Considerazioni topografiche sui rilievi di grande estensione

Ciao a tutti,
avevo scritto le considerazioni che seguono sul topic IMPORTANTE - Geocat 51 - Rilievi di grande estensione e ottimizzazione calcoli dedicato all’aggiornamento di Geocat. Tuttavia, trattandosi di un tema concettuale di topografia, ho pensato di trasferire quel paragrafo su questo nuovo argomento (della sezione Topografia), unitamente anche alla risposta del collega geom. Fausto Gregorio e a beneficio di altri che vorranno approfondirlo.

Le mie riflessioni nascono dai rilievi che Fausto mi ha inviato per ottimizzare Geocat nella gestione di lavori contenenti diverse migliaia di punti. Sentendo anche altri topografi, come ad esempio il geom. Roberto Rena, ho notato che, come loro due, anche altri tecnici adottano la stessa impostazione, vale a dire quella di unire man mano tutti i rilievi eseguiti nella propria zona di attività, generando così un mega-rilievo unico che include tutte le rilevazioni.

Il vantaggio evidente di questo approccio è quello di poter facilmente agganciarsi ai rilievi già svolti ad ogni nuovo rilievo eseguito nella stessa area, potendo così sfruttare le rilevazioni già svolte, ad esempio, sui PF. Questo risultato è ancora più agevole se si opera con tecnlogia GNSS NRTK perché ovviamente in questo caso non si è nemmeno costretti ad agganciarsi ai punti rilevati in precedenza essendo sufficiente appoggiarsi alle stesse basi permanenti della rete utilizzata.

Noto tuttavia che questa soluzione produce rilievi giganteschi con estensione anche di decine di km, il che mi fa venire non pochi dubbi sulla reale possibilità di gestirli in ambito topografico. Ricordo infatti che le “coordinate topografiche piane” hanno senso soltanto se si rimane all’interno del “campo topografico”, che la letteratura tecnica limita ad un massimo di 15 km. Oltre questo valore si passa al “campo geodetico” dove le “coordinate topografiche piane” cominciano a perdere colpi, in particolare per quanto riguarda la quota.

Per quanto riguarda il mio software Geocat, si tratta ovviamente di un programma topografico, non geodetico, e si limita quindi ad applicare l’errore di sfericità terrestre, vale a dire la correzione della quota in funzione del raggio medio terrestre. Questa è infatti la formula generalmente utilizzata in topografia per i rilievi in campo topografico, dove garantisce una precisione più che sufficiente anche sulle quote.

È evidente che per rilievi estesi decine di km tale formula, seppur mantenendo in parte la sua validità, non è di per sé sufficiente ad ottenere risultati precisi, non solo per l’altimetria ma anche planimetricamente.

Su questo punto mi riservo quindi di chiedere un richiamo di approfondimento ai prof. Maseroli e Surace che nel 2019 ci hanno fornito le basi su questi aspetti al corso Geodesia e Cartografia per Geometri.

Buongiorno Gianni e a tutti coloro che leggono.
Hai fatto veramente un bel lavoro nel migliorare geocat per poter elaborare questi rilievi, ma non avevo dubbi che avresti fatto un bel lavoro, come sempre d’altronde.

Gianni sono d’accordo con te che con questi rilievi siamo “fuori” dal campo topografico, ma ritengo che non sia un problema e ti spiego il perchè.

Il rilievo generale è solo l’insieme di tutti i punti realmente misurati e non frutto di elaborazioni topografiche e avere un unico rilievo permette di poter utilizzare il file come un unico contenitore di tutte le informazioni topografiche assunte in loco, sia esse rilevate con la TS o con GPS+TPS.

Certamente il rilievo generale non costituisce un lavoro unico per cui occorre stare attendi al fatto che si va fuori dal campo topografico, poichè questo verrà, ogni volta, depurato di tutti i punti che per quel determinato lavoro non servono.

Esempio se io ho 100 PF misurati ma per un lavoro me ne servono solo 4, con un semplice comando di elimina punti (dalla grafica CAD) andrò ad eliminare gli altri 96 PF e rimarranno solo i 4 PF che mi servono per quel determinato lavoro.

Poi con lo spostamento della base entro i 5 km si rientra sempre nel campo topografico.

Il dubbio che tu si sei giustamento posto era valido solo se il rilievo generale era da intendersi come un UNICO GRANDE LAVORO, cosa che nel mio caso, ma credo anche nel caso di Roberto, non lo è in quanto per ogni lavoro verrano “estratti” solo i punti che ci servono.

Spero di essere stato abbastanza chiaro.

P.S. Adesso attendiamo con ansia solo il CAD integrato :grinning:

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Secondo me il problema di questi rilievi molto estesi, eseguiti con strumentazione GPS e base posta a chilometri di distanza, non è in fase di “costruzione” ossia quando si redige il tipo di aggiornamento, ma quando si va a picchettare quello che abbiamo “costruito a tavolino”.
Infatti quando ad esempio si redige il tipo di frazionamento, lavoriamo in una estensione ridotta del rilievo originale e quindi l’errore “geodetico” è minimo o pressoché nullo.
Il problema invece sorge quando andiamo a picchettare il nuovo frazionamento, che è stato costruito con misure “locali” e poi viene riportato sul terreno in coordinate “geodetiche” e facendo riferimento ad una stazione che dista chilometri.

Concordo con quanto ha scritto qui sopra Roberto Ciucci.

Tuttavia da quanto riportato da Fausto, mi sembra di capire che per lui lo scopo di questi mega-rilievi, dati dall’unione di tanti rilievi effettivi, sia soltanto una questione di comodità nel poter agganciare un nuovo rilievo con il mega-rilievo di base per poter così sfruttare le rilevazioni a punti (penso ai PF) limitrofi all’oggetto di tale nuovo rilievo. Sotto questo profilo non vedo particolari controindicazioni.

Quello che mi lascia invece perplesso è quando vedo che su rilievi GPS la base (stazione permanente) viene lasciata nella sua posizione originaria, magari a 20 o più km, credendo che questa impostazione sia funzionale proprio alla creazione del mega-rilievo dell’intera zona su cui si opera. Secondo me questo è un errore dal punto di vista topografico perché le coordinate topografiche vengono calcolate (per trasformazione euleriana) sul piano tangente al “punto di emanazione del rilievo”, cioè la base GPS, e quando questo dista oltre i 15 km (che forse sono già troppi) si esce dal campo topografico (che permette di assimilare la superficie terrestre per l’appunto ad un piano).

Altro errore che si commette in questi casi è quando ci si appoggia a più di una stazione permanente, sempre perché lo si ritiene funzionale alla formazione del mega-rilievo di zona. In questo caso infatti i piani tangenti sono sghembi tra loro (vedi immagine che segue) e di conseguenza le coordinate topografiche piane che ne risultano sono incoerenti tra loro.

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A mio avviso, quindi, in un rilievo GPS la base va sempre portata in locale (virtuale) mediante le funzionalità prevista dalla stessa rete NRTK. Questo approccio infatti non preclude la formazione del mega-rilievo di zona, dato che è comunque nota la posizione geografica dei punti, ma evita in locale l’uscita dal campo topografico. Salvo restando che il problema rimane nel rapporto tra due rilievi locali effettivi posti a distanza superiore a 15 km.

Ciao a tutti,
confermo quanto già detto da Fausto, il “mega rilievo” a me ma credo anche a tutti quelli che lo utilizzano serve solo per avere un inquadramento sommario delle rispettive posizioni dei punti, principalmente punti fiduciali ma non solo, anche punti di inquadramento da utilizzare ad esempio nelle riconfinazioni.
Il fatto di avere tutti questi punti in un unico lavoro e riferiti ad unica base , mi permette di recuperare molto facilmente dati di punti già battuti senza ogni volta dover ribattere il punto.
Che il “mega rilievo” abbia estensione magari oltre i 15km non mi preoccupa perchè comunque io vado sempre a lavorare in una zona limitata di questo, contenuta al massimo ed entro pochi km ma spesso anche molto meno.
Infatti sia le pratiche catastali che i riconfinamenti non necessitano di punti posti magari anche a 10km di distanza.
Come detto lo scopo del mega rilievo è solo quello di aver assemblato in un unico lavoro tutto lo storico in modo da poter recuperare i dati quando si va ad operare in una zona magari già indagata anni addietro.