Il futuro della Formazione Professionale, in presenza oppure online?

Ciao a tutti,
ho aperto questa nuova sezione del forum perché ritengo che la formazione professionale costituisca oggi una parte importante della professione del Geometra. Non tanto perché resa obbligatoria dalla normativa sulla formazione continua, quanto perché nel corso degli ultimi decenni le materie tecniche di competenza del geometra sono andate via via evolvendosi aumentanto moltissimo il livello di conoscenza tecnico-scientifica necessario per affrontarle con sufficiente preparazione.

In questo primo topic ho pensato di riportare alcuni post (o brani degli stessi) che sono stati dabattuti da me e alcuni altri colleghi sul topic: Riconfinazioni, perché se ne parla (troppo) poco?. Si tratta di commenti che, pur essendo stati scritti con riferimento alle riconfinazioni, trattano in realtà il tema più generale dell’efficacia della formazione con particolare riguardo al confronto tra la formazione in presenza e quella online.

Naturalmente siete tutti invitati a proseguire questo interessante dibattito.

Per me il problema è si dovuto al variare delle condizioni ma molte di queste le abbiamo create noi.
O abbiamo fatto in modo che si concretizzassero.
Oggi, e con il Covid il problema si è ulteriormente accentuato, il confronto si è spostato solo e soltanto sul freddo mezzo tecnologico mentre prima l’apogeo veniva toccato nelle sale Convegno e in quelle volte che ci trovavamo a discuterne sui luoghi di lavoro come al Catasto o in altri uffici pubblici.
Il mezzo tecnologico è spesso unilaterale e non favorisce il confronto che normalmente arricchisce le due parti.
Risultato= maggiore aridità da parte dei professionisti e, oserei dire, anche maggiore ignoranza.
Ma non è solo questo, ovviamente.
Anche i modi di affrontare le discussioni quasi sempre virulenti e spesso monotoni hanno fatto il resto.
Monotoni e noiosi perché poi in fondo vengono ridette sempre le stesse cose fritte e rifritte, come se si volessero imporre.

Riguardo i corsi formativi e/o webinar sulle riconfinazioni, il problema principale è che sempre più spesso mi imbatto in tecnici che si ritengono “depositari della verità in materia di riconfinazioni” soltanto perché hanno seguito o si attengono scrupolosamente al quello che ha detto il formatore XY.
Specialmente in materia di riconfinazioni, ma anche in altri settori, secondo me è sbagliato quando dal docente di un corso passa il messaggio che le sue teorie sono l’unico modo corretto di fare quella cosa. E questa cosa accade soprattutto nei webinar dove parla solo il docente e non è possibile intervenire come accadeva in aula.

Ciao Roberto,
rispondo ai due tuoi passaggi qui sotto, ma invertendoli come ordine.

Non è vero, non tutti i corsi online sono così. In quelli che teniamo io, Sergio Ivaldi e Corrado Brindani, ad esempio, diamo larghissimo spazio all’interazione con i partecipanti i quali possono intervenire (anche in voce) quando vogliono. Se garantisci questo colloquio costante durante il webinar, non c’è molta differenza rispetto agli eventi in aula. Anzi, ti dirò di più, nei webinar online i partecipanti sono molto più disponibili al dialogo perché sanno di non essere visti e riconosciuti dai colleghi. In aula invece molti si sentono in imbarazzo ad intervenire, vuoi per semplice timidezza, vuoi perché essendo tra colleghi della stessa zona hanno la soggezione di dire qualcosa che gli faccia fare brutta figura.
A noi capita ad ogni webinar di sforare i tempi anche di un’ora proprio perché rimaniamo lì a dibattere con gli iscritti.
Come dicevo a Carlo, non è tanto il mezzo divulgativo adottato a fare la differenza.
A fare la differenza sono sempre e solo le persone.

Sono d’accordo, ma è sempre l’iscritto che deve avere una sua coscienza critica, perché è ovvio che se il docente spiega una sua metodologia è perché lui è convinto della bontà della stessa. Sempre ai nostri corsi (ma non prenderla come un’auto-celebrazione, è solo per dibattere la tua considerazione) io Sergio e Corrado esordiamo dicendo che non ci sentiamo affatto dei docenti ma semplicemente colleghi che vogliono condividere la loro esperienza e competenza. Per questo lasciamo ampio spazio al dibattito. A volte ci è capitato anche qualche iscritto che ha espresso apertamente di non essere d’accordo con quanto da noi esposto. Non c’è nessuna differenza rispetto ai corsi in aula da questo punto di vista, se non quella, ma positiva, che online gli iscritti intervengono molto di più che in aula (se gli dai la possibilità di farlo, ovviamente).

Poi, ripeto, sta sempre al discente verificare con altri corsi/docenti se esistono metodologie alternative che magari ritiene più corrette rispetto a quelle sentite in corso da un singolo docente.

È un po’ come quando vai a farti una visita medica specialistica e il medico ti dà la sua diagnosi. Sta sempre a te decidere se fidarti di quella o andare a consultare un altro specialista per vedere se coincide o meno.

Che dire dei corsi on line rispetto a quelli in aula… personalmente prediligo i primi per queste ragioni: li faccio quando voglio, nel mio studio, senza avere il vicino di banco che telefona, che dorme, che parla con un altro… grazie alle registrazioni diluisco il tempo come mi pare, quando sono stanco interrompo e riprendo dopo… non mi muovo in macchina facendo decine o centinaia di chilometri, non sono costretto a seguire per otto ore alla fine delle quali non so neanchè più come mi chiamo altro che capire cosa spiega il docente… ho meno timore di dire qualche fesseria visto che non nessuno che mi vede… posso intervenire e rapportarmi con colleghi di tutta Italia che difficilmente incontrerei nei corsi in aula.
Un aspetto negativo è che chi segue i corsi solo per accumulare i fantomatici crediti poco impara, molte volte avvia il pc e poi fa del resto, sui test poi si va un po a tentativi, ma questo è comunque un miglioramento rispetto ai corsi in aula dove i pochi test venivano fatti a gruppo tanto per fare facciata… visto che hai pagato comunque i crediti te li do…
Sono dell’idea che chi vuole imparare qualcosa lo impara comuque… in aula, on line, studiando sui libri, chiedendo a colleghi… poi la testa pensante è la nostra per cui ognuno tenderà a personalizzarsi tutto quanto appreso. Ovviamente gli apassionati della materia non sono molti ma questo è fisiologico… quanti fanno un lavoro perchè apassionati? i più lo fanno per motivi contingenti di sopravvivenza…
Ho lasciato fuori dall’elenco e per ultima l’esperienza… questa si fa solo col tempo e se da una parte ci fa capire come si traducono in pratica le teorie che abbiamo e quali sono i risultati ottenuti rispetto a quelli auspicati, dall’altra tende a fossilizzarci sul nostro modo operativo… se funziona perchè dovrei cambiarlo? Generalmente l’esperienza aumenta in modo inversamente proporzionale alla capacità di imparare… da giovane non ho esperienza ma volgia o comunque necessità di imparare… quando ho accumulato esperienza sufficente ho magari meno necessità ma soprattuto voglia di imparare… un po come il proverbio che dice "quando hai i denti non hai il pane, quando hai il pane non hai i denti).
Ora se adotto metodi giusti ok ma se invece sono sbagliati? e come faccio a capire se sono giusti o sbagliati?
Personalmente ritengo che ascoltare gli altri (tutti in generale i colleghi nel nostro caso in particolare) sia un buon metodo… c’è sempre da imparare qualcosa anche da quello che dice 9 cose sbagliate su 10… una è comunque giusta.

A Roberto Rena che preferisce la didattica e il confronto attraverso il freddo mezzo vorrei chiedere:
Pensi che sia una evoluzione il deambulare e pascolare per la casa in mutande (d’estate) e in pigiama (d’inverno) rispetto al confronto che ne derivava guardandosi nelle palle degli occhi?
Io ho due esempi in famiglia che stanno facendo DAD (Università e Liceo) e non fanno altro che confermare quello che ho sempre pensato.
La vita è in presenza, non a distanza.
Ma il tempo è galantuomo e io so attendere.
Non per me, ovviamente, ma per chi verrà dopo.

Per la didattica a distanza in ambito scolastico anche se capisco il tuo punto di vista dobbiamo volenti o nolenti entrare nell’ottica che il mondo è in evoluzione ora più che mai… mio bisononno si firmava con una x perchè non sapeva scrivere, mio nonno ha fatto la terza elementare, mia mamma l’ottava classe (allora da noi vi erano tra classi supplementari alle 5 canoniche) e io mi sono diplomato geometra. Le generazioni dopo la mia sono quasi tutte laureate, in futuro… chissà? Al di la di questo le cose alle quali noi siamo abituati cambiano, mia mamma a scuola usava penna e calamio, io la biro ed oggi la tecnologia. Cio non toglie che il volenteroso apprenda oggi come ieri… oggi in molti casi manca la parte genitoriale perchè siamo tutti presi freneticamente da troppi impegni. Ma purtroppo questo essere sempre impegnati ci ha portato anche a delegare alla scuola anche aspetti (l’essere educati, rispettosi, ordinati) che propri della scuola non sono.
Il “dembulare e pascolare in casa” è forse indice di poca serietà su come si affrontano i propri impegni: io come altri lavoro molto da casa ma per questo non deambulo ne pascolo, mi vesto come conviene e ci metto lo stesso impegno come quando andavo in ufficio in paese. Se un mestiere (lavoro o studio che sia) lo si prende con la dovuta serietà non fa differenza il luogo in cui sei. Conosco funzionari che vanno in ufficio giacca e cravatta e poi leggono il giornale, giocano con il telefono e dormono sulla scrivania… per contro altri che da casa, in un ambiente più tranquillo, con i tempi ottimizzati, con la libertà di lavorare quando sei più predisposto, sono molto più produttivi che in ufficio…
Ai tempi di mia mamma (ma anche ai miei) se la maestra ti dava un castigo (per essere leggeri) quando arrivavi a casa ne prendevi un altro (peggiore) dai genitori… oggi partono in quarta e vanno ad aggredire il docente…
Morale: la responsabilità è sempre degli altri mai la propria… poi chissà perchè oggi non ci sono più alunni bocciati e hanno tutti bei voti come se fossimo tutti dei super geni… qui secondo me non c’è stata l’evoluzione degli alunni ma l’involuzione del corpo docente… una volta chi insegnava era una ristretta cerchia di persone per la maggior parte motivate e soprattutto preparate… oggi l’insegnamento scolastico per molti è diventato un ripiego… conosco molti professori ex liberi professionisti che non riuscendo ad andare avanti con le proprie gambe si sono buttati nella scuola solo per avere lo stipendio fisso.
Da di qui ne discende che un docente poco motivato ma anche preparato forma in analogo modo o peggio i propri alunni. Ho sentito più volte ragionamenti tra professori del tipo “ma perchè devo dargli 4 che poi vengono i suoi genitori a farmi un mazzo così… gli do 8 almeno siamo tutti contenti… tanto alla fine del mese lo stipendio è sempre lo stesso”
Torno al tema principale. Non definirei noiosa la materia… il ripetere sempre le stesse cose (non è proprio così visto che di casi simili ce ne sono veramente pochi) per me è indice di specializzazione… ti faresti operare più volentieri da un medico generico tuttofare o da uno specialista che fa la stessa operazione più volte al giorno?
Per quanto riguarda la vita in presenza ritengo che vi sia modo avere contatti “umani” senza che ciò debba escludere quelli a distanza, specie quelli per lavoro, quando la distanza è conseguenza di costrizione (vedi emergenza sanitaria attuale) o di convenienza (tempi più contenuti e azzeramento spostamenti).
I contatti telematici hanno un duplice vantaggio: resta traccia scritta di quello che si dice e ho modo di esprimere meglio i concetti… hai mai registrato un tuo discorso orale per poi scriverlo e leggerlo? a parte la forma lessicale molto approssimativa, spesso si dicono cose magari anche importanti espresse malamente… col rischio che il nostro interlocutore non le percepisca nel modo dovuto, cosa che non avviene con i contatti ieri scritti e oggi telematici.

No.
Qualsiasi innovazione non è deleteria.
E l’uomo, se si fosse un po’ evoluto, saprebbe discernere quelle buone da quelle meno buone.
I disastri che stiamo facendo invece dimostrano che non ci siamo evoluti più di tanto.
Tra qualche giorno (il tempo è galantuomo) non sapranno più dove portare i malati e forse Elon Musk ci sarà d’aiuto fornendoci dei viaggi spaziali verso la Luna. O Marte? Bohh!!! :scream:

E c’entra molto anche con la formazione e la didattica.
Non mi voglio limitare a parlare solo delle Riconfinazioni ma di tutto in generale.
Si è rotta la radio? andiamo a vedere su You tube se c’è un filmatino per ripararla.
Abbiamo mal di stomaco? Andiamo su Internet a vedere se è una cosa seria o no.
Il telefonino non mi fa le foto come vorrei? Che problema c’è tanto Aranzulla me lo spiega il perché.
E lo stesso Aranzulla mi consiglia anche quale software è il migliore per il CAD.
E’ il mondo della TUTTOLOGIA.

Tutto questo tende a esaurire e rendere esaustive le problematiche perché se non so cos’è una riconfinazione accedo al filmatino. Occhio però che sia quello giusto perchè tempo fa dibattemmo, mi pare, di uno che riportava delle forti inasattezze di ordine generale.
E il confronto, che non c’è, non favorisce la crescita di nessuno rendendo aride le persone.

Secondo me la formazione sul web può essere utile per avere le nozioni di base con l’aggiunta di qualche buon consiglio se il relatore è preparato, ma non da la possibilità del contraddittorio o magari degli scambi di idee durante le pause, che avvengono nei seminari in aula.
In questo periodo non possiamo fare altrimenti che utilizzare il metodo on-line ma spero di poter tornare al più presto alla formazione in aula, dove puoi vedere in faccia il tuo interlocutore ed anche la platea dei presenti, dove alcune volte ci può essere qualcuno che rimane in silenzio ma ti giudica perché ne sa più di te.
Per le riconfinazioni in particolare, credo che il contraddittorio sia la parte più importante e quindi il corso on-line difficilmente ti può permettere di controbattere il tuo “avversario” con prove, grafici, testimonianze, ecc. come quando avviene di persona.

Tutto questo può essere riassunto con una semplice frase (non mia) che criticava i rapporti facebookkiani : “ci vorrebbe meno tecnologia e più trombate” :slight_smile:

Ciao Roberto,
su questo tema della formazione online o in aula abbiamo già discusso e, come ricorderai, io ho un’opinione molto diversa dalla tua, opinione che ho maturato dopo oltre ben 200 seminari sul posto (in tuta Italia) e oltre 5 anni di corsi online.

Non so quale formazione online segui tu, per cui questo tuo giudizio può essere corretto rispetto agli eventi che frequenti tu, ma non puoi estenderlo a tutta la formazione online. Come ti dicevo, ai corsi online che organizziamo noi c’è totale interazione, ciascun iscritto può parlare in voce sentito da tutti, sia dai docenti che dagli altri iscritti. Quindi c’è tutto il contradditorio che vuoi.

Anche gli scambi di idee sono garantiti. Noi, ad esempio, al termine della sessione effettiva apriamo un dibattito al quale, chi lo desidera, può rimanere per dire tutto ciò che vuole con noi docenti e gli altri iscritti che rimangono online. Molte volte questo dibattito si protrae anche per un’ora e passa oltre la fine della lezione effettiva.

Quanto agli scambi di idee durante le pause nei corsi in aula, ti posso garantire che in quei momenti un docente che si è sobbarcato 3 ore di relazione non vede l’ora di andare a prendersi una boccata d’araia, rilassare le corde vocali, bere un caffé e fare pipì. Motivo per cui gli “scambi di idee durante le pause” sono sempre molto stringati e frettolosi.

Ti ripeto, tu stai parlando della formazione online che segui tu, che capisco essere molto carente su questi aspetti. Quella che teniamo noi ci permette di passare lo schermo ad un iscritto il quale può così mostrare a tutti qualsiasi documento: disegni, grafici, elebaorati, foto e quant’altro, parlandoci sopra con tutti.

Con tutto ciò non sto dicendo che la formazione sul posto sia da soppiantare. Io stesso quando vengo interpellato dai Collegi continuo a tenere seminari in aula. Tuttavia non c’è dubbio alcuno che la formazione online ha talmente tali e tanti vantaggi che si affermerà sempre di più. Poi, come dico sempre io, la qualità dipende sempre da chi tiene in mano il manico e non dallo strumento utilizzato.

Toglimi una curiosità, ma quali corsi online frequenti che non ti danno la possibilità di intervenire?

@Gianni_Rossi se vuoi sapere a quali corsi di aggiornamento ho partecipato, basta che vai sul sito della C.N.G. …detto questo torniamo all’argomento riconfinazioni che reputo molto più interessante e vario :slightly_smiling_face:

Hai perfettamente ragione, Roberto.
Queste fritture sono diventate noiose e non cambiano le opinioni di nessuno.
Tanto, come ho avuto modo di dire in precedenza, il tempo ci dirà chi aveva ragione e se dovremo raccogliere un’umanità devastata in pigiama davanti a un monitor o se saremo dinanzi all’uomo tecnologico del futuro che comunicherà con i suoi simili attraverso l’etere.
Cordialmente
Carlo Cinelli

Buon giorno a tutti, vero è che si tratta di fritture ma non si è mai indicata la marca dell’ olio

Secondo me, tra la formazione professionale in aula e quella online, c’è la stessa differenza che andare con una donna o guardarla in un filmato su youporn :stuck_out_tongue_winking_eye:
Detto questo (per sdrammatizzare un pò) credo che ci siano buoni corsi online e pessimi corsi in aula, il tutto dipende dalla preparazione del docente e da come viene svolta la lezione, per questo non possiamo fare una distinzione netta tra le due modalità, ne dare un giudizio definitivo su quale sia la migliore.

Carlo,
vedo che non hai perso il tuo assolutismo/catastrofismo (inteso sia in senso positivo che negativo). Anzi, mi sembra di capire che con l’avanzare dell’età lo stai addirittura aumentando. Con questo non sto certo dicendo che tu non abbia ragione, sia chiaro. Anche perché a parlare del futuro abbiamo sempre ragione tutti … tanto nessuno mai potrà smentire le ipotesi che facciamo e, quando sarà possibile dimostrarne la veridicità o la fallacità noi … [sospiro profondo] … non ci saremo più (ma vedi alla fine una possibile soluzione).

Io invece tendo ad essere più possibilista sul futuro, almeno sulla questione della formazione e più in generale sullo scambio di idee e concetti tra gli umani. Penso infatti che l’umanità abbia sempre dimostrato di scegliere, alla fine della fiera, le strade migliori per progredire, pur tirandosi sempre dietro inevitabilmente un mare di contraddizioni e di difetti. Secondo me, quindi, la bilancia tra vantaggi e svantaggi delle nuove modalità comunicative/formative rispetto alle modalità precedenti penderà sempre a favore dei vantaggi. Roberto R. (per non confonderlo con Roberto C.) lo ha sintetizzato molto bene in questo suo passaggio:

Che poi è quello che ho cercato di dire anch’io con il detto Veneto Xe question de sora-mànego, cioè è sempre la persona artefice del suo destino, non è mai da imputare al mezzo utilizzato. Se uno vuole aumentare, anche di molto, le sue competenze, oggi ha un’infinità di mezzi per farlo, molti più che in passato, e questo è solamente positivo. Quindi, sostenere, come sembrate fare tu e Roberto C., che la colpa di un certo degrado professionale sia da imputare alle nuove tecnologie didattiche è, a mio avviso, sbagliato.

Comunque hai ragione sul fatto che stiamo dicendo ciascuno di noi sempre le stesse cose e che pertanto siamo ormai arrivati alla vexata quaestio, nel senso che nessuno di noi cambierà idea.

Quindi vado oltre al tema della formazione che ci sarà nel futuro e, visto che hai citato l’uomo tecnologico del futuro, ti racconto quello che ho letto in questi giorni sulle ipotesi futuristiche proprio dell’uomo del futuro. Ma siediti bene baricentrico perché è roba forte. Leggi qui:

Lacrime nella pioggia - riflessioni su esistenza, tempo, futuro