Ciao Fausto,
concordo con tutto quello che hai scritto e mi complimento per la modalità che adotti nell’integrare il rilievo GPS fissando una stazione TS con relativi orientamenti da utilizzare per il successivo tracciamento. Operando in questo modo non introduci alcun “artificio” nel rilievo ed eviti sia la questione delle matrici di varianza-covarianza, sia la necessità di dover andare a tracciare prima di presentare il Tipo.
Ne approfitto per approfondire questa tua nota:
È vero, le matrici di varianza-covarianza sono dati della misurazione, determinarle a posteriori è un “escamotage” per far contento Pregeo, lo avevo già precisato anch’io in quest’altro topic:
D’altra parte, sono certo capirai che io, nella mia veste di sviluppatore di un software topografico (Geocat) che deve giocoforza relazionarsi a Pregeo, non posso fare a meno di fornire agli utenti l’escamotage di cui sopra, visto che lo fanno i concorrenti.
Come si fa a calcolare le matrici di varianza-covarianza fittizie a posteriori?
Credo che tu, conoscendomi, sappia quanto io sia per la trasparenza sugli algoritmi adottati dai software topografici, tant’è che quelli di Geocat e CorrMap li ho esplicitati sui miei libri Tecniche di riconfinazione e Topografia per Catasto e Riconfinazioni. Non ho quindi problemi a dirti come faccio io, senza la pretesa di sapere come fanno gli altri.
È molto semplice, rilevo le matrici di varianza-covarianza dei punti più vicini a quello creato graficamente e assegno a quest’ultimo i valori mediati di tali punti più vicini. Certo, è comunque un dato artefatto, ma che ha una sua verosimiglianza.
Recentemente ho visionato il video di un concorrente (non faccio il nome, ma tanto tu sai bene a chi mi riferisco) nel quale l’autore di quest’altro software determina le matrici di varianza-covarianza anche nel caso di rilievi GPS che ne sono completamente privi. Ecco, questo secondo me non è corretto, perché un conto è fissare dei valori sulla base di quelli effettivamente rilevati, un altro conto è inventarseli di sana pianta (è molto semplice anche questo, basta generare dei valori random all’interno del range entro cui ricadono normalmente le matrici di varianza-covarianza).
In quest’ultimo caso (rilievi GPS privi delle matrici di varianza-covarianza), non capisco perché chi esegue un rilievo GPS non disponga delle matrici, visto che tutte le strumentazioni GNSS le rilevano. Per questo io no ho implementato l’invenzione di sana pianta delle matrici. Credo infatti che se un tecnico si accorge di non ottenerle dai suoi rilievi, debba preoccuparsi di come ottenerle, probabilmente non esegue l’export corretto delle rilevazioni dal controller, oppure il software topografico che usa non le importa. Ma se è un tecnico coscienzioso, risolve il problema a monte senza ricorrere alla soluzione dei valori inventati.
Termino riportando qui un altro passaggio del topic sopra citato in cui ho espresso un’alternativa migliore a quella degli artifici per determinare a posteriori le matrici di varianza-covarianza:
P.S.: occhio che si scrive “baseline”, non “basline”.