Fuori centro contro rototraslazione

Ciao Carlo la tua ultima frase mi lascia molto perprlesso… a parte che non mi sento su scherzi a parte ma in una discussione molto interessante per chi si occupa della materia, penso al contrario di te che il fatto che non ci legge quasi nessuno a parte noi 10 sia la cosa negativa. Se invece molti leggessero ne uscirebbero per me non frastronati ma arricchiti… dalle mie esperienze i più (sicuramente almeno prima dell’avvento dei recenti corsi dedicati) non avevano alcuna mimina idea di tutte queste cose che sono emerse nel forum e agivano con metodi nella migliore delle ipotesi “casalinghi” e approssimativi, prendendo misura sulla mappa wegis e ignorando completamente frazionamenti e mappe di impianto, appoggiandosi magari ad un unico punto senza verificarne la coerenza con gli altri…
Mi capitò una decina di anni fa questo caso… verifico un confine e chiamo il proprietario controparte (che conosco e che è un tipo tutto particolare) il quale arriva con un geometra della zona “famoso” per essere un “esperto” oltre che avere un “nome” e che ha 35 anni più di me… gli spiego come ho operato rilevando punti di impianto prossimi al confine, trovando altri termini, partendo dalla mappa d’impianto ecc…
Finita la mia esposizione lui tira fuori dalla tasca una fotocopia del copione cartaceo, uno scalimetro, si mette gli occhiali, fa un po di “scena” e sentenzia che la posizione del mio picchetto è sbagliata di 10cm… ora va bene l’esperienza, l’anzianità, la fama ecc… però per arrivare a queste “comiche” bisogna che la sua competenza in materia di confini fosse pressochè nulla… per cui a questo e ad altri colleghi non potrebbe che fare bene seguire queste discussioni…
Va bene che ognuno debba imparare anche dai propri sbagli in modo autonomo ma se chi sbaglia è convinto di essere nel giusto continuerà in questa direzione… magari sentendo più colleghi che la pensano diversamente potrebbe rendersi conto di non essere proprio così dalla parte giusta…

Roberto
Io invece continuo a pensare, anzi voglio credere, che siamo su scherzi a parte perché non riusciamo nemmeno a condividere i fondamenti di questa materia, come possiamo tirar su un fabbricato?
Lasciamo da parte le iperbole di chi non ne sa niente. Questi non mi interessano. Sono facili da smontare.
Ma noi dovremmo riuscire a condividere la costruzione della mappa, le sue criticità, le testimonianze di chi l’ha costruita, i loro avvertimenti.
E invece che facciamo?
Secondo me diceva così, secondo me diceva colà, secondo me avrebbe voluto dire che…
Dai…svegliatemi e ditemi che stavamo scherzando.
Perché qui il problema non è Loris o non Loris. Se lui vuole andare avanti per la sua strada non sarò certo io che me ne dispiaccio o che mi metterò di traverso.
Qui, come ho sempre pensato e detto, al di la del fatto che non ci legge nessuno ed è una fortuna, stiamo facendo cultura sulle Riconfinazioni.
E se passa il messaggio che va bene dopo la verifica di un calcolo con punti fuori foglio stabilire che quello dentro è inattendibile abbiamo dato una picconata alla nostra casa comune.
Se passa il messaggio che la mappa, intesa nella sua totalità di insieme di fogli, è la rappresentazione
corretta del territorio abbiamo dato un’altra picconata alla nostra casa comune.
Se passa il messaggio che, in casi di fattispecie tipo questo, possiamo fare indagini superficiali e non legate alle proprietà di allora, a una caratterizzazione forte del territorio attraverso il rilievo di molti particolari come triplici di confine (sto ancora attendendo che Sandro mi dica cosa sono), abbiamo dato un’altra picconata alla nostra casa comune.
E allora se non mi svegliate io preferisco uscire dalla casa comune.
Perché tanto prima o poi, a forza di dare picconate, ci casca in testa.
Cordialmente
Caro Cinelli

Ciao a tutti,
Grazie Gianni per le tue delucidazioni, volevo aggiungere alcune immagini fatte alla veloce con paint per precisare meglio quello su cui mi piacerebbe avere un vostro parere ma durante il caricamento continua ad uscire un errore che lo impedisce (le ho mandate a te Gianni per email se fossi così gentile da inserirle tu).

image

ImmagineB

ImmagineC

ImmagineD

Immaginando i punti 1,2,3,4 distanti 2-3 km tra di loro, presumo che il loro rilevamento sia avvenuto con uno schema di poligonali del tipo ipotizzato nella foto “A” quindi tutte diverse o al massimo tipo “B” o “C”, mi sembra improbabile il “D”.
Quindi se ad esempio si verifica il “C” mi aspetterei di riscontrare due gradi di congruenza (una migliore fra le coppie 1-2 3-4 e una inferiore nel confronto tra i due insiemi), invece nei casi che mi sono capitati ho riscontrato in genere un errore di posizionamento pressoché simile su tutti i punti segno secondo me di un buon lavoro sia nel rilievo e altrettanto nella distribuzione dell’errore di chiusura lungo le poligonali della zona esaminata.
Una curiosità a proposito della compensazione delle poligonali: a scuola il professore di topografia un giorno ci disse che per svolgere a mano la mole di calcoli che sono serviti avevano allestito delle stanze appositamente, ed in ogni stanza gruppi di persone sviluppavano parallelamente uno stesso calcolo/serie di calcoli in modo da avere la certezza del risultato per poi passare a quelli successivi (un po’ come si fa oggi con il calcolo distribuito tra computer!). E’ corretto?

Ed ora veniamo a te caro Carlo:
mi sembra che ti stai comportando come un bambino capriccioso! Invece di fare domande pretestuose, se hai qualcosa da dirmi, perchè non la dici e basta?

Bambino capriccioso?
Ti ho fatto una domanda precisa a una tua considerazione e non mi hai ancora risposto.
La ripeto:

Te l’ho posta perché il dubbio che mi sorge è che tu ed io non abbiamo la stessa idea nemmeno su cos’è un triplice di confine.

Cordialmente
Carlo Cinelli

(1) Saggia discussione tecnica o “Scherzi a Parte”

Carlo,
come dicevo, ho voluto cancellare dal topic tutti gli spunti polemici per fare in modo che rimanga la sola discussione tecnica, convinto come sono (e come sono tutti quelli che intervengono in questo topic, escluso te) che abbia ragione al 1000% Roberto quando dice:

Non voglio quindi ora, e nella maniera più assoluta, ricadere nello stesso errore di usare toni e parole che possano farci ricadere nella solita solfa.
Rispetto la tua opinione, ma penso che abbinamenti di questo tipo (“scherzi a parte”) siano proprio quelli che danno il via alle polemiche. Prova a ragionarci sopra, Sandro ti ha risposto dandoti del “bambino capriccioso”, al che tu gli hai risposto piccato … a me verrebbe voglia di risponderti altrettanto polemicamente (ma stavolta non lo faccio) … e di questo passo la discussione torna a degenerare.
Ti invito quindi, se hai a cuore la continuazione di questa (o altre) discussioni tecniche, di evitare metafore così piccate perché è chiaro che quando ci dici che dai nostri interventi ti sembra di essere su ''scherzi a parte", in pratica ci stai dicendo che noi siamo tutti incompetenti.
Se ripercorri il topic, trovi che diversi di noi hanno speso parole molto belle su questa discussione apprezzandone i contenuti tecnici: Roberto, Fausto, Sergio, lo stesso Sandro. Io non l’ho fatto per ovvi motivi, ma la penso esattamente allo stesso modo.
Credo quindi che dovresti ravvederti nel dare appellativi come “scherzi a parte” perché così facendo appari come il classico “saccente” e questo, come dicevo, porta facilmente alle polemiche.
Mi sento di poter parlare anche per gli altri intervenuti a questa discussione: noi tutti rispettiamo le tue opinioni e convinzioni in materia di riconfinazioni e ti riconosciamo un’esperienza e una competenza di grande livello.
Ma non puoi pensare che se noi interpretiamo a modo nostro i passi del libro di Tani, allora siamo su “scherzi a parte”. E non puoi nemmeno dirci che stiamo addirittura sbagliando anche solo ad interpretarli.
Dovresti umilmente accettare che la pensiamo diversamente da te. E questo, come sottilineava sempre Roberto, è un arricchimento per tutti e non “scherzi a parte”.

Quanto al fatto che a leggere questa discussione fossimo solo i 10 che sono intervenuti (in realtà sono il triplo anche se molti non intervengono), è un dato molto negativo che dimostra soltanto quanto ancora ci sia bisogno di formazione su questa materia. Questo perché, come dice sempre Roberto, molti dei geometri che non partecipano, sono poi quelli che, ricevuto un incarico di confine, lo ricavano dall’estratto wegis appoggiandosi a fabbricati nuovi di zecca.
Bada bene che quando parlo di “formazione”, non intendo certo imporre le mie tesi o quelle dei colleghi co-docenti che la pensano come me. Per dirti, ai corsi in aula al Collegio di Brescia (ne ho già tenuti 3 prima del covid) ho mostrato la tecnica di reperimento delle coordinate mappa proposta dal geom. Mangione nel suo libro sui riconfinamenti.
Stai pur certo che quando presenteremo questo caso di Loris (penso in autunno in uno di quei mini-corsi mono-lezione) illustreremo in dettaglio anche quello che tu ci hai scritto in questo topic e, anzi, se lo vorrai, potrai intervenire tu stesso a perorare le tue tesi.
Ti basterà soltanto evitare di screditare chi non la pensa come te.

(2) Tema tecnico e riconfinazione di Loris

Questo si chiama “ragionare ognuno con la propria testa”, qual è il problema?
Perché mai dovremmo essere tutti d’accordo con le tue (o altrui) tesi, interpretazioni e valutazioni?
Perché mai non dovremmo poter farci una nostra libera opinione e interpretazione di ciò che ha scritto Tani?
Perché, se esprimiamo le nostre convinzioni, allora siamo su “scherzi a parte”?

Nessuno ha fatto passare questo messaggio.
Per quanto mi riguarda, ma vedo che è stato condiviso anche da Roberto e Sandro, il messaggio non è affatto quello. Il messaggio che abbiamo dato è stato questo:

  1. posto che la verifica con i punti fuori foglio manifesta su quel fabbricato uno scarto molto pesante (2 metri);
  2. constatato che la verifica con i punti di dettaglio del foglio non ha fugato i dubbi sulla sospetta inattendibilità, anzi tende più a confermarli;
  3. considerato l’inserimento in mappa postumo del mappale 47;
  4. valutato che lo sviluppo delle poligonali ha interessato anche i fogli limotrofi a quello del confine;

Sulla base di tali valutazioni, riteniamo corretto operare la ricostruzione come segue:

  • utilizziamo i punti di inquadramento che hanno fornito uno scarto di 20 cm, pur trovandosi questi sui fogli limitrifi, ma ad una distanza ritenuta compatibile con una ricostruzione da mappa;
  • includiamo nel calcolo anche il fabbricato mappale 47 vicino al confine per garantire comunque una migliore congruità locale;
  • questa ricostruzione mostra un’ottima coincidenza con gli elementi materializzati sul posto nella presunta posizione del confine di fatto tra i due fondi.

QUESTO È IL MESSAGGIO CHE ABBIAMO FATTO PASSARE !!!

Neanche questo non l’ha mai detto nessuno.
Abbiamo detto questo:

Infine:

Idem, nessuno ha mai detto nemmeno questo.

Chiedo scusa io per primo a tutti e in particolare a Carlo per l’espressione usata, era inopportuna.

Comunque se ho detto qualcosa che non condividi vorrei che fossi tu Carlo a fornire la tua versione.
Grazie.

Piccato? Io ero quasi divertito dal sentirmi un bambino capriccioso. :partying_face: :clown_face:

A parte gli stati d’animo rispondo a Sandro.
No, io non ho da fornire la mia versione. Qui non esistono versioni.
Sei tu che hai fatto una considerazione importante dalla quale è scaturita una mia domanda precisa.

Sarebbe utile tu rispondessi.
Dopo, non aver timore, controdedurrò sicuramente.
Anche con tanto di foto che dovrò fare perché mi mancava il fatto di dover condividere o di dover documentare cos’è un triplice di confine.

Devo essere onesto. Questa discussione mi sta servendo tantissimo perché mi ha fatto capire sicuramente una cosa.
Tanti libri che ho letto nel passato, compreso quello del Tani, aprivano: Si danno per acquisite …
Oggi invece non c’è niente da dare per acquisito. Nemmeno la condivisione su cosa è un triplice di confine.
E, certamente, questa è una cosa molto importante che devo tenere presente se mi venisse mai voglia di aggiornare il mio testo.
Cordialmente
Carlo Cinelli

Ciao Gianni riporto un ragionamento che ho fatto tramite mail con Carlo Cinelli perchè credo possa essere utile a noi tutti se non altro a farci riflettere quando misuriamo da un punto “fisso”
tutte le ipotesi fatte sono semplificate per (forse e spero) essere più comprensibili

ipotizziamo di avere un confine stabilito dalla volontà delle parti ad una distanza di pochi metri (2m) da un fabbricato, ad esso parallelo, riportato correttamente in mappa.

ipotizziamo di dover ricostruire il confine scomparso basandoci solo su un lato del fabbricato (A-F) perchè da quello misuriamo agevolmente con un metro a stecca

se tutto fosse corretto avremmo il
CASO 1 la mappa è stata disgnata correttamente, è coerente con il rilievo (tutti gli 8 punti hanno scarto 0) e quindi la ricostruzione del confine I-L rispetto ai punti A-6 è corretta lo si puà materializzare semplicemente misurando i 2m dal lato del fabbricato

ipotizziamo invece di aver rilievato tutti e 4 gli spigoli di due fabbricati prossimi al confine (8 punti) e che di questi 7 abbiano scarti (ipotetici) nulli mentre 1 presenta uno scarto ad esempio di 1m

CASO 2 lo spigolo A del fabbricato è posizionato male in mappa (essendo disegnato in A’) rispetto agli altri (qui ipotizzati da A a G e ovviamente per accorgersene occorre rilevare più spigoli attorno (se ad esempio 7 quadrano tra loro e 1 no direi che questo è errato) ma la posizione della linea del confine in mappa è esatta (punto J misurato in modo indipendente rispetto al punto A)… ora se noi misuriamo semplicemente i 2m dallo spigolo A’ reale e rilevato (non confrontandolo con altri non possiamo sapere che la sua posizione in mappa è errata) ricostruiamo male anche il confine nel punto J’

ipotizziamo infine che il punto J sia stato misurato mediante la distanza di 2m dal punto A e che in fase di disegno avendo disegnato male il punto A in A’ sia conseguentemente anche traslata la posizione del confine rilevato da J a J’: abbiamo allora il

CASO C lo spigolo A del fabbricato è posizionato male in mappa (essendo disegnato in A’) rispetto agli altri (qui ipotizzati da A a G e ovviamente per accorgersene occorre rilevare più spigoli attorno (se ad esempio 7 quadrano tra loro e 1 no direi che questo è errato) ed inoltre la posizione della linea del confine in mappa è pure errata (punto J’ disegnato male per riporto della misura canneggiata dal punto A’)… ora se noi misuriamo semplicemente i 2m dallo spigolo A’ rilevato (se non lo confrontiamo con altri non possiamo sapere che la sua posizione in mappa è errata) ricostruiamo si giustamente il confine della mappa nel punto J’ che però non è il confine vero che era in J… però noi non conosciamo la posizione esatta del punto J (che è quello che cerchiamo) per cui sebbene abbiamo ricostruito benissimo il confine rappresentato in mappa J’ non abbiamo trovato il confine determinato dalla volontà delle parti J

Questo per dire che appoggiando le misure a elementi stabili (ad esempio la facciata AB del fabbricato) devo comunque avere certezza che l’elemento che utilizzo sia inserito correttamente in mappa altrimenti rischio di ricostruire una linea che è congrua sì con l’elemento reale ma magari non con la rappresentazione dello stesso sulla mappa. E visto che il confine da ricostruire lo prelevo dalla mappa ma l’appoggio reale non è nella stessa posizione della mappa ricostruisco il punto altrove.

Concludo dicendo che anche nell’appoggio a elementi molto prossimi al confine che quindi garantiscono la congruità locale quest’ultima necessiti comunque di una verifica dei vari punti tra di loro al fine di individuare elementi anomali.

Ciao Roberto,
innanzi tutto mi fa piacere che tu abbia riportato qui sul forum questo tuo saggio ragionamento. Non capisco infatti perché questi temi debbano essere dibattuti in privato in una conversazione uno-a-uno quando possono invece essere di interesse e, soprattutto, di grande utilità per tutti.
Già, come dicevamo ieri, a leggere questo topic siamo soltanto in 38 (dato ricavato dal database interno del forum), se poi ce li teniamo privati tra due soli … campa cavallo. Ti dico questo perché, come sai, uno dei miei obiettivi professionali è promuovere e divulgare il più possibile la formazione su queste tematiche tecniche.

Venedo all’analisi che hai svolto, la condivido in pieno. In particolare la tua conclusione circa l’assoluta necessità di verificare sempre e comunque qualsiasi punto di appoggio, vicino o lontano che sia dal confine. Questo perché, senza nulla togliere alla grande diligenza avuta dai tecnici catastali che hanno creato la mappa d’impianto, l’errore umano è sempre possibile, quindi anche quei bravi tecnici non ne sono stati esenti. Pertanto noi dobbiamo porre in essere TUTTE le verifiche possibili per rilevarne l’eventuale presenza.
Infatti, quello che io contesto alla tesi di Carlo è proprio l’assunto che invece, se esiste un punto di appoggio vicino al confine, tale punto vada utilizzato “per default”, solo in quanto prossimo al confine stesso.
Sopratutto gli contesto la presunzione di sentirsi, in questa circostanza, esonerato dall’onere della prova pretendendo invece che tale onere sia soltanto a carico della controparte nel dimostrarne l’inattendibilità. Per quanto tu stesso hai dimostrato con questa tua analisi, trovo che questo auto-esonero sia altamente pericoloso e che, questo sì, sia davvero un messaggio che non debba passare.
A Carlo contesto anche il concetto di “convenzionalità VS anti-convenzionalità” che trovo del tutto astratto. Penso infatti che di fronte all’incertezza intrinseca di una ricostruzione cartografica, vadano svolte TUTTE le verifiche possibili, senza astratte distinzioni tra operazioni “convenzionali” e “anti-convenzionali”.
Come vedi io ti parlo di “possibili verifiche”, perché a Carlo contesto anche l’ostinanzione al continuo richiamo di porre in atto “verfiche impossibili”, come quella di volere ricostruire ciò che è successo nella fase di rilievo e formazione della mappa, cosa che non sapremo mai, a meno di non avere la fortuna di reperire tutta la documentazione di campagna. E così come quella basata sui fossi nel caso di Loris.
Come gli ho scritto, per quanto lo conoscevo (uso apposta il passato), mai e poi mai mi sarei sognato che se ne uscisse con quella “verifica” che prende in esame un singolo punto sull’argine di fossi dal decorso libero e modificabile dall’attività umana.
Ieri sono stato a lungo al telefono con Loris per parlare della posibile conclusione della vicenda (poi organizzerò il corso online sul caso). Mi diceva che la sua è una famiglia di agricoltori da generazioni e che in quelle zone il terreno è torboso e molto soggetto a frane e cedimenti (per fortuna che è pianura piatta). Dice che gli agricoltori passano con il trattore ogni anno a pulire i fossi e che, di volta in volta, li erodono dal lato opposto a quello in cui l’argine è nel frattempo franato. Dice anche che la stessa operazione viene svolta ogni anno dagli operatori del locale Consorzio di Bonifica che ha la gestione dei corsi d’acqua demaniali.
Come si fa a dire che il fabbricato mappale 47 è da considerarsi privo di errore di messa in mappa considerando un solo punto sull’argine di questi corsi d’acqua confrontati con la mappa di 100 (cento) anni fa?
Ti ripeto, da uno dell’esperienza e della competenza di Carlo non me lo sarei mai aspettato.
Ma va bene così, il confronto è comunque sempre utile per tutti.

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Anch’io Gianni non mi sarei aspettato tante cose, ma ci sono davanti.
Tornassi indietro quanti errori non farei.
Ma oggi che ci posso fare? Niente.
Dimmi un po’: tu sei stato in loco a fare un sopralluogo o te lo sei fatto raccontare da Loris?
Bisogna pestare terra per fare Riconfinazioni, non stare dietro a un computer a leggere dati da tabelle.
E’ una roba seria.

Hai ragione, ma sul mio conto sei parecchio disaggiornato.
Da qualche anno sto infatti seguendo in prima persona diverse riconfinazioni qui in Veneto in collaborazione con alcuni colleghi con i quali svolgo tutte le fasi, in primis proprio quella del pestare la terra alla ricerca di elementi probanti.
Terra che avevo pestato anche nei 5 anni di iscrizione all’Albo ad inizio carriera con un grande geometra, topografo riconfinatore, qui della mia zona.
Nel mezzo, i casi che mi hanno sottoposto negli anni gli utenti dei miei software li conto a centinaia. Da ultimi anche quelli che, con Sergio e Corrado, abbiamo affrontato dal vivo dalla A alla Z (quindi sempre pestando la terra) negli ultimi anni per i casi concreti che abbiamo presentato ai corsi online.
Stai quindi tranquillo che l’esperienza anche sul campo non mi manca. Certo, non è trentennale come la tua (per la parte di terra pestata), ma credo, molto modestamente, che se uno ci mette testa e passione di anni ne possano bastare anche meno, soprattutto se ti affianchi a professionisti come Sergio e Corrado e ti confronti con uno come Roberto Rena.
Ma, se ti fa piacere pensare che io sia solo dietro a un computer, sono contento per te.
Del resto, non avevo dubbi che saresti virato sul personale anziché rispondere punto per punto alle contestazioni che ti ho mosso sul post in cui ho risposto a Roberto.
Ma va bene lo stesso.
Come vedi, in precedenza ti avrei risposto polemicamente, adesso invece lascio a chi legge farsi un’idea delle motivazioni che ciascuno di noi mostra di avere con ciò che scrive. Ti assicuro che, ad esempio, nel tuo caso, parlando di persona con alcuni colleghi che hanno partecipato a questa interessante discusssione ho riscontrato una buona condivisione circa le tue motivazioni.
Ma ho deciso di non parlarne più in pubblico onde evitare l’innesco della solita degenerazione. Se un giorno avremo nuovamente occasione di incontrarci a quattr’occhi o di parlarci in privato, se ti farà piacere, potremo affrontare l’argomento.
Nel frattempo per me sarà comunque sempre un piacere leggerti su questo forum.

Non ho niente da aggiungere a ciò che ho detto e ridetto almeno trenta volte. Ora anche basta. Mi sono venuto a noia. Rileggiti i miei interventi e ci troverai le risposte.

Riguardo a quest’ultimo post la stai virando tu sul personale. Per me è un problema concettuale, non personale.
Le riconfinazioni non possono prescindere dalla conoscenza profonda dello stato dei luoghi e tu esprimi sentenze senza conoscerli. Io invece esprimo dubbi e concetti di ordine generale.
E quindi, non essendo interessato alla tua vita, ti faccio notare che non hai risposto alla mia domanda sul caso di fattispecie.
Sei stato in loco o te lo sei fatto raccontare da Loris?

Attendo sempre anche la risposta di Sandro sui triplici di confine. Grazie

Cordialmente
Carlo Cinelli

No, me lo ha riferito Loris, ma conoscendo la sua professionalità, non ho motivo alcuno per dubitare di ciò che mi dice.
Qual è il problema?
Pensi che lui nasconda qualcosa o che non abbia svolto ricerche adequate?
Io non ho questo dubbio.

Io non conosco Loris e anche se lo conoscessi sarebbe lo stesso.
Se devo esprimere sentenze lo faccio su ciò che eseguo personalmente, non sul racconto di Tizio, Caio o Sempronio.
Su ciò che vedo con i miei occhi e che valuto con le mie conoscenze.
Se abbia svolto ricerche adeguate non lo capisco di certo da dietro un computer.
Sicuramente avrei fatto altre di indagini e altrettanto sicuramente le avrei fatte sul confine a Nord della particella ex mappale 47 oggi 105.
Cordialmente
Carlo Cinelli

Scusate se mi intrometto ma ho una domanda da fare al Geom. Cinelli: "Ma Lei, che continua a esprimere sentenze sulla correttezza della ricostruzione del confine effettuata da Loris, si basa su ciò che ha pubblicato Loris o è stato in loco?
Questo per farle capire:

  1. che non siete in dieci a leggere la discussione;
  2. che anche se non intervengo non è detto che non segua la discussione;
  3. che, a mio parere, Lei ha sempre un approccio polemico a quanto viene discusso, una certa supponenza riguardo alle opinioni diverse dalle Sue e una poca chiarezza delle tesi sostenute.
    Detto ciò Le chiedo di non abbandonare il forum ma, eventualmente, di usare una dialettica più chiara in merito alle tesi da Lei sostenute.
    Anticipo che non accetterò nessun coinvolgimento in merito a quanto ho scritto e, aggiungo, che guardo molto volentieri “Scherzi a parte” ma non intendo collegarlo alle discussioni che vengono effettuate in questo sito.
    Gabriele
    P.S.: Sono ancora in attesa di sapere cosa è, secondo Lei, una “Triplice di confine” (sono molto curioso in merito).
    Gabriele

Caro Granata
Mi sa che ha letto male.
Io non esprimo sentenze ma dubbi (per ancora non dissipati) e concetti di ordine generale come ho fatto sempre nei forum, negli ultimi 5 anni almeno.
Anche sul P.S. avrei da dire.
Il Collega Deorsola ha fatto una affermazione che mi ha lasciato basito e che lascia intravedere come non ci sia concordanza tra i triplici di confine, comunemente conosciuti, e quello che lui intende per tali.
Attendo che lui risponda e poi, come promesso, non tarderò ad esprimermi.
Magari anche con qualche bella foto.
E, ripeto, questa cosa è stata di enorme aiuto a farmi capire come non bisogna dare per scontato assolutamente niente in questa materia.
Forse bisognerebbe ripartire addirittura da una lettura condivisa della Legge Messedaglia, da una lettura condivisa delle Istruzioni e dall’esplicazione documentata anche di certe terminologie.
Perché se gente come Tani parla di triplici di confine e non abbiamo chiaro di cosa stiamo trattando tutto diventa più difficile da decifrare e condividere.
Cordialmente
Carlo Cinelli

Ciao a tutti,
per maggior chiarezza e utilità i post scritti qui e riguardanti il tema dei triplici di confine sono stati spostati sul nuovo argomento:

Cos’è un triplice di confine?

Invito quindi gli interessati a continuare la discussione sul questo topic.
Grazie.