Bene, dopo la pausa, torno subito sul punto originario di questo topic perché un collega mi ha inviato in privato un estratto del video del geom. Guerra, di cui vi riporto qui sotto il link, accompagnandolo con questo messaggio:
https://www.riconfinazioni.it/download/1_edit.mkv
Ciao Gianni, ho perso ancora un po’ di tempo e ho estratto i passi salienti del seminario del Geom. Guerra in merito alla georeferenziazione delle mappe. Te lo allego perchè non so come pubblicarlo sul forum. A me sembra comunque chiara la supponenza in merito alla georeferenziazione e a tutto quello che ne deriva per chi non ha altre fonti di conocscenza in materia.
E’ da rimarcare il passo in cui un rettangolo diventa un parallelepidio (verso il min. 5.20).
E’ anche da rimarcare come dimostrare, davanti al Giudice, come stia dando per oro colato delle assolute castronerie!
Senza secondi scopi.
Sono sincero, quando avevo visto il video originario postato da Rocco, l’avevo guardato abbastanza distrattamente mentre facevo altro al computer, per cui alcuni dei passaggi messi in evidenza dal collega qui sopra mi erano sfuggiti. In particolare mi era sfuggito il tono sprezzante e l’arroganza di quando il geom. Guerra, all’inizio di questo brano dice:
…le motodologie di georeferenziazione delle mappe sono molteplici, su questo punto si sono spesi fiumi di inchiostro, c’è chi si è inventato i nomi più disparati: Parametrica, Localizzata, Parametrica Localizzata … sembra quasi che uno faccia una supercazzola …
Credo che basti l’espressione in grassetto ad evidenziare la professionalità di questo collega.
Poi prosegue a descrivere in tono sarcastico e dispregiativo quelli che, come me, sostengono che la georeferenziazione debba rispettare la genesi della mappa d’impianto:
… bon, queste sono le mappe d’impanto, le mappe d’impianto sono nate in un determinato modo per cui bisogna cercare di adattarsi a come sono state fatte le mappe d’impianto …
Con questa frase, detta ovviamente con tono sarcastico, descrive in pratica come una stupidaggine il voler tener conto, nella georeferenziazione, di come è nata la mappa d’impianto. Anche questo la dice lunga sulla bontà delle tesi di questo collega.
Poi prosegue:
io adesso vi metto in difficoltà perché vi dico che noi non stiamo lavorando su una mappa d’impianto … stiamo lavorando su un file Jpeg per cui tutte le metodologie che, per carità, hanno una certa valenza, che sono nate per lavorare sulle mappe d’impianto, ovvero utilizzando questo: è uno scalimetro… nel momento in cui vado a trasformare una mappa d’impianto in un file Jpeg viene un po’ tutto meno. Perché? Perché sapete questa mappa d’impianto è stata scansionata non sappiamo come, nella scansione evidentemente ha subìto delle deformazioni, la mappa stessa probabilmente con il tempo si è deformata, eccetera.
Credo che quando dice che la mappa d’impianto è stata scansionata non sappiamo come, dovrebbe parlare per sé e non usare il noi. Infatti chi, come il sottoscritto e come lo stesso Carlo Cinelli, ha curato la scansione delle mappe d’impianto per i Collegi dei Geometri, sa invece benissimo come questa è avvenuta. Io stesso ho fatto visita per conto del Collegio di Padova all’azienda che ha eseguito il lavoro (non faccio il nome per questioni di privacy). È stato usato uno scanner planetario al top delle tecnologia per queste operazioni, dal costo di 120.000 (centoventimila) euro, con fissaggio aspirato del supporto cartaceo e con obiettivo fisso in grado di garantire la massima precisione.
In più il geom. Guerra dovrebbe anche sapere, ma evidentemente ne è completamente all’oscuro, che l’allora Agenzia del Territorio aveva emanato la Direttiva prot. 39391 del 27/05/2008 proprio per fissare i parametri ai quali doveva sottostare la scansione e che i Collegi dei Geometri potevano procedere alla scansione stessa solo previa stipula di apposita convenzione che li obbligava a rispettare quei parametri, pena la mancata accettazione delle scansioni da parte dell’Agenzia. Riporto qui il link alla Direttiva nel caso qualcuno voglia inoltrarla al geom. Guerra:
Direttiva Agenzia del Territorio del 27.05.2008.pdf
E dovrebbe anche sapere, il geom.Guerra, che a, prima di procedere alla scansione definitiva, venivano scansionati un certo numero di fogli campione i quali venivano sottoposti a collaudo da parte del Collegio convenzionato o dell’Agenzia stessa. E ancora, che si sono verificati casi in cui la prima scansione, risultata non soddisfare i parametri della Direttiva, è stata completamente rifatta ex novo (credo che Carlo abbia anche lui notizie di questi rifacimenti). Mentre il geom. Guerra si permette di dire:
chi ci dice se la stanza quel giorno lì pioveva e c’era umidità!
Siamo alle comiche!
Altro passaggio della frase sopra che mi fa sorridere è questo: la mappa stessa con il tempo si è probabilmente deformata. A farmi sorridere è sia il “probabilmente”, sia l’aver messo in relazione il fatto di operare su un file Jpeg con la deformazione della mappa cartacea, come se tale deformazione non fosse stata replicata sul file raster.
Ma quello che mi ha fatto divertire più di tutti è che, dopo aver detto per tutto il video che “noi non stiamo lavorando sulla mappa d’impianto” nella parte finale dice:
è una mappa d’impianto originale questa, non è che non sia una mappa d’impianto originale, è una mappa d’impianto originale questa!
Quando ho sentito questa frase ho dovuto stoppare e andare a fare pipì.
Per essere io uno che ha sviluppato un software specificamente dedicato alle riconfinazioni, credo che se avessi voluto stroncare un concorrente come il geom. Guerra, non avrei saputo fare niente di più efficace di questo suo video.