Buonasera a tutti,
mi è stato affidato l’incarico per eseguire una riconfinazione nel Comune di Tremosine (provincia di Brescia), ho eseguito le opportune ricerche e sono riuscito a recuperare la mappa d’impianto a perimetro aperto che però non risulta presente il quadrato parametrico e nemmeno le coordinate per la georeferenziazione. Volevo chiedere quando capitano queste casistiche che sistema adottate per procedere alla materializzazione del confine. Grazie
Ciao Simone e benvenuto sul forum (qui ci diamo tutti del tu, ok?).
Ti rispondo partendo dal presupposto che tu debba giocoforza ricostruire il confine di mappa, dopo aver esperito le opportune indagini, sia documentali che sul posto, volte a verificare l’esistenza di un confine di fatto che, come saprai, prevale su quello cartografico.
Detto questo, immagino che la mappa d’impianto sia una “Teresiana”, cioè le mappe dell’ex Catasto Austro-Ungarico vigenti in Lombardia prima dell’unità d’Italia. Ma se ne posti qui l’immagine potrò dirtelo con certezza (leggi la la Guida all’utilizzo del forum per inserire immagini nei post).
In questi casi, proprio perché la mappa non ha la parametratura, non hai altro modo che calibrarla con un opportuno software di georeferenziazione a punti di inquadramento (fabbricati o termini) presenti sia in mappa che sul posto. In pratica associ direttamente al punto mappa il corrispondente punto rilevato (dandogli le coordinate locali del tuo rilievo). In questo caso la georeferenziazione da adottare è la Baricentrica che ti fornisce gli scarti sui singoli punti e ti permette quindi di escludere quelli che si rivelano innattendibili.
Ti riporto qui sotto il brano del mio libro Tecniche di riconfinazione in cui ho sviluppato un caso analogo di un collega Lombardo che era nella tua stessa situazione. Come vedrai, il problema di queste mappe è che, essendo molto antiche, fai grande fatica a trovare fabbricati tuttora esistenti per cui devi allargare la ricerca su altri fogli e poi operare comunque una verifica sul foglio del confine verificando elementi quali strade, termini e corsi d’acqua. Nell’esempio trovi tutte queste operazioni.
Spero che quanto sopra possa esserti utile.
geom. Gianni Rossi
cell. 3202896417
Email: gianni.rossi@corsigeometri.it
www.corsigeometri.it
Ciao, Simone,
il modo esiste ed è il metodo adottato dai tecnici del catasto ai tempi dei rilevamenti agrari., quindi procedi come segue: ingrandisci la particella almeno a 1: 500 riportandola su un foglio a parte , quindi da un vertice cella particella disegni tanti segmenti verso gli altri vertici, misuri la lunghezza dei segmenti e glieli annoti a lato; poi misuri l’ ampiezza degli angoli e glieli annoti; vai sul posto munito del disegno e ti porti uno strumento con la bussola, che può essere uno squadro graduato munito di nonio, uno strumento antico etc. lo posizioni in un punto qualsiasi del terreno fai angolo zero con il nord magnetico indicato dall’ ago della bussola, quindi collima dallo strumento un punto di un manufatto che esiste sul terreno e riportato sulla mappa; quindi, utilizzando i dati del disegno, esegui una poligonale chiusa sul terreno picchettando ogni vertice, calcoli l’ area del terreno, e la confronti con quella nominale della particella, se trovi una differenza tra l’ area del terreno e quella della particella di 1/20 puoi considerare tollerabile la differenza che è quella che fissò ai tempi della formazione delle mappe la Giunta superiore del catasto, poi collaudi il lavoro che hai fatto ponendo lo strumento su un altro punto, fissa l’ angoli zero con il nord maghetico che ti segna l’ ago, e collima i picchetti che hai piantato sul terreno e vi pianti a lato altrettanti picchetti, se la differenza dell’ area e le posizioni dei picchetti sono trasculabili vi fai l’ apposizione di termini con elementi durevoli nel tempo, diversamente devi ripetere il lavoro con lo stesso criterio. Certamente è laborioso ma in mancanza di parametri mappali non hai scelta, tuttavia niente ti impedisce di usare una mappa parametrata correttamente. Cordialità
Ciao Gianni, ti ringrazio per la preziosa risposta, si ovviamente ho già eseguito le opportune indagini sia fisiche del posto che documentali.
In allegato inserisco l’estratto di mappa in oggetto
Ciao, Simone,
non è stato Gianni a rispondere, perchè lui ha grandi conoscenze della moderna tecnica catastale che ai tempi dela formazione delle mappe non esisteva. Io sono un anziano geometra, ho 80 anni e ho studiato la topografia con i metodi di allora, ma non conosco le tecniche moderne. Per quanto riguarda il tuo lavoro , tieni presente che non è necessario usare la mappa di impianto, lo puoi fare con altra mappa correttamente parametrata, e il lavoro ti verrà più facile. L’ uso dei punti fiduciali venne introdotto con DM del 2 gennaio 1998 n. 28, è obbligatorio per gli aggiornamenti catastali. Dopo che avrai finito il lavoro, è bene che lo comunichi ai proprietari confinanti per non creare grane al tuo cliente, ma non lo fare prima non conviene. I rilevamenti di appezzamenti di grandi estensioni vennero eseguiti con le poligonli orientate al nord magnetico, usando tacheometri ottici con la bussola oppure altri strumenti muniti di bussola e cerchio orizzontale graduato con il nonio Cordialità.
Ciao Simone,
belli quei posti, ci sono stato l’estate scorsa a Tremosine sulla famosa Terrazza del Brivido, incantevole.
Se ti serve un aiuto per il tuo incarico, sono qua.