Buongiorno a tutti e ben ritrovati.
Dopo qualche mese che vi ho seguito solo tramite smartphone questa mattina posso “finalmente” ritornare a seguirvi e scrivere con il PC.
Inizio premessa: Per me la risoluzione di una riconfinazione non soggiace a metodi e/o scuole di pensiero. Non esistono i vari metodi P.M., C.C., G.R., etc, etc., etc, poiché nulla (nelle riconfinazioni) è universalmente valido e nulla (sempre nelle riconfinazioni) è universalmente riconosciuto dalla dottrina giuridica, ogni caso è un caso a se stante, ed ognuno lo deve affrontare al meglio delle proprie conoscenze giuridiche e tecniche. Fine premessa.
Come ebbi a dire tempo fa in altra discussione oggi leggere una discussione così interessante su social è una cosa veramente rara.
Il merito di questo è sicuramente di colui che per prima ha postato un argomento interessante (Loris), ma soprattutto di coloro che, discutendo della tematica, anche animatamente, a volte (molte volte) con visioni diverse, hanno contributo enormemente a sviscerare tutte le “possibili” strade che si possono percorrere in una riconfinazione.
Strade che purtroppo il più delle volte sembrano, solo apparentemente pervie, ma poi, una volta addentrati diventano molte impervie e che per alcuni può portare a “perdersi”, senza saper ritrovare più la strada maestra.
Per coloro che pensano e dicono che le riconfinazioni sono materia semplice e per tutti, io dico che non è cosi, anzi è il contrario.
Le riconfinazioni, al pari di altre attività specialistiche come il calcolo strutturale, il calcolo termico, etc, è una materia (specializzazione) di cui occorre conoscere approfonditamente le basi, partendo dalle nozioni di diritto, i criteri e i metodi operativi, per arrivare a quel risultato che si spera venga accettato da entrambi i confinanti, ma soprattutto -nel peggiore dei casi- che questo risultato non venga addirittura sconfessato dal tecnico di controparte.
Come dire: conoscere per non farsi disconoscere, e questo non è sempre facile, anzi.
Il problema postato da Loris rientra proprio in quanto sopra detto: Il dubbio della bontà della sua procedura (rototraslazione) non riconosciuta dall’altro tecnico *(apertura a terra multipla) *, essendo stata per l’appunto disconosciuta.
Io non entrerò nel dettaglio del caso poiché mi sarebbe difficile riprendere ed analizzare il caso compiutamente dall’inizio, anche perché lo avete fatto voi molto esaurientemente e compiutamente, portando a un risultato purtroppo non univoco, che da una parte (la maggioranza) pensa che il metodo applicato da Loris, ossia la rototraslazione ai minimi quadrati su punti appartenenti a fogli diversi ubicati a diversi km dal baricentro del confine, non considerando l’unico vecchio fabbricato di impianto esistente nei pressi dell’area da riconfinare, sia quello ritenuto il metodo più giusto per la riconfinazione de quo.
Dall’altra parte vi un altro tecnico (Carlo) che ritiene che considerare dei punti di appoggio ubicati in vari fogli senza considerare l’unico punto di appoggio *(fabbricato di impianto) * nei pressi del confine sia una procedura alquanto non convenzionale.
Io ritengo che Carlo non abbia tutti i torti, poiché la bontà di punti “lontani” non è detto che possa portare sempre ad un concreto beneficio in termini di precisione nella determinazione del confine, poiché è risaputo che la distanza eccessiva dei punti di appoggio, peggio ancora se posti su altri fogli, non è mai stata “amica” della precisione.
Tra queste due opinioni, anzi non opinioni ma analisi, ve ne è secondo me, un terza: quella pratica che vuole che per una riconfinazione del genere, che prescinde dal metodo, dal tempo impiegato, dai costi e dai risultati avuti, ed è quella della volontà dei TECNICI di addivenire ad una definizione amichevole della diatriba, essendo ben consci, che i metodi impiegati, anche se protendono più verso un metodo rispetto ad un altro, non è comunque cristallinamente corretto escludere un altro metodo che porta ad un risultato in parte diverso (tratto iniziale del confine) e molto diverso (tratto finale del confine).
In riferimento a quanto detto da Loris, il confine oggetto di contenzioso, in origine, delimitata due fondi che appartenevano allo stesso proprietario, ergo che stiamo quindi parlando di un confine che non individuava due diverse titolarità, bensì due diverse qualità colturali e, sappiamo bene, che la rilevazione delle dividenti colturali non ha seguito la stessa precisione di rilievo come quella per i confini di proprietà.
Quanto sopra, porta sicuramente a non dover trascurare la terza soluzione che è quella della definizione bonaria della vertenza, a prescindere dallo studio effettuato, dal tempo impiegato, dal costo sostenuto (a me il cliente mi deve dare 100 e sempre 100 mi dovrà dare anche se faccio un accordo bonario), che – per me – è, e resterà, sempre la migliore soluzione tecnica poiché oltre a risolvere il problema tecnico, non crea, il più delle volte, astio perenne tra i confinanti…. Ma questo forse è solo un mio punto di vista.
Non considerare l’unico punto di appoggio nei pressi del confine (il mappale 47 se non ricordo male) ma considerare punti distanti diversi km è vero che può essere un’operazione topograficamente corretta, ma può essere poco accettabile, o perlomeno da ponderare con tutti i crismi del caso.
Il fatto che una rototraslazione appoggiata a 4 o 5 punti di dettaglio ubicati a diversi km, dia dei buoni risultati non mi toglie il dubbio se la stessa attendibilità valga per la zona del confine da ridefinire.
La congruità locale, che dovrebbe prevalere sempre, non viene rispettata solo quanto si usano trigonometrici lontani, ma anche quando si utilizzano punti rilevati ma ubicati a distanze notevoli, troppi notevoli.
Avete detto e forse verificato, che il vecchio fabbricato di impianto nei pressi del confine è stato inserito male in cartografia. Diamo per certo, che effettivamente il fabbricato è stato inserito male in mappa, allora io mi domando e, vi domando: Perché è stato inserito male? L’errore di inserimento del fabbricato si può estendere anche all’inserimento in mappa del confine oggetto di contenzioso? Perché dobbiamo pensare che il fabbricato è errato in mappa e il confine de quo no?
Utilizzare punti troppo lontani, su fogli diversi, è un’operazione, lo ripeto, accettabile dal punto topografico ma da ponderare con le dovute cautele.
Io ad esempio non ho mai utilizzato per le rototraslazioni punti distanti oltre 2-3 di km, poiché ritengo che l’incertezza che ottengo con punti distanti sia maggiore del beneficio di utilizzare altri elementi (anche poco certi, tipo i triplici, muretti, confini etc) .
Gianni, scrivere che Carlo, dice delle castronerie (non ricordo più i termini precisi, anche perché questa mattina da una veloce lettura del lungo post non le riscontro più, ma solo perché hai cancellato alcuni post) non lo ritengo corretto professionalmente e umanamente.
La VERITÀ’ Gianni non appartiene all’uomo, ma solo a Dio (per i credenti) , e ognuno di noi, ivi incluso Carlo Cinelli, abbiamo il diritto sacrosanto di esprimere la propria opinione che possa piacere oppure no, che possa concordare con con te oppure no.
Io sinceramente ringrazio Carlo per aver avuto il coraggio di esprimere le sue opinioni, andando contro quello che la maggioranza degli altri tecnici asseriva.
Se non ci fosse stato Carlo, il post si sarebbe chiuso al quinto intervento, per il semplice motivo che tutti ritenevate che la rototraslazione su punti distanti 5-7 km dando dei risultati buoni era il metodo migliore per la risoluzione di questa riconfinazione. Invece poi sono emersi e sono stati approfonditi altri elementi che secondo me hanno accresciuto in molti tecnici considerazioni che prima non si ponevano, che poi si possano condividere oppure no questo è un altro discorso.
Non puoi pensare che solo perché non si entra nel dettaglio del post chi fa degli interventi “generali” e non dettagliati sbagli.
I social servono per dare delle indicazioni generali e non per per fare consulente particolareggiate ed esaustive, altrimenti non si lavorerebbe più.
Se ad ogni post si volessero dare risposte sempre dettagliate da impiegare ore ed ore di studio chi avrebbe tutto questo tempo libero.
Il riferimento al TUO SITO è stato qualcosa di poco professionale, scusa la franchezza, ma per onesta intellettuale te lo dico senza peli sulla lingua.
Non fare diventare questo sito come il “vecchio” geolive ormai tramontato e non seguito più ad eccezione della massa di Pregeini e Docfini o solo da coloro che vogliono vedere la finestra di colore verde in Pregeo come tu stesso dici.
Fai in modo che TopGeometri cresca, ma per farlo serve l’aiuto di tutti, e soprattutto, serve che prendi in considerazione dei MODERATORI perché tutti noi dobbiamo essere richiamati all’ordine e questo vale anche per te quando nella tua forte foga (e passione che ti riconosco) ci dai troppo dentro.
Ricordati che la fine di Geolive è stata la mancanza dei moderatori.
Inoltre mi permetto di consigliarti di evitare di SPEZZETTARE sempre, OGNI VOLTA, tutti i messaggi riportando i vari passaggi scritti in precedenza.
Mi ricordi qualcuno di Geolive, che non voglio citare, che faceva lo spelling addirittura anche del post iniziale.
Siamo tecnici, mica capre (come dice Sgarbi), sappiamo leggere, sappiamo capire, sappiamo riflettere e sappiamo collegare le varie risposte a tutti coloro che in precedenza hanno scritto una risposta. Mica siamo alle scuole elementari?
Infine ti faccio i complimenti per esserti ravveduto e aver fatto un lifting ai vari post eliminando quelli troppo “piccanti”, questo ti fa veramente onore. Grazie.
Scusatemi per la lungaggine…. Ma ritenevo giusto esprimere una mia opinione.
Con cordialità.