Ciao a tutti,
due colleghi del mio Collegio (Padova) mi hanno esposto l’idea in oggetto che mi preme descrivere in questo forum al fine di raccogliere il parere di altri tecnici che si occupano di riconfinazioni.
I geometri che si dedicano alla ricostruzione di confini divenuti incerti o contesi sanno bene quanto sia fondamentale la presenza sul territorio dei vecchi fabbricati già esistenti all’epoca dell’istituzione del Catasto unitario Italiano e quindi presenti sulle mappe d’impianto. Per ricostruire un confine sancito su tali mappe è infatti necessario metterle in relazione con lo stato dei luoghi proprio a mezzo di punti omologhi, cioè disegnati in mappa e tuttora presenti sul posto.
Questo requisito non è richiesto solo quando il confine da riprodurre è una linea d’impianto, ma è indispensabile anche per confini nati dopo, da frazionamenti redatti prima della circolare 2/88 (Pregeo), e per i quali i punti generatori degli allineamenti non sono più materializzati sul posto.
Chi conosce la materia sa altrettanto bene che la mappa catastale attuale (wegis) è del tutto inidonea allo scopo, dato il grave degrado metrico che ha subìto nel processo che l’ha generata, vale a dire gli innumerevoli passaggi (lucidature, eliocopiature, inserimento aggiornamenti, scansione, vettorizzazione) che ne hanno progressivamente aumentato l’imprecisione fino a valori anche di diversi metri.
Qual è il problema?
Il problema è che i fabbricati d’impianto vanno progressivamente sparendo !!!
Si tratta infatti quasi sempre di edifici fatiscenti che hanno perso da decenni la loro utilità, mantenendo invece oneri economici a carico dei loro proprietari i quali hanno quindi convenienza a disfarsene.
Il risultato di questa “moria” è che la ricostruzione dei confini di cui sopra diventa, da un lato, sempre più difficile (e quindi onerosa) e, dall’altro, sempre meno precisa perché costringe il topografo ad allontanarsi sempre di più dall’oggetto del rilievo per trovare qualche fabbricato d’impianto ancora in piedi.
Come possiamo arrestare questo depauperamento?
Descrivo di seguito una mia prima bozza di come sviluppare l’idea dopo averla dibattuta con i colleghi che me l’hanno lanciata ed altri esperti riconfinatori.
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I Collegi dei Geometri incentivano i propri iscritti a rilevare i fabbricati d’impianto esistenti assegnando un certo numero di crediti formativi professionali (CFP) per ciascun edificio monografato (vedi sotto).
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Il rilievo di questi manufatti deve avvenire con tecnologia GPS in modo da ottenere coordinate geografiche assolute da poter utilizzare anche quando il fabbricato non esisterà più.
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Il tecnico rilevatore documenta il rilievo mediante un’apposita monografia che riporta:
- le foto del fabbricato;
- la porzione della mappa d’impianto che lo contiene;
- lo schema del rilievo eseguito e relative misurazioni;
- le coordinate geografiche ottenute.
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I dati di cui sopra vengono inseriti dal tecnico in un database online e sono soggetti all’approvazione e successiva pubblicazione da parte della Commissione Topografia e Catasto del Collegio, la quale potrà anche esperire un’attività di collaudo a campione dei punti inseriti.
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Il database sarà accessibile ai tecnici interessati su pagamento di un determinato prezzo in modo da costituire un introito economico per il Collegio che gli permetta di sostenere gli oneri di cui sopra.
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I dati man mano inseriti nel database possono essere fruibili fin da subito, cioè ancor prima della demolizione dei manufatti, risparmiando così al tecnico l’onere di rilevarli ex novo, il che compensa il prezzo pagato per acquisirli.
Naturalmente, come dicevo, quanto sopra è da intendersi come una bozza preliminare che potrà essere modificata, integrata o affinata grazie al parere di tutti i colleghi interessati all’iniziativa. Se siete tra questi, vi invito pertanto scrivere qui la vostra opinione.
geom. Gianni Rossi
cell. 3202896417
Email: [email protected]
www.topgeometri.it
www.corsigeometri.it