm queste possano influire sul posizionamento del confine. Poi è pacifico che nel momento in cui pianti i picchetti alla presenza dei confinanti si possano lasciar perdere anche 30 o 40 cm e non solo gli 8 cm del picchetto. Ma questo non significa che non si debba cercare, nella ricostruzione eseguita, la massima precisione delle procedure.

Tutta la storia delle tecniche di riconfinazione degli ultimi decenni ci insegna quanto detto sopra. Pensiamo a quando si prelevavano le coordinate direttamente dalla mappa d’impianto. All’epoca, pur applicando il Metodo Tani, le coordinate degli stessi punti prelevate da due tecnici differivano anche di 50-60 cm, oggi invece con i file raster e i software di georeferenziazione differiscono al massimo di 10-15 cm. Se applicassimo il principio di Carlo Cinelli, tanto valeva non aver nemmeno scansionato le mappe e non aver sviluppato i software per georeferenziarle, che tanto il confine non si sposta che di poche decine di cm.

Lo stesso vale per ciò che dicevo in un post precedente circa la rototraslazione. Tani e Costa applicavano la baricentrica pura (per semplici differenze angolari e di distanza), poi si è capito che quella ai minimi quadrati dava risultati migliori e siamo passati a quella. Se poi, passando da un metodo all’altro, il confine in molti casi si sposta di poche decine di cm non ha importanza, l’importante è sapere di applicare il metodo più corretto.

Fatta questa doverosa premessa sui principi, riprendo quindi il tuo post nel quale mostravi i risultati delle rototraslazioni applicate sia ai punti di inquadramento di ciascun singolo foglio di mappa che a quelli dei tre fogli complessivamente. Riproduco qui per comodità il contenuto del tuo post.

Ho analizzato con Geocat queste tue rototraslazioni e, come prima verifica, volevo lanciare il calcolo combinatorio su quella che include i punti di inquadramento di tutti e tre i fogli, esclusi quelli palesemente inattendibili che avevi già scartato tu. Ho pensato a questa elaborazione (ne ho parlato anche con Sergio e anche lui la ritiene opportuna come prima verifica) per vedere se tra le possibili combinazioni dei punti di inquadramento ce ne fossero alcune che in realtà non dessero già scarti della stessa entità delle rototraslazioni dei singoli fogli. Ti dico questo perché nel tuo calcolo tu hai giustamente mantenuto tutti i 21 punti di inquadramento dei tre fogli escludendo soltanto quelli che da una prima elaborazione ti hanno mostrato scarti fuori tolleranza. Come sai, tuttavia, può accadere che togliendo o inserendo nel calcolo ciascun singolo punto i risultati della rototraslazione cambino in misura anche significativa.
Purtroppo anche limitando il calcolo a 15 punti le combinazioni sono ben 82.160, mentre con 10 punti salgono a 1.401.292. In entrambi i casi viene esaurita la memoria RAM del computer e il programma si blocca.

Questo succede perché, quando ho implementato in Geocat il calcolo combinatorio, l’ho impostato che avvenga in memoria (e non su disco), proprio per velocizzarlo. In quel momento pensavo infatti ai casi più comuni in cui il numero di punti di inquadramento da mantenere sono in genere pochi. Per poter lanciare elaborazioni così massive come in questo caso, devo invece far sì che il calcolo avvenga su disco, nel senso che le combinazioni delle rototraslazioni vengano scritte su file come avviene per le altre tabelle di Geocat. Così facendo, pur generandosi un file di notevoli dimensioni, non si incorre nell’esaurimento della memoria e l’elaborazione va a buon termine. Ovviamente si tratterà di un’elaborazione che potrà impiegare anche diverse ore, ma questo non lo vedo un problema perché potrai lanciarla di notte e trovartela terminata la mattina dopo.

Come dicevo, vorrei quindi procedere a questa implementazione per capire in prima istanza se tra i 21 punti di inquadramento dei tre fogli non ci sia un loro sotto-insieme che in realtà fornisce scarti di entità pari a quella dei fogli singoli. Perché se fosse così, ritengo che il problema sarebbe superato, nel senso che, nel caso si dovesse giocoforza considerare tutti e tre i fogli, la rototraslazione trovata dal calcolo combinatorio e che garantisce quegli scarti sarebbe la soluzione ottimale (sempre che, ovviamente, non si riesca a limitarsi al solo foglio del confine).

Fammi sapere cosa ne pensi, invito che estendo ovviamente anche a Sergio e a chiunque sia interessato all’argomento, così procedo con quanto sopra.

Se invece dal calcolo combinatorio non risultasse nessuna rototraslazione (sui tre fogli) in grado di mantenere gli scarti dei singoli fogli, interesserò della questione il prof. Luciano Surace (con il quale, per inciso, stiamo pianificando tre bei nuovi corsi per il 2021: 1) Teoria degli errori, 2) Poligonali di precisione, 3) Fotogrammetria). Lui ha sicuramente le conoscenze scientifiche per capire a priori se esiste effettivamente una possibilità di miglioramento del calcolo nelle condizioni del caso che hai sollevato.

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